Capitolo dodici

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JONATHAN
Seelie se ne é andata da un po' ed ora io sto sdraiato sul divano a pensare, ho deciso, oggi le dirò chi sono veramente!

Mi alzo dal divano e mi scompiglio i capelli. Mi stiracchio e sbadiglio. Vado in cucina e apro il frigo.
Mmm A positivo... No, no questo nemmeno, ma dove l'ho messo? Ah eccolo!
Prendo dal frigo una boccetta e sorrido tutto contento. 0 negativo!
Ingoio il sangue e in quel momento sento qualcuno tempestare la mia porta.
Mi avvicino e vado ad aprire. Una Juliel preoccupata mi si para davanti e mi fissa sconvolta.

"Juliel che..." non faccio in tempo a finire, lei mi blocca.
"Jonathan..." dice singhiozzando "Seelie é scomparsa..."

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E' passato quasi un anno, un anno in cui non dormo, non mi nutro come dovrei, non smetto di cercarla. Un anno in cui vado ogni giorno ai piedi del grande albero contornato di candide rose per aspettarla, sperando che ritorni. Quelle parole, quelle maledette parole hanno distrutto il mio mondo. Lei non può avermi abbandonato cosí, non lo avrebbe mai fatto.
Un singhiozzo mi fa tremare. I miei canini escono a scatti, ma non riesco ad alzarmi. Mi inginocchio di fronte a l'albero e appoggio la testa alla sua corteccia.
Forse dovrei ricominciare daccapo, dimenticare, ci sono cosí tante ragazze... Dimenticherò!
Sento dei passi dietro di me, non ho nemmeno la forza di girarmi.
Una mano familiare si posa sulla mia spalla.

"Jonathan, la troveremo vedrai..." Juliel. "Tieni questo sangue." mi mette una fialetta in mano.
La apro e bevo il liquido cremisi. La mia sete scompare, ma il dolore é sempre li, che mi dilania il petto. E' cambiata da quando Seelie è scomparsa, è più matura e più seria.
Mi alzo di scatto. Ho deciso, dimenticherò.
Fingo il sorriso più finto e sprezzante del mondo e mi giro verso Juliel.
"Chi dovremmo trovare umana?" dico sprezzante, mentre dentro di me infuria solo la tempesta.
Non lo vedo nemmeno, ma una sberla arriva quasi subito. Barcollo all'indietro e guardo Juliel. Me la sono meritata.
Me ne vado senza dire una parola, lasciando Juliel da sola, sotto l'albero.
É ora di iniziare una nuova vita, senza Seelie.

SEELIE
Sono qui da tre giorni. Sono cambiata. Molto. Sono uguale alla ragazza nello specchio. Ma allo stesso tempo sono diversa. Il dolore si fa sentire, ogni giorno. É come un pugnale che dilania la mente e il cuore. Ti distrugge lasciandoti senza niente.
Appena sono arrivata le fate mi hanno accolta con feste e doni, ma l'unica cosa che volevo era il mio piccolo vampiro.
Ieri sono stata incoronata regina, odio questo posto, odio i servi che si muovono attorno a me. Odio le mietitrici della morte. Loro percepiscono la menzogna.
Mi manca troppo il mio vampiretto, vorrei tanto che fosse qui con me.
Sono seduta sul mio trono, sono triste. I miei sudditi lo percepiscono, ma non sanno che fare. Ascolto le lamentele delle creature che fanno avanti e indietro per la sala e intanto il vuoto dentro di me cresce. Se solo potessi rivedere il suo sorriso... anche solo per un istante.

"Mia signora, ho un dono per lei." poso lentamente lo sguardo su una piccola pixies ai pidi del trono che trema leggermente. E' un esserino gracile, dalla pelle di un bel lilla. I suoi lunghi capelli sono intrecciati con un centinaio di fiori colorati. Nelle mani affusolate, ha un oggetto avvolto in un telo candido.

"Non aver paura di me, ti ringrazio per questo dono, potresti..." inizio col dire, ma vedendo la poverina guardarsi intorno spaventata, capisco che qualcosa non va.

"TU!" grido alla guardia che controlla il portone. "Mi ritiro nelle mie stanze. Non far entrare nessuno!" detto questo mi alzo e faccio cenno alla piccola pixies di seguirmi.

Camminiamo per un po' nel più totale silenzio, per poi entrare nella mia stanza. Mi lancio sul letto e sprofondo nel materasso.

 Una cosa che sanno fare benissimo le fate? I LETTI.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 30, 2017 ⏰

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