Capitolo quattro

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JONATHAN
Salta fuori dalla mia finestra e mi metto a urlare. Mi sporgo e la vedo saltare di tetto in tetto ed entrare in una finestra aperta. Sospiro di sollievo, e subito la mia mano si muove da sola per sfiorare il punto in cui mi ha leccato.
Arrossisco e scuoto la testa per togliermi dalle labbra il sorriso ebete che ho.
Mi cambio. Mi metto una candida camicia e dei jeans neri. Mi pettino i capelli con un po' di difficoltà e mi aggiusto gli occhiali guardandomi allo specchio. Esco di casa e vado nel giardino, e raccolgo un mazzo di rose candide come la neve. Non sono le mie preferite, preferisco il rosso, ma mi fanno pensare a lei. Aspetta da quando in qua penso a un licantropo? Sorrido e mi avvio con le rose in mano. La strada é quasi deserta. Passano poche persone. Poi la mia attenzione viene attirata da una chioma scura. Fermo Juliel, e lei alza lo sguardo. Mi arriva a malapena al petto, sembra una bambina. Vedo la sua vena del collo pulsare e mi lecco le labbra cercando di resistere alla tentazione del sangue, pensando a quello della lupacchiotta. Le sorrido, i miei canini sono cresciuti, e lei li guarda sgranando gli occhi.
"Che vuoi vampiro!" dice tremando. Io le sorrido amorevolmente, e lei mi fa una smorfia.
"Sto cercando la mia lupacchiotta, sai dirmi dove sta la sua casa?" dico malizioso, e lei diventa rossa per la rabbia.
"Non é la tua lupacchiotta, e se non vuoi morire ti consiglio di andartene. É ancora arrabbiata con te per il fatto del disinfettante. Ma fai come vuoi, ,la casa é quella." se ne va senza salutare. Sorrido, anche se non so a cosa si riferisce con il disinfettante. Arrivo di fronte alla sua porta, e sento il volume di un film sparato al massimo. Mi aggiusto nervoso gli occhiali e suono il campanello nascondendo le rose dietro la schiena. Sento qualcuno sbuffare e borbottare qualcosa riguardo ai film e le persone. La porta si apre, e Seelie é di fronte a me. Si blocca e sgrana gli occhi, mentre io arrossisco. Indossa solo un top e un pantaloncino. Muove irrequieta la coda, e ha le orecchie abbassate e ringhia leggermente. I suoi capelli corti sono tutti scompigliati, e resisto all'impulso di scostarglieli dalla fronte.
"Che ci fai qui vampiro!" lo dice ringhiando con gli occhi che luccicano di rabbia. Io le porgo le rose e lei sgrana gli occhi e smette di ringhiare. Le guarda e due lacrime solcano il suo viso. Mi dispero, ma non lo do a vedere. Lei se le asciuga.
"Che vuoi!" chiede di nuovo, ma questa volta la sua voce trema. Cerco di ritrovrare la calma, ma l'angoscia per averla fatta sentire male non se ne va.
"Sono qui per la ricerca!" dico ovvio, e per vederti e sapere come stai, ma questo lo penso solo. Lei annuisce e prende le rose. Mi fa entrare e poggia le rose sul tavolo, guardandole con nostalgia. Mi avvicino a lei e le poggio una mano sulla spalla. Lei se la scrolla di dosso e prende il computer. Io rimango fermo ad osservarla mentre sale le scale. Rimango immobile, poi lei ritorna e va nel salone. Si siede sul divano e mi ignora, continuando a mangiare una vaschetta di gelato da tre chili. Prende il telecomando e continua a vedere il film. Mi giro verso lo schermo e sorrido. Si sta vedendo avengers, io già lo visto, ma lei ancora no da come sta attaccata allo schermo. Inizio ad osservarla mentre lei non mi vede, poi finisco di vedere il film con lei. Alla fine del film si stiracchia ed io faccio lo stesso. Lancia via la confezione vuota del gelato e sbadigliando spegne il televisore. Si mette a gattoni e si allunga su di me. A momenti mi strozzo. Rimango immobile, mentre lei quasi sdraiata sulle mie gambe cerca di afferrare il computer. Arrossisco. Ma lei non ci fa caso. Continua ad allungarsi e a sbuffare, ma l'apparecchio é troppo lontano. Ridacchio e lei alza la testa incontrando i miei occhi in modo truce. Io continuo a ridere e le passo il computer. Lei mi ringrazia con una linguaccia, poi si siede accanto a me, iniziando a cercare notizie sul primo licantropo della storia. Sento il suo corpo premere contro il mio, e rimango senza fiato, anche se non respiro da tempo. Osservo le sue mani scivolare sulla tastiera sempre più veloci. Io non sto attento alla ricerca, ma la osservo come ipnotizzato. Si morde il labbro inferiore e ha le orecchie ritte attente. La sua coda si muove nervosamente, facendomi il solletico. Poi il mio sguardo si posa sul suo collo e allora impazzisco. Ricordo il sapore del suo sangue, e la sua vicinanza non aiuta affatto. Sfodero i canini e mi avvicino, ma lei pare sentirmi e si raddrizza.
"Hai prosciugato quattro licantropi meno di tre ore fa e hai ancora fame?" dice esasperata, ed io ridacchio annuendo. Lei scuote la testa e si alza spingendomi sul divano. Esce nel giardino, e dopo un po' la seguo. É quasi il tramonto, é passato in fretta il tempo! Seelie é inginocchiata di fronte ad un grosso albero, e ha delle rose in mano, le mie rose. Le poggia alle radici della pianta ed inizia a cantare. Ha una voce bellissima e rimango imbambolato ad ascoltarla. Vedo le rose ai piedi dell'albero piantarsi nel terreno e crescere formando un anello intorno alla lupacchiotta e all'albero. Lei smette di cantare ed inizia a singhiozzare. Rimango immobile, poi mi avvicino a lei. Spezzo un rametto e lei se ne accorge. Si gira e mi guarda con gli occhi rossi di pianto furiosa.
"Che ci fai qui!" sibila, é ancora trasformata, ma la vedo diversa. I suoi lineamenti sono più elfici e i suoi capelli tendono al verde scuro. É in ginocchio e mi lancia sguardi di fuoco. Cerco di avanzare, ma il cerchio di rose me lo impedisce. La guardo stupito, ma ora lei ha gli occhi chiusi e un'espressione sofferente sul viso. Ha le braccia al petto e si culla avanti e dietro, circondata dalle rose. Do un'occhiata all'albero e vi vedo delle cose incise. John Decry il miglior papà di sempre. Vendetta. Vendetta. Vendetta. Non fidarti mai.
Sotto questa scritta ci sono tanti tagli, in tutto sono più di trecento. Sento un fruscio, e vedo Seelie che si alza. Non piange più, é di pietra. Si avvicina a me ancora con i capelli colorati e mi punta un dito contro.
"Tu non hai visto niente!" dice solo, ed io annuisco come incantato. Poi Seelie sbatte le palpebre e ritorna completamente umana. Mi supera ed entra in casa. Io decido di non rimanere oltre e me ne vado. Cammino verso casa, ed inizio a pensare a lei, solo a lei. Voglio sapere tutto sul suo passato, voglio sapere chi é, voglio aiutarla. Non so cosa mi succede, non mi sono mai sentito cosi. Non é che..... No non é possibile! O forse si? Scuoto la testa ed entro in casa. No non può essere!

Ciau bau
Che ne dite? 😉🙂

Diversa, Licantropa, Principessa, Fata, Ma chi sono Io?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora