Non ho passato l'esame vestiario.
I miei semplici pantaloni neri, con camicetta bianca, non erano adatti.Ha rovistato tra le mie cose, scegliendo l'unico abito che non mi sarei mai messa. Tra l'altro non lo ho neppure messo io, in valigia.
È nero, semi trasparente e corto, molto corto.Kate, mi ha prestato un paio di stivaletti con poco tacco. Salvandomi dalla tortura delle décolleté con tacchi a spillo.
I capelli acconciati in una treccia morbida ed un filo di trucco, completano il tutto.
Ci ho impiegato molto a truccarmi, visto che muoio di sonno a causa del fuso orario.
Ma lui ha deciso di uscire, vincendo anche le decise insistenze di Kate, nel farmi riposare.Sono pronta, apro la porta del bagno e me lo trovo davanti.
Jeans attillati e camicia bianca, con maniche arrotolate.Resto un attimo in confusione, poco avvezza al suo look.
Di solito veste di nero, con pantaloni comodi e t-shirt, accompagnati dai soliti anfibi.
Quella mise, mi lascia un secondo perplessa.
Dissimulo il tutto e lo guardo.Mi prende per un braccio e mi trascina giù, per le scale.
Fortuna che non ho i tacchi, se no mi rompevo una gamba.Arriviamo di sotto e Alex insieme a Kate, sono spettacolari.
Lui casual, pantaloni morbidi beige ed una maglia grigio antracite.
Lei con un mini abito rosso, con schiena scoperta."Come sei carina! Ti sta proprio bene, questo vestito" si complimenta lei, facendomi arrossire.
"Grazie, anche se in confronto a te, sembro una barbona" cerco a modo mio di restituire il complimento.
Ridono tutti della mia battuta, tranne lui.È serio, i suoi occhi color ghiaccio, che fanno da contrasto ai capelli blu elettrico, risplendono.
È un peccato che sia rovinato dentro, perché fuori è perfetto.
Sarebbe, è, veramente bello.
Peccato che il suo carattere lo rovini, facendo passare tutto in secondo piano.Il tragitto, nella Londra illuminata di notte, è breve.
Il locale in cui siamo diretti si incomincia ad intravedere.
La fila chilometrica, quasi sbocca sulla strada.Parcheggiamo in una stradina laterale, i due ragazzi davanti,io e Kate, immediatamente dietro.
"Allora Persefone, dimmi un po' di te" domanda cordialmente.
"Sef, chiamami Sef.
In verità non c'è molto da dire, ho 17 anni e da 12 vivo con Marc. Ovvero, da quando i miei sono morti in un incidente.
Mi piace leggere e coltivare, accudire, le rose. Prediligo quelle bianche.
Mi piacciono gli animali, che per ovvie ragioni non possiamo però tenere in casa.
Amo il disegno, mi piace fare ritratti, anche in carboncino." Termino impacciata, non sapendo bene che cosa aggiungere.Adesso siamo quasi davanti all'entrata.
Viene logico pensare che, passeremo la serata in fila.
Ma il buttafuori, non appena vede i ragazzi, apre il cordolo e ci fa passare.Kate nota la mia faccia e sorridendo mi sussurra " il locale è di Alex. Regalo per la mia laurea in legge."
Sorrido, immaginando cosa si possa provare a ricevere un regalo.
Io non ne ho mai avuti.
Entriamo e resto basita, dalla moltitudine di persone che ballano.
Chi è in pista, chi al bancone bar, altri sui divanetti, qualcuno in piedi che parla.Sento Kate che mi tira verso il bar e mi giro sorridendo.
Non c'è lei però davanti a me.
Marcus, gli occhi scintillanti, mi fissa scuro in volto.
Mi attira al suo fianco, mettendomi una mano intorno alla vita.Alex ci fa strada, fino al bancone.
Ordina per sé e Kate, conoscendo i suoi gusti.
Sono abbracciati e si guardano con complicità.
Ancora una volta, mi sento sbagliata, fuori posto."Cosa vuoi?" È sempre così brusco.
"Un succo all'arancia" rispondo a testa bassa.
"Ok" sempre risposte brevi e concise.
Eppure dovrei esserci abituata, forse frequentare questa coppia mi sta facendo vedere che, al mondo, c'è altro.
Mi mette in mano il bicchiere, con violenza.
So quanto odi toccarmi, anche quando mi fa quelle cose.Kate ed Alex si buttano in pista, io mi metto in un angolo poco illuminato, a fare da tappezzeria.
La storia della mia vita, sempre al margine, come una muta spettatrice.
Viva ma mai protagonista, neppure della mia vita.Trangugio in un sorso il succo, che stranamente, ha un retrogusto amaro.
Mi affonda nello stomaco, pesantemente.
Uno sgabello si libera ed io mi siedo.
Sono stanca, quasi da non reggermi in piedi."Ciao, è occupato questo posto?" Chiede una voce maschile.
Mi volto nella direzione da cui proviene.
Un ragazzo sui venti anni, un tipo comune con un sorriso aperto, mi è davanti ed indica lo sgabello affianco al mio."Non credo" mormoro imbarazzata.
"Io sono Tristan, piacere.
E tu sei?" Chiede allungando la mano."Non per te, amico" la voce di Marcus, tagliente come un rasoio, alle mie spalle.
La faccia del tipo rimanda esattamente quel che prova, paura.
È ha ragione, Marcus è spaventoso.Il tipo se la da a gambe.
"Non era necessario spaventarlo, non ha fatto nulla di male" sussurro."Cosa credi che volesse?fare conversazione, scambiarsi opinioni sui fiori? Cristo, svegliati Sef, a volte sei proprio stupida!" Sì sta contenendo, lo capisco bene.
Non ce la faccio, devo andare via.
Mi alzo, faccio due passi, ma subito mi blocca."Dove credi di andare?" Mi fulmina con lo sguardo.
"Il più lontano possibile da te" mi libero, solo perché me lo permette, correndo via.
Ho adocchiato un piccolo terrazzino, esterno.
Mi ci rifugio, respirando affannosamente.
La porta si apre e richiude."Lasciami stare. Ho bisogno di un momento.
Non voglio fare una brutta figura con Kate ed Alex" Spero di rabbonirlo."È tutto ok, tesoro. Dimmi che sta succedendo?" È Kate.
"Non lo so Kate, non so più nulla."
"Ok, non sai cosa succede.
Ma a che fare con Marcus, vero?" Brava Kate."Sì, lui è sempre così... va beh, non fa niente.
Grazie per esserti preoccupata, ma sto bene" abbasso la testa, per non farle vedere la menzogna."Non stai bene, Sef.
Si vede da chilometri. Sia io che Alex ce ne siamo accorti.
Senti, io non lo conosco bene, ma so quello che ha passato.
Perché è diventato così.
Non lo sto giustificando, tu sei innocente e paghi per una colpa non tua.
Ma anche io ho avuto i miei problemi con Alex, non era l'uomo che è, che vedi, adesso.
Ci sono stati dei grandi avvenimenti, che lo hanno spinto a rendersi conto di amarmi.
Succederà anche con lui" alzo di scatto la testa."Lui non mi ama. Non è capace di amare.
Comunque non è per questo che sto così.
L'amore non c'entra " ribatto."L'amore, c'entra sempre piccola mia.
È ciò che fa girare il mondo.
Dagli tempo, lo capirà prima o poi" mi fa un sorriso dolce prima di lasciarmi sola.Rifletto bene, Kate è una gran brava ragazza, ma stavolta ha toppato alla grande.
Lui non mi ama ed io non amo lui.Ma è davvero così?
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VampirSIAE. Cosa succede quando sei stata cresciuta e costretta a vivere,con l'uomo che ha ucciso la tua famiglia? Volete saperlo? Leggete la mia storia... Pubblicato il 4 agosto 2016.