Capitolo cinque

57 5 0
                                    

SEELIE
Corro in casa, sperando che quel bastardo di un vampiro non mi segua. Salgo le scale, e le prime lacrime iniziano a scendere. Arrivo in camera e mi butto sul letto singhiozzando. E continuo a pensare a lui, a quell'odioso, idiota, imbecille, deficiente, affascinante succhiasangue. Aspetta, l'ho pensato davvero!? Mi alzo di scatto ed inizio a ridere senza motivo, scuotendo la testa. É ufficiale. Seelie é da manicomio. Preghiamo l'Istituto più vicino di venirla a prendere. Continuo a ridere, poi mi fermo diventando seria. Quel vampiro ora sa, e non ci vorrà molto, ma lo saprà anche il resto della scuola. Stringo i pugni. Perché mi ha seguita, lo odio, lo odio! Quanto vorrei averlo tra le mie mani ora. Lo rispedirò nella tomba. Mi alzo e mi avvicino allo specchio. Rimango a bocca aperta fissando i miei capelli. Alcune ciocche sono diventate verde scuro, quasi nero. Le tocco e le attorciglio ad un dito, poi guardo la finestra. É la luna piena. Inizio a mutare, ma molto lentamente. In qualche minuto sono un lupo bianco , solo che ora la mia coda é striata di verde scuro. Esco dalla finestra e mi sistemo sul tetto. Inizio ad ululare, avvisando i lupi dei dintorni che l'Alpha non vuole nessuno. Rimango ad osservare il mio territorio tranquilla sotto la luce della luna. Un'ombra attira la mia attenzione. Balzo oltre il cornicione ed atterro sulla strada con grazia. Cammino in direzione dell'Ombra ed inizio a ringhiare. Un piccolo lupacchiotto esce da dietro un cassonetto, addentando una lattina. Avrà si e no due tre anni. É tutto nero, e ha gli occhi rossi. É la sua prima notte. Lo vedo dalla cicatrice alla schiena che pulsa. É un'Alpha. Si trascina verso di me lasciando una scia di sangue. Lo annuso. É sangue umano. Ringhio al cucciolo, e lui mi segue. Continuo a fiutare la scia di sangue ed avanzare, con il piccolo dietro. Entriamo in una casa dalla porta spalancata e piena di sangue. Infilo la testa nella casa e osservo l'interno disgustata. Ci sono tre corpi, tutti sbranati da piccole zanne. Sono tutti morti, non c'è speranza. Mi giro verso il lupetto che scodinsola felice, e ringhio sgridandolo. Gli faccio cenno di seguirmi, poi salgo su un tetto, e lui fa lo stesso anche se con un po' di fatica. Mi siedo ed inizio ad ululare. Il piccolo inizia a giocare con la mia coda tirandola. Mi stendo, rimanendo però la testa alta. Qualcuno mi salta addosso e si arrampica sporcandomi di sangue. Inizia a mordermi le orecchie, e sorrido. Passo cosi la luna piena, cercando di far capire ad un lupacchiotto cosa non si fa e cosa si fa e giocando. Mancano poche ore all'alba, e il cucciolo si addormenta. Prendo con le fauci il suo corpicino e lo sollevo, portandolo a casa con me. La luna scompare, e il sole sorge. Mi trasformo in metà umana, e anche il bimbo inconsciamente lo fa. Addosso ha solo un pantaloncino strappato e tutto sporco di terra e sangue. Ha i capelli neri e la pelle chiara. Dorme come un'angioletto. Arrivo a casa e lo stendo sul divano, aspettando che si svegli. Dopo un po' lo vedo stiracchiarsi e stropicciarsi gli occhi, mormorando un mamma. Apre gli occhietti assonnati. Sono giallo dorati. Mi inquadra e piagnucola. Lo abbraccio e lui si stringe a me scuotendo poco poco la codina.
"Tu non sei la mia mamma. Dove sta la mia mamma?" chiede piagnucolando. Io scuoto la testa e lo accarezzo.
"Sono io la tua mamma ora." dico e lui mi abbraccia ancora più forte.
