8.

18 2 1
                                    

EVELINE.

-Bene ragazzi, grandi notizie!- disse il professore entrando in classe con un'espressione sul volto piuttosto entusiasta.
-Siamo riusciti ad ottenere il permesso per il viaggio d'istruzione in Spagna.- tutti iniziarono a far chiasso urlando di felicità, io e Colt ci guardammo e ridemmo, era sempre stato il nostro sogno quello di andare insieme in Spagna e adesso si stava realizzando.
Il professore portò all'ordine l'intera classe in meno di un minuto e poi iniziò la lezione, quasi non ci credevo, saremmo andati in Spagna.
A quanto pare nessuno riusciva a realizzare la notizia che il prof ci aveva appena dato, molti erano contenti solo per il fatto che non avrebbero dovuto studiare, altri invece, come me e Colton ad esempio, erano contenti perchè finalmente avrebbero potuto visitare una delle loro città preferite. Madrid.
Prima che suonasse la campana, il professore ci spiegò che dovevamo essere noi a scegliere quale professore o professoressa avrebbe dovuto accompagnarci, poi andò via.
-Riesci a crederci?- stavo parlando con Colton del viaggio mentre cambiavamo i libri dall'armadietto, quando qualcuno ci saltò addosso.
-Andremo in Spagna!- disse urlando con la sua voce squillante, la signorina Lopez ci passò accanto e rise vedendo Mar che esultava in quel modo, beh si, sembrava proprio una matta.
Un bel viaggio era proprio quello che ci voleva per staccare la spina da tutta quella situazione. Josh, i miei che litigavano spesso, le strane occhiatine a scuola, insomma era arrivato il momento per un po' di relax.
Dopo la scuola io e Colton andammo a casa di Mar, dovevamo preparare un progetto di spagnolo e casa Harris era perfetta. Mangiammo una pizza al volo mentre scrivevamo alcune idee su come poter fare il progetto in modo da avere quel voto in più che ci spettava.
Mentre scrivevo mi venne un'idea che non era nemmeno lontanamente ai livelli di ciò che avevo scritto in quel foglio, era ancora meglio.
-Ragazzi quanto tempo abbiamo per consegnare tutto?- chiesi.
-Due settimane precise, nè un giorno in più nè uno in meno.- rispose Colton, Margaret mi guardò e da come sorrisi io forse riuscì a capire che avevo avuto una delle mie idee assurde ma che stranamente funzionavano sempre.
-Illuminaci.- disse Mar.
-Il progetto riguarda lo sport, no? E se noi da ottimi studenti mettessimo su delle mini olimpiadi?- strabuzzarono gli occhi talmente tanto che per poco non gli caddero per terra.
-È praticamente impossibile.- disse Colt ridendo.
-Forse, ma non è detto che non possa funzionare.- feci l'occhiolino e mangiai l'ultima fetta di pizza rimasta.
-Come vorresti fare?-
-Colt tuo padre è ingegnere, no? Beh potrebbe darci una mano lui. L'idea sarebbe quella di creare un piano, che sarà lo stadio e riuscire a far muovere i piccoli atleti in miniatura in modo che riescano a svolgere il proprio sport, ovviamente faremo gli sport che per tuo padre sono i più facili da realizzare. Corsa, tiro con l'arco, equitazione..- lasciai la frase in sospeso perchè non mi venivano in mente altri sport e li guardai, la loro faccia non mi diceva niente di buono, almeno fino a quando Colton non disse una delle sue.
-Cazzo è pazzesco, ma cos'hai dentro quella testolina? Sei una fotutta mente diabolica.-

Passammo una buona parte del pomeriggio a disegnare ciò che avevo proposto, ma nessuno di noi ci riuscì, perciò gettai tutto quanto nell'immondizia e mi sdraiai sul divano della mia migliore amica.
-Abbiamo qualcosa di meno stressante da poter fare?- chiesi.
I due mi guardarono con un sorrisetto alquanto complice e sapevo perfettamente cosa volevano dire, erano pronti per una maratona di film, Harry Potter a gogo.
Mentre io e Colton iniziavamo a mettere il primo film, Mar preparava pop corn e patatine, perchè come al solito rimanemmo fino alle sei del pomeriggio a guardare film. Mia mamma mi chiamò diverse volte chiedendomi quando sarei dovuta tornare, dopo la terza chiamata però iniziò a darmi fastidio e le dissi che dormivo da Margaret, dopo averle detto questo smise di chiamarmi e potemmo finalmente finire l'ultimo film di Harry Potter.
-Sono sempre più convinta di amare questa saga.- dissi alzandomi dal divano per pulire il casino che avevamo combinato.
-Io sono del parere che prima o poi diventerò anch'io un mago!- Colton si mise in piedi sul divano e fece una mossa strana, fingendo che al posto del dito avesse una bacchetta.
-Si tesoro, poi ci saranno anche i lupi mannari e i vampiri, dove sei, in Twilight?- Mar lo prese in giro ed io scoppiai a ridere, lui scese dal divano fingendosi offeso e mentre noi andavamo in cucina per gettare la carta delle patatine, ci saltò addosso e iniziò a fare il solletico a Mar, io per mia fortuna riuscii a scappare.
Dopo aver finito in cucina mi appoggiai alla porta del soggiorno e li guardai, erano adorabili, sembravano proprio due bambini della scuola elementare.
Mentre loro continuavano a farsi il solletico ed io ridevo a crepapelle, sentimmo aprire la porta e smettemmo subito di ridere, all'inizio pensavamo che fosse il nonno di Margaret, che odia letteralmente la confusione e di conseguenza odia anche me e Colton, ma quando vidi Jenny entrare nel salotto, andai ad abbracciarla e quei due continuarono a scherzare.
-Eve, tesoro, come stai?- disse lei ricambiando l'abbraccio.
-Abbastanza bene, Mar ci ha invitati qui perchè stiamo facendo un progetto per la scuola, adesso però abbiamo finito. Tu invece come stai?-
Andò in cucina ed io la seguii, lasciando quei due ancora che facevano i bambini.
-Non mi lamento, anche se il nonno sta diventando un po' pesante di carattere.-
-In che senso?- quando conobbi il nonno di Mar, pensai subito che fosse una persona mgnifica.
Era solare, simpatico e all'inizio mi adorava, proprio come se fossi anch'io sua nipote, ma dopo la morte della moglie cambiò completamente e si chiuse in sè stesso come un adolescente. Nessuno riuscì a farlo ragionare e a farlo tornare l'uomo di qualche anno prima, nemmeno la signora Jennifer.
-Non fa altro che lamentarsi, le solite cose insomma, non preoccuparti.- sorrise e andò in veranda, io invece tornai nel soggiorno e trovai Mar e Colton che guardavano la tv sdraiati sul divano.
-Colton sai che ore sono?- chiesi.
Guardò l'orologio appeso sopra la mensola delle foto e saltò dal divano con una faccia spaventatissima.
-Cazzo devo andare alla cena con i miei!- prese le sue cose e si avviò alla porta.
-Non si saluta?- mi guardò ridendo e venne verso di me abbracciandomi.
-Ciao piccola.- aprì finalmente la porta per uscire ma Margaret lo fermò di nuovo.
-Oh, ehm..dovrai portarti Eve stasera.-
La guardai in cagnesco, e non solo per il fatto che voleva mandarmi nello stesso posto in cui si trovava Josh, ma anche per il fatto che avrebbe potuto avvisarmi prima e invece no, doveva per forza farmi incazzare.
-Mar non posso, è una cena di famiglia, insomma è il compleanno di mia zia Margot.- ci guardava confuso, anche lui non sapeva cosa fare.
Io piuttosto ero senza parole, non sapevo cosa dire perchè la mia migliore amica mi aveva appena colta di sorpresa, non voleva che rimanessi a casa sua?
-Ragazzi davvero, oggi non posso proprio. Eve sai che sei sempre la benvenuta qui, ma oggi è davvero impossibile.- capii subito cosa voleva dire, perciò le chiesi qualcosa da indossare e andai con Colton.

Durante il tragitto chiamai mia madre avvisandola del cambio di programma e per mia fortuna non si arrabbiò, non era mai facile parlare con lei e farle mantenere la calma.
-Piccola dobbiamo essere veloci, molto veloci perchè Josh mi ha mandato un messaggio dove dice che loro sono già lì, quindi ti chiedo per favore di cambiarti in fretta.-
-Colton ho capito, hai ripetuto che dobbiamo essere veloci almeno tre volte, sta' tranquillo e rilassati.- mi prese la mano e sorrise.
Quando arrivammo lui andò subito a farsi una doccia, io intanto presi la piastra della signora Colfer e lisciai i miei capelli, poi andai anch'io a farmi una doccia mentre lui si vestiva.
Non appena uscii dal bagno trovai Colton seduto sul letto che mi aspettava, non faceva altro che guardare l'orologio.
-Se esci fuori io mi sistemo, grazie.- da bravo amico uscì dalla stanza senza farselo ripetere una seconda volta ed io mi vestii, per fortuna avevo i trucchi sempre nella borsa, così presi il mio amato eyeliner e il mascara.
In un attimo anch'io ero pronta, uscii dalla camera e Colt mi guardò con gli occhi spalancati.
-Sai che vestita in questo modo non eviterai le occhiate di mio fratello, vero?-
-Oddio così mi fai venire i complessi, cos'ho che non va?- tornai nella stanza e mi guardai allo specchio, sembrava tutto apposto, allora perchè Colton mi aveva guardata in quel modo?
-Vuoi che sia sincero?- annuii e appoggiandosi alla porta disse ciò che non mi sarei mai aspettata di sentire.
-Quei jeans ti alzano il culo e gli danno una forma perfetta e anche le gambe sono perfette, dalla vita in su invece la maglia ti valorizza i fianchi e mette troppo in mostra il tuo seno. Insomma, se non fosse per il fatto che sei come una sorella per me, ci proverei anch'io.-
-Mi stai dicendo che sembro una prostituta?- stavo per togliermi la maglietta e mettermene una di Colton, almeno non sembravo ciò che non ero.
-No assolutamente, anzi, dovresti vestirti spesso così. Hai un corpo bellisimo e lo nascondi troppo.- tirai un sospiro di sollievo e presi il cellulare e la borsetta dal letto, poi uscimmo.
Ma quanto lo amavo? Era il fratello perfetto, anche se già ne avevo uno.

TI RIMARRO' SEMPRE ACCANTO (Storia momentaneamente sospesa.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora