Capitolo tre

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SEELIE
Corro per le vie cercando di seminarlo, e già tanto che oggi non ho ucciso nessuno. Mi giro e non lo vedo più, allora inizio a trotterellare tranquillamente verso il mio appartamentino. Ripenso a come mi sono comportata davanti a lui, e mi infurio con me stessa.
Anche se so che non servirebbe a nulla. Il ricordo di quello che feci a mio padre non può cancellarlo nessuno.
Mi ricordo come se fosse ieri. Il bel ragazzo biondo che mi dice di essere la sua principessa, io che lo rifiuto, lui che si arrabbia, io che scappo. Arrivai a casa e chiamai papà, lo chiamai più forte che potevo, ma lui non mi rispondeva, non poteva risponde e mi. In salone lo trovai diviso a metà, sul suo volto un sorriso, sul suo corpo solo sangue. Ricordo che piansi, era colpa mia, il ragazzo non gli avrebbe fatto nulla se avessi accettato. Ricordo che mi trasformai e scavai una buca con le mie piccole zampe. Ricordo che lo avvolsi in una tela dorata. Lo calai nella buca e lo abbracciai un'ultima volta, osservando per l'ultima volta il suo sorriso, cercando di dimenticare i suoi occhi spenti. Lo coprii con la terra, appena finito iniziai a cantare la canzone che mi insegnò lui on un caldo pomeriggio d'estate. Cantai finché non ebbi più voce. Chiusi gli occhi e le mie lacrime caddero sulla terra appena smossa del giardino. Vidi germogliare le mie lacrime, e formare un piccolo alberello, lo guardai accarezzando ogni foglia. Dissi addio a mio padre, poi mi portarono li, nel posto più bello del mondo, o anche il più tremendo. Cambiai cognome, ero una Licaone, discendente del primo della nostra razza, ma non riuscivo a dimenticare, a dimenticare quello che mi avevano tolto. Alla reggia si viveva bene, ma io pensavo solo a lui. I lupi eliminarono ogni mio sogno. Ogni fiaba su di loro era falsa, la fedeltà non esisteva, c'era solo il potere e il denaro. Rimasi li finché non divenni abbastanza forte, poi scappai e ritornai qui. Ricordo ancora gli sguardi ostili che ricevetti dopo la luna piena. Io sapevo quello che facevo mentre mi trasformato, gli altri no. Iniziavano ad evitarmi, e anche se ero nobile mi disprezzavano.
Ricordo la gioia che provai vedendo l'albero grande, ricordo che piansi mormorando il nome di mio padre, e ricordo la brezza che mi accarezzò consolandomi.
Scuoto la testa e continuo ad avanzare. Ad un tratto mi fermo. Dieci lupi sono davanti a me e mi bloccano il cammino. Li osservo, e quando il mio sguardo si posa su quello al centro, inizio a correre. Corro come non ho mai fatto. Giro un angolo e mi saltano addosso. Io ne uccido due, e a quel punto il capo si ferma e si trasforma, io faccio lo stesso, rimanendo però metà lupo. Lui mi guarda sorridente, io vorrei vomitare. Inizia a parlare, ma io lo ascolto distratta. Cercando una via di fuga. Una parola mi riscuote, la parola Omega. Inizio a ridere, e lui mi guarda in modo strano. Prendo i lembi della mia canotta e me la levo rimanendo solo con il reggiseno di pizzo. Mi giro e faccio vedere a Marcus il marchio. Lui mi guarda stupito, ma il mio sguardo viene catturato da qualcuno alle sue spalle. Jonathan mi sta fissando tutto rosso, e distoglie lo sguardo. Lo distolgo anche io e so di essere rossa. Sento una fitta al cuore, ma non so cosa sia. Avverto Marcus di andarsene, poi mi sono tutti addosso. Ne uccido altri 3, ma gli altri 5 no mi lasciano. Sento qualcuno staccarli da me, e sento il rumore di un risucchio, poi qualcuno che scappa. Perdo i sensi.