"Hey lupacchiotto vuoi saltare la colazione?" dico ridacchiando, e lui salta subito in piedi scodinsolando felice. Poi si accorge della coda, ed inizia a girare cercando di prenderla. Rido e lui si ferma guardandomi male. Gli faccio vedere la mia e sorride.
"Prima di fare colazione però un bel bagno!" lui mi guarda contrariato e sbuffa, poi tenta la fuga, ma io sono più forte, e lo acchiappo. Entro nel bagno e riempio la vasca, con il lupacchiotto sulle spalle. Poi lo faccio tuffare nella vasca. Lui inizia a dimenarsi, ma alla fine si arrende, ed io batto le mani mentre lui mette il broncio. Gli levo tutto il sangue e la terra dai capelli, poi vado a cercare qualche pantaloncino e una maglietta da mettergli. Entro nella camera di mio padre e tremo prima di entrare. Ma alla fine sospiro e varco questa soglia maledetta. Non la osservo nemmeno, mi dirigo subito ad uno scatolone. Mi metto a cercare, e subito trovo gli abiti che usava mio padre da piccolo. Prendo una camicetta e un pantalone di jeans, con delle mie vecchie converse e mi dirigo in bagno. Tiro fuori il piccolo dall'acqua e lo asciugo tra i suoi continui lamenti. Lo vesto e lo prendo in braccio portandolo in cucina. Lo siedo al tavolo e lui inizia a sbattere le manine paffute sulla superficie di legno. Inizio a preparare la colazione, che consiste nel prendere dal frizer una vaschetta di gelato alla vaniglia da tre chili e dividerla con quel cucciolo. Mi si e do anche io a tavola e do il gelato al lupetto che sgrana gli occhi e scodinsola, per poi tuffarsi sul gelato.
"Come ti chiami?" gli chiedo e lui alza il musetto sporco dalla ciotola e sorride.
"Sevvy, e tu?" chiede curioso, alzando le orecchie.
"Seelie, ma puoi chiamarmi come vuoi." dico sorridente, e lui inizia a pensare con una faccia buffa sul volto. Rido, e lui mette un broncio puccioso.
"Posso chiamarti sorellona?" chiede timido, ed io gli scompiglio i capelli. Guardo l'orologio e sono già le sette. Mi alzo finendo il gelato, e prendo la ciotola vuota si Sevvy, che sta iniziando a leccare, sporcandosi anche le orecchie. Lui mi guarda arrabbiato, e cerca di scappare quando con un fazzoletto gli pulisco il musetto, ma nessuno batte Seelie. Una volta finito Sevvy mi fa la linguaccia, ed io rispondo con un ringhio che lo fa saltare dalla paura. Mi risiedo di fronte a lui, e lo guardo seria.
"Sei un licantropo." dico, e lui stupito apre la bocca per parlare, ma io lo blocco con un ringhio. "Anche io lo sono, e sono un lupo solitario e questo é il mio territorio. Ma siccome mi stai simpatico rimarrai con me OK?" lui annuisce serio, e mi lascia scappare un sorriso. "Allora oggi ti porto all'asilo contento?" lui batte le mani eccitato, ma io spengo subito la sua felicità.
"Prima di tutto devi ritornare umano, non possiamo portare un lupo nella scuola." lui annuisce e chiude gli occhi sforzandosi.
"No non si fa cosi!" dico ridendo, e lui mi lancia uno sguardo truce. "Devi immaginarti la tua forma umana e ti trasformi, cosi." mi trasformo e lui batte le mani. Chiude gli occhi e si impegna, muta e ritorna un piccolo bimbo di tre anni. Sorrido scompigliandogli i capelli e lui apre gli occhi meravigliato. Lo prendo per mano ed usciamo. Anche se é dicembre io non ho per niente freddo con la canotta e i jeans addosso. Sevvy mi da la mano, ed insieme andiamo verso la scuola, io con la mia borsa a tracolla, e lui con un sorriso innocente sul volto.

Che ne dite?
Permetto una cosa:
Io non metto media sui personaggi, perché voglio farveli immaginare.
Non faccio avvisi, o almeno ci provo a non farli. Posterò un capitolo al giorno se non due.
Ciau bau 😘🙂

Diversa, Licantropa, Principessa, Fata, Ma chi sono Io?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora