Ricordami...

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-No nessun cambiamento, sì è sempre chiusa in camera con lo sguardo perso-

-Non lo, so. Non sappiamo più che cosa fare, è una settimana che sta così-

-Ci ho provato, ma non reagisce. Forse, avresti dovuto pensarci prima, non credi? Adesso il danno è fatto. Kate non sa più che cosa inventarsi-

-Senti amico, hai fatto una cazzata. Il problema è che non si può più rimediare, tornando faresti solo peggio-

-Si, ok ti passo Kate-

-Ciao-

-No è come ti ha detto Alex, passa le giornate a letto, dormendo o facendo il vegetale-

-Ha degli incubi, si sveglia urlando-

-Sì, l'ha visitata il dottore. Non c'è molto che possiamo fare, il trauma è stato grande. Averla abbandonata, non è stata una mossa intelligente. Io ed Alex, pensavamo che, forse, un paio di settimane in una struttura...-

-Non sono lei, che mi puoi urlare addosso. Siamo rimasti a raccogliere i pezzi dei casini che hai combinato, quindi ti conviene essere un pochino più umile-

-Si ok-

-Non lo so, non so più che cosa fare. Penso che il ricovero sia la soluzione migliore. Alex garantirà le cure e lo staff migliori-

-No, tu non capisci! E' in stato catatonico, brutto pezzo di merda!-

Sono sulle scale, seduta, quando sento questa conversazione tra Alex, Kate e, credo, Marcus.

E' stata una settimana difficile, dopo la sua partenza. Sono stata risucchiata in una voragine, da cui ho fatto molta fatica ad uscire. Kate è ancora con la cornetta all'orecchio, quando faccio il mio ingresso silenzioso.

Alex mi sente e le mette una mano sulle spalle, facendola voltare verso di me.

-Aspetta- dice al suo interlocutore, per passare la cornetta ad Alex. Kate mi si avvicina e mi stringe, per poi tirarmi indietro e guardarmi da capo a piedi, con tanta preoccupazione.

"Sono felice di vedere che sei ancora viva" mi prende in giro bonariamente.

"Mi spiace, avervi fatti preoccupare. Ho sbagliato a reagire in questo modo, ma non sapevo che altro fare. Essere abbandonata, è stato un duro colpo, per la seconda volta nella mia vita. Sempre a causa della stessa persona, so che Marcus ha un passato difficile, che lo ha reso duro e inarrivabile, ma io non c'entro nulla, ed essere lasciata così, come un pacco, mi ha scossa. Adesso sto bene e sono pronta per la nuova famiglia" la rassicuro.

Alex, sceglie quel momento per riagganciare.

"Persefone, le cose non stanno del tutto così. Non c'è nessuna nuova famiglia che ti aspetta" mi comunica con sguardo velato di tristezza.

"Capisco, essere indesiderata non è una novità per me. Vi ringrazio per tutto, ma capisco che è arrivata l'ora di andare. Prendo le mie cose e vado."

"No, non hai capito. Sta venendo a prenderti. Vieni, sediamo in salotto, io e Katie dobbiamo dirti delle cose" si lanciano uno sguardo, poi lui alza gli occhi al cielo e aggiunge:

"Lo so, so che sto tradendo la sua fiducia, ma sono stanco di vederlo autodistruggersi. E' giunto il momento che lei sappia" si siede elegantemente, sulla poltrona, mentre io e la sua fidanzata ci sediamo sul piccolo sofà, dove lei subito mi prende la mano.

"Vedi, c'è una ragione valida dietro il suo comportamento. Hai notato che il cambiamento radicale è avvenuto quando tu, avevi all'incirca 14 anni?" mi chiede lui.

"Sì, beh, non è mai stato cuori e fiori, tuttavia devo ammettere che sì, le cose sono peggiorate da quando avevo pressappoco quell'età" ammetto.

"Bene, devi sapere che lui, ha iniziato a provare qualcosa per te. Lo dico con cognizione di causa, visto che me lo sono ritrovato in casa, una notte, sconvolto. Mi ha detto tutto, ha vuotato il sacco, parlando dei suoi sentimenti" racconta, a me e Kate.

"Ovviamente, approfondirai il discorso con lui, visto che sta arrivando ma, sappi, che c'è più di quello che mostra. Certo, non è un agnellino, ha comunque un carattere duro, spigoloso e difficile, tuttavia non è il mostro, anche se si comporta da tale, che tutti credono, che tu credi essere" capisco che, con queste frasi, il discorso è chiuso.

Devo aspettare che arrivi e parlarne con lui, sono curiosa di sapere cosa c'è dietro. Capire, il perché di tutto quello che mi ha fatto passare.

Torno in camera e vedo che il letto è stato cambiato, con lenzuola pulite. Vado a fare una doccia, mi metto un pigiama pulito e mi sdraio, aspettandolo. Non riesco a stare ferma, allora decido di affacciarmi alla finestra.

Ed è lì, che lo vedo. Davanti al roseto, in piedi. Lo riconoscerei tra mille, i suoi occhi ineguagliabili. Anche se non capisco come possa essere arrivato nel giro di poche ore, mi affretto a scendere da lui.

Mi fermo, indecisa su cosa fare, tanta è l'emozione. Mi è mancato molto, ma non so bene come comportarmi. Allunga una mano e quel gesto, ha per me, più significato di mille parole. Lo raggiungo e metto la mano nella sua.

Fidandomi.



Continua...

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