Mi risveglio in una stanza buia, su qualcosa di morbido. Spalancò gli occhi e cerco di alzarmi, ma un dolore troppo forte alla schiena mi fa star immobile. Sento qualcuno accanto a me e giro la testa lentamente, anche se fa tento male. Accanto a me c'è Jonathan, addormentato, con gli occhiali storti, i capelli arruffati e la bocca aperta. Sorrido intenerita, e delicatamente gli levo gli occhiali. Lui non se ne accorge nemmeno, e continua a dormire. Anche se lo odio lo devo ringraziare. Forse mi sono sbagliata e non é come tutti i succhiasangue. Elimino questo pensiero dalla mia mente e chiudo gli occhi. Mi addormento subito, e questa volta gli incubi non vengono.
Vengo svegliata da un oggetto che cade a terra. Mi semitrasformo e balzo giù dal letto, per poi ridacchiare. A gattoni di fronte a me c'è Jonathan, che sta cercando disperatamente gli occhiali, facendo cadere ogni cosa. Gattonando prendo con i denti gli occhiali, e mi avvicino a lui. Glieli metto sul naso, e con il mio li sistemo. Siamo vicinissimi, lui appena si accorge della mia presenza diventa tutto rosso ed io sorrido. Balzo sul letto e mi trasformo completamente, iniziando a zompettare felice.
Lui mi sorride e cerca di acchiapparmi, ma senza successo. Dopo qualche secondo é sotto di me, ed io gli ringhio contro divertita. Lui mi guarda e ride. Io gli lecco la guancia e balzo fuori dalla finestra. Lo sento urlare, ma non lo ascolto. Corro per i tetti saltando di casa in casa, poi entro nel mio appartamento. Entro dalla finestra del salone, e mi stendo sul divano trasformandomi in metà lupo. Mi levo le odiose bende che mi ha messo il vampiro ed inizio a grattarmi. Ogni volta che una benda va via mi sento rinata, e intanto inizio a maledire il vampiro. Dovrebbe sapere cosa succede se si medicano con il disinfettante le ferite di un licanrropo. Secondo me lo ha fatto a posta, non c'é altra spiegazione. Mi metto a leccare le ferite, poi corro in camera stando ben attenta a non colpire nulla con la mia coda. Sono diversa dagli altri lupi pure per il mio aspetto. Sono completamente bianca, e la mia coda a differenza degli altri é folta e morbida come quella di un gatto. Vado nella mia camera e mi cambio. Metto un top nero aderente e un pantaloncino che permette alla coda di uscire fuori. Mi guardo allo specchio e noto che le ferite sono quasi sparite. Vado in cucina e prendo una gigantesca vaschetta di gelato dal freezer. Vado nel salone e mi metto a vedere un film: Avengers Age of Ultron. Apro la vaschetta ed inizio a mangiare. Sono a metà film e a metà vaschetta quando qualcuno suona alla porta. Con la vaschetta di gelato in mano vado ad aprire, dimenticando di essere metà trasformata. Apro, davanti a me c'è la mia migliore amica. Juliel mi porge la borsa, ma poi vede le orecchie e la coda e sbianca. Inizia ad urlare. Dalla sua bocca esce un suono acutissimo, che ferisce il mio udito. Mi accasciò al suolo tappandomi le orecchie più forte che posso e tremando. Mi scoppia la testa. Lei si blocca appena vede il mio volto sofferente. La scatola di gelato é ai miei piedi, ed io sono inginocchiata a terra, sudata e tremante. Alzo lo sguardo su di lei, e Juliel si tappa la bocca. Rimane immobile, poi mi abbraccia e mi aiuta ad entrare. Il suo urlo rimbomba nelle mie orecchie, e soffro ancora. Ci sediamo sul divano e Jiuliel inizia a tempestarmi di domande, alle quali rispondo scuotendo la testa. Lei ha le lacrime agli occhi, ed io solo ora la guardo. Ha gli occhi rossi e un espressione strana. Non parla, continua a dondolarsi sulle ginocchia.
"Puoi anche andartene, ti capisco. Nessuno vorrebbe stare con un mostro." dico prendendo fiato. Lei mi guarda sgranando gli occhi, e mi da un pugno sul braccio ridendo istericamente.
"Licantropa o no Seel, rimani la mia migliore amica." le sorrido stupita, ed iniziamo a ridere. Scuoto la coda e l'abbraccio. Poi lei me la tira, facendomi ringhiare.
"Eh lupacchiotta, ora mi diverto io!" mi prende per le orecchie da lupo e inizia a farmi dei grattini dietro di esse. Muovo la coda ed inizio a sbattere il piede a terra sempre più velocemente. Juliel se la ride, e mi lascia andare. Prende una cucchiaiata di gelato e se ne va ridendo. Io la saluto e continuo a vedere il film, mangiando il gelato rimasto.
Manca poco più di mezzora alla fine del film e ho quasi finito la vaschetta, quando bussano di nuovo alla porta. Ma cosa ha la gente contro il vedere un film in santa pace! Sbuffo e vado ad aprire. Apro la porta incazzata, ma rimango immobile sull'uscio.

Ciao,
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Diversa, Licantropa, Principessa, Fata, Ma chi sono Io?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora