Capitolo sette

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SEELIE
Affonda i canini nel mio collo, ma non li sento quasi. Il lieve pizzicore si trasforma subito in un leggero fastidio. Mi stringe le spalle e le rilascia ad ogni sorso, facendomi sciogliere dentro, o forse lo sta facendo già. Sento le forze lasciarmi lentamente assieme al sangue. Inarco la schiena, per fermarlo, ma non credo possa funzionare se non lo ha fatto ieri. Invece lui con mia grande sorpresa smette di bere e si allontana di un po'. Inizia a strusciare i canini sul mio collo intorno al morso, causandomi piccole fitte che mi fanno gemere involontariamente. Lui smette di torturarmi la ferita e molto lentamente lecca il sangue uscito dalla ferita, facendomi rabbrividire di più. La ferita si rimargina, ma sento ancora la sua presenza dietro di me, che mi fa mancare il respiro. Mi sistema la giacca e poi mi prende per le spalle girandolo verso di lui. Le sue pupille sono dilatate al massimo, e le iridi ormai sono solo degli anelli ghiaccio. Prima che possa fare qualsiasi cosa mi prende per i fianchi e poggia le labbra sulle mie, annullando la distanza tra i nostri corpi. Spalanco gli occhi, le sue labbra sono gelide, e sanno di sangue, il mio sangue. Rimango immobile per qualche secondo, poi istintivamente porto le mie mani al suo collo e rispondo al bacio. Rabbrividisco quando sento la sua stretta aumentare, e gli accarezzo lentamente i capelli corvini. Le sue mani salgono lungo la mia schiena, e tremo scossa dai brividi. Le sue mani proseguono il percorso fino al mio collo, sfiorandomi la cicatrice che fa di me un licantropo, e quella nuova lasciata da lui. Ritorno alla realtà e spalanco gli occhi. Lo spintono e mi allontano shockata. Gli punto la pistola contro arretrando. Ha gli occhiali storti, ed un'espressione stralunata sul volto. I suoi capelli sono scompigliati. Ricordo la morbidezza di quei ciuffi, ma scuoto la testa, facendo ricadere i mei capelli sulla fronte. Continuo ad arretrare scuotendo la testa, e quando sono abbastanza lontana da lui mi giro ed inizio a correre verso la scuola. Metto la pistola nei pantaloncini mettendo la sicura, continuando a correre. Arrivo all'ingresso della scuola e mi fermo appoggiandomi al muro esausta. Porto involontariamente la mano alle mie labbra. Le sfioro. Il mio primo bacio. Ho dato il mio primo bacio a quel grandissimo affascinante stronzo! Scuoto al testa, ma sento ancora la pressione delle sue labbra sulle mie. Mi alzo e vado al centro del cortile. Mi siedo su una panchina tra gli sguardi stupiti dei miei compagni, incappucciati come palombari. Di solito arrivo sempre in ritardo, e quasi nessuno mi nota, ma oggi sono ampiamente in anticipo. Sento gli sguardi dei ragazzi su di me, che mi spogliano letteralmente con gli occhi.
Sorrido compiaciuta incontrando lo sguardo di uno a caso. L'interessato viene spintonato dai compagni, prende coraggio e mi si avvicina. Addosso ha uan giacca di pelle nera, ma su di lui sta malissimo, lo fa sembrare più buffo e goffo di come é. Accavallo le gambe e lo guardo negli occhi. Lui ha la bocca socchiusa, e sbava letteralmente. Ridacchio e gli schiocco le dita davanti agli occhi. Lui si riscuote e mi rivolge uno sguardo malizioso. Si siede accanto a me ed io lo ignoro osservandomi le unghie. Sento gli sguardi di tutto il cortile su di noi, e sorrido. Il ragazzo intanto si avvicina sempre di più, ma continuo ad ignorarlo. Si ferma quando le nostre spalle si sfiorano. Mette un braccio dietro di me, sullo schienale della panchina in modo noncurante, ma che fa ridere. Poi inaspettatamente posa una mano sulla mia coscia accaranzzandola. Appena la mia pelle entra in contatto con la sua sento chiaramente la sua essenza di lupo. Un Omega che osa toccarmi! La rabbia mi invade, come si permette! Salto facendo una capriola, e attetrro in piedi. Prendo la pistola e la carico sotto gli sguardi allibiti di tutti. Sorrido perfida al ragazzo sulla panchina, che mi guarda terrorizzato. Alza le mani ed io rido.
"Dammi una sola ragione per non piantarti un proiettile d'argento nel cuore Omega." dico fredda, e lui mi guarda shockato. Deglutisce e si schiarisce la voce per prendere coraggio.
"Tu non puoi dirmi cosa fare, sono io il più forte qui, non tu piccola omega!" dice cercando di tenere ferma la voce.
"Ho ma perché dicono sempre la stessa cosa!" sbottò, dopo di che infilando la pistola negli shors. Mi levo la giacca rimanendo solo con il top. Mi giro dandogli le spalle, e facendogli vedere il simbolo sulla mia schiena. Mi rigiro e mi rimetto la giacca, riprendendo la pistola. Lui ha gli occhi sgranati, e balbetta qualcosa.
"Chi é il piccolo lupetto ora?" dico ringhiando. "Ti trovi nel mio territorio, e sono pronta a scommettere la mia a coda che i coglioni che stavano accanto a te sono altri Omega. Chi é in pericolo?" ringhio, e lui trema, ma poi si alza impettito.
"Questo non é il tuo territorio, non esistono, il mondo é di tutti, i branchi non esistono Alpha. La Reggia li vieta, é contro la legge dell'alleaza..." non lo faccio finire e mi metto a ridere. Lui mi guarda stupito e io lo guardo glaciale.
"Sono una solitaria, ,non vivo sotto le leggi di quella" sputo a terra "alleanza. Sono fuggita, tu sai cosa hanno fatto eh? No non lo sai, perché sei uno stupido lupetto!" lo guardo e mi avvicino facendolo indietreggiare.
"Hanno ucciso mio padre, l'ho trovato nella sua stanza, diviso in due parti, sorrideva ancora. Io riesco a controllarmi durante la luna piena e loro mi vogliono, ma ho smesso da tempo di seguire le loro stupide leggi. A loro importa solo il potere. Ti conviene portare il tuo culo fuori dal mio territorio. Non sei accettato qui." mi giro e rimetto a posto la pistola.
"Ti sfido!" urla. Io mi giro e lo guardo divertita. Incurante degli altri che mi fissano curiosi sorrido maligna.
"Dopo scuola, qui, all'ultimo sangue!" dico fredda. Poi cammino verso la folla, che mi lascia passare intimorita. Vado in classe e mi siedo al banco iniziando ad ascoltare la musica e scarabocchiare qualcosa sul mio album. Disegno le mie emozioni, i miei dubbi, le cose che non ho mai detto, i miei sogni distrutti da un mondo crudele. Disegno il mio giardino, l'albero e le rose. Disegno il piccolo Sevvy, poi disegno lui, il mio più grande dubbio. Gli disegno gli occhiali storti, la camicia spiegazzata, un sorriso malizioso sulle labbra che tengono una rosa bianca come la neve. Gli disegno i canini sporchi di sangue, e sulla schema due possenti ali nere, macchiate di sangue. Mi blocco di colpo, rimanendo a guardare il disegno. Lo accarezzo delicatamente, per poi ritrarre la mano e chiudere l'album. Perché penso sempre a lui, perché?! Poi il bacio di prima, perché ho sentito quella strana sensazione allo stomaco? Poso la testa sul banco e sospiro. Sono diversa, e tutto per colpa di quel vampiro.

Ciau bau, che ne dite?
Naturalmente io posto a mezzanotte perché sono moooooolto normale. Chiedo ancora scusa per non aver aggiornato ieri, ma cercherò di rimanere sempre attiva. Grazie ai miei pochi lettori di continuare questa misera storia. Vi adoro! 😙😙

Diversa, Licantropa, Principessa, Fata, Ma chi sono Io?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora