"Davvero Sef, io non so come fai a restare così calma, al posto tuo avrei già buttato giù la porta ed i denti a lei" la mia amica Emerald, si coalizza con me.
"Non è da me e poi, se va bene a lui, non posso farci nulla. Prendermela con lei, non servirebbe, non ha colpa, è lui lo stronzo" metto in chiaro che, non ci saranno ritorsioni da parte mia. Ovviamente, sbaglio.
Un'ora più tardi, sono un fascio di nervi. I rumori dalla stanza di faccia, sono intollerabili e fastidiosi. Le risatine di lei, accompagnate da altro, hanno su di me lo stesso effetto delle unghie sulla lavagna. Vorrei buttare giù la porta e picchiarli entrambi.
"Sai una cosa, hai ragione! Usiamo la psicologia... vuoi fargliela pagare, senza mostrare che ti ferisce stando con un'altra. Facciamogli assaggiare la sua stessa medicina, andiamo alla festa della confraternita e scegli uno a caso. Ci flirti un po', ridi alle sue battute, senza esagerare o dare adito a pensieri equivoci. Vediamo il genio, che cosa ne pensa!" Emerald, ha fornito un super suggerimento.
"Sei grande! Hai ragione ma, parliamo piano, qui anche i muri hanno orecchie..." suggerisco, sapendo che può sentire. Ovviamente Emerald, non ha idea del perché abbia detto così, e così deve rimanere la faccenda.
Vado a fare la doccia, approfittando del fatto che, ancora non c'è quasi nessuno in dormitorio. Infatti, le docce sono quasi tutte libere. Entro nella prima disponibile e mi lavo abbastanza velocemente. Infilo il mio accappatoio e ritorno verso la mia camera. Succedono due cose in contemporanea, sbatto contro Tristan e la porta del cretino si apre, facendo uscire una Laura scompigliata ma contenta. Adotto subito il modo di fare che mi ha suggerito Em, faccio quasi le fusa a Tristan, che mi guarda con tanto d'occhi.
Gli mormoro qualche frase di poca importanza, con timbro seducente, fissandolo dritto in faccia. Alla fine, vedendolo così sconvolto, lo saluto e gli do appuntamento alla festa della confraternita. Passo davanti alla sua porta, sculettando, mentre è impegnato con quella stupida oca, che lo tocca dappertutto. Mentre la bacia ed io passo mi lancia un'occhiata. Gli faccio un sorrisino malizioso e alzo il pollice. Non se lo aspetta, vista la reazione di totale sbalordimento.
Gli chiudo la porta in faccia e cerco di non scoppiare a ridere vedendo Em, nera come il due di picche, avendo assistito a tutta la gag.
"Ok, adesso lascia fare a me e, per stasera, niente solito look da ragazza di paese! Stasera si osa, mia cara. Facciamo vedere a quel babbeo che cosa si perde..." ci diamo il 5, poi lei comincia la sua opera di restauro... Due ore e mezza dopo, sono una favola. Stento a riconoscermi, davanti allo specchio del piccolo armadio. I capelli vaporosi e un tantino ondulati, il vestito attillato ma non indecente, le scarpe col tacco che slanciano. Il trucco leggero ma di grande effetto, mette in risalto occhi e capelli, di un colore così particolare. Orecchini, bracciale e piccola catenina, completano la creazione. Sto veramente bene, apprezzo il risultato e lo sforzo, chissà cosa ne penserà lui.
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Ma cà rồngSIAE. Cosa succede quando sei stata cresciuta e costretta a vivere,con l'uomo che ha ucciso la tua famiglia? Volete saperlo? Leggete la mia storia... Pubblicato il 4 agosto 2016.