Welcome in my life...

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"Marc, santo cielo, è un incubo! Svegliati" lo scuoto, ma continua ad urlare.
Gli occhi aperti, sbarrati.
I canini sporgenti e le mani ad artiglio.
Si volta con scatto felino e mi tira uno schiaffo, così forte da spaccarmi le labbra e buttarmi contro la parete.

Non ho neppure il tempo di reagire che, con una mano, mi prende per il collo e mi alza.
I piedi penzolano, le mani cercano in qualche modo di fargli mollare la presa.
È come cercare di fermare un treno in corsa.
Non ho fiato per urlare, sento le lacrime uscire, i polmoni bruciare per la mancanza di ossigeno.

Col poco fiato che mi resta, sussurro il suo nome, sperando, pregando,che ci sia ancora lui da qualche parte.
La luce si accende, dopo che la porta è stata sbattuta con violenza.
Così forte che nel muro c'è una crepa.

Uno dei suoi, cerca invano di fargli mollare la presa.
Accorrono altri, mentre le forze, la vita, mi lasciano.
D'un tratto lo vedo inarcarsi e spalancare gli occhi.
Crolla a terra, trascinandomi con sé.

Eva, gli ha sparato un dardo alla verbena, un secondo prima che mi uccidesse. 
Qualcuno mi prende di peso, mentre cerco disperatamente di incamerare aria, portandomi lontano.
In una camera in disuso.

"Cerca di fare piano, respiri brevi e controllati.
La gola si gonfierà e farà male, posso darti del sangue se vuoi" chiede.

Tra un conato ed un respiro affannoso, scuoto la testa.
Non voglio il loro sangue.

"Non si è reso conto di quel che faceva.
Aveva un incubo. Avrà creduto che fossi qualcun altro" spiega.

"Lo so" riesco a bisbigliare.
Poi un grande frastuono, cose che si rompono, urla.
Il ragazzo corre via.

Ancora chiasso, poi silenzio.
Mi rannicchio, sul letto.
Poco dopo la porta si apre, Eva.

"C'è bisogno di te.
È convinto di averti uccisa, è in piena crisi isterica" confessa.

Mi alzo e lei mi sorregge.
Entro in camera e gli altri si fanno da parte.
Ma di lui non c'è traccia.

"Là, dietro il mobile" mi indica Kostas.

Ed allora lo vedo.
Rannicchiato, in preda al terrore.

"Uscite tutti, subito" gracchio.
Nessuno mi contraddice.
Aspetto che escano e mi avvicino.
Prendo il volto tra le mani.

Si mette in ginocchio e dice:

Continua...

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