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JOSH.

Ero seduto su una panchina all'entrata del ristorante insieme a mio cugino Matthew, stavamo parlando di moto quando vidi arrivare mio fratello Colton insieme ad Eveline.
Pensai subito che mio fratello ci stesse provando con lei, ma scartai quell'idea mezzo secondo dopo averci pensato, quei due erano come fratelli ed era praticamente impossibile che quel deficiente ci provasse, eppure non so come faceva a starle vicino senza avere continuamente voglia di baciarla. Per me era impossibile.
Quel giorno poi, era più bella di tutti gli altri giorni, indossava delle scarpe con il tacco blu, un paio di skinny bianchi e una canotta blu elegante.
Il suo trucco era semplice, ma il rossetto rosso fuoco sulle sue labbra non faceva altro che aumentare la mia voglia di baciarla, dovevo smetterla di guardarla ma era un vero schianto.
-Eccoci qui!- esclamò Colton salutando me e mio cugino, Eve fece lo stesso e iniziò a parlare con Matthew entrando dentro e lasciandomi lì con mio fratello.
-Cosa stai cercando di fare?- ero furioso, o forse soltanto sorpreso che l'avesse portata con sè.
-Io? Niente, non poteva dormire da Mar e per andare a casa sua era troppo tardi, siccome eravamo insieme le ho detto che poteva venire con me.- alzò le spalle e sorridendo entrò anche lui dentro il ristorante.
Rimasi solo, non sapevo cosa fare, presi un gran respiro e li raggiunsi, sperando di poter affrontare quella serata con tranquillità.

Quando mangiavamo ogni famiglia aveva un proprio tavolo e, ovviamente, Eve rimase con noi.
Ogni tanto notavo che mi fissava ma non appena alzavo lo sguardo, lei guardava da tutt'altra parte e si mordeva il labbro inferiore, era un vizio che aveva e così facendo faceva venire voglia a me di morderlo, quel labbro.
La zia Margot era contenta di vedere Eveline, disse che era diventata una bella ragazza dopo l'ultima volta che la vide e di certo nessuno poteva darle torto, tutti i miei cugini la guardavano come se fosse una modella uscita da alcune riviste e a me dava fastidio, come non negarlo, era la cosa più brutta che avessi mai provato.
L'unico ragazzo con cui ballò apparte Colton fu Matthew, non saprei dire se la cosa mi faceva piacere o, al contrario, mi faceva infuriare.
Matt era sempre stato un ragazzo per bene, proprio come mio fratello, uno da un vero impegno e non uno come me da una sola notte, poteva essere qualcosa di positivo per lei ma non appena sparirono entrambi, mi alzai dalla sedia e andai a cercarli, un chiaro segno che anche Matthew doveva starle alla larga.
Infondo si sapeva, lei era mia.
Li trovai seduti sui gradini all'entrata, lei rideva alle battute di Matt e lui la guardava sorridendole, conoscevo quello sguardo, conoscevo lui e questo non significava niente di buono.
-Ciao.- dissi sedendomi accanto a Eve, il contatto con il gradino freddo mi fece rabbrividire, era praticamente un pezzo di ghiaccio, assurdo come loro riuscissero a starci tranquillamente.
-Ciao.- rispose lei fredda, poi continuò -Ti serve qualcosa?-
-No, sono solo uscito per fumare.- "Non è affatto vero, sono uscito per sapere cosa stessi facendo con quello lì." urlò il mio subconscio.
Senza pensarci due volte, si alzò dal gradino prendendo Matthew per mano e si spostarono altrove, quanto ero idiota? L'avevo praticamente fatta scappare.
Come da copione, presi una sigaretta e andai a fare un giro nel giardino del ristorante, lontano da tutto e da tutti.
Rimasi in quel giardino quasi per un'ora, trovai un posto carino e mi sdraiai sull'erba guardando il cielo stellato, immerso nei miei pensieri.
Eve uscì dalla porta barcollando, sembrava ubriaca, era da sola e rideva. Mi sedetti e la guardai fino a quando lei non se ne rese conto e venne verso di me, sedendosi e guardandomi dritto negli occhi.
-Cosa ti prende, Josh?- non mi guardava più, ora i suoi occhi erano fissi sul cielo e si era sdraiata.
-Cosa vuoi dire?- quando era ubriaca era veramente difficile da capire, più di quanto non lo fosse normalmente.
Non rispose. -Eve, hai bevuto?-
Mi guardò per un secondo e annuì, poi parlò.
-Stasera dormo a casa tua.- lo sapevo già, ma lei aveva voluto dirmelo e non sapevo nemmeno perchè.
-Dove dormirai?- rise, la risposta era più che ovvia ma speravo che fosse un'altra. Davvero, ci speravo.
-Con Colton, ovviamente.- e mi guardò di nuovo, non capivo perchè mi guardava continuamente, infondo non dovevamo nemmeno essere lì insieme.
-Sei bellissima.- le parole mi uscirono talmente tanto veloci e spontanee che pregai che il giorno dopo dimenticasse tutto quanto.
-Josh io davvero non riesco a capirti, perchè ti comporti così con me?- si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro torturandosi le mani.
-Come mi comporto?- sapevo perfettamente che con lei ero un vero e proprio stronzo, la facevo soffrire e non le davo mai la possibilità di andare avanti, solo volevo che fosse lei a dirmi come si sentiva.
-Come ti comporti? Davvero me lo stai chiedendo? Credimi, sono abbastanza lucida per capire e per ricordare i discorsi che facciamo, tu non fai altro che farmi soffrire! Josh perchè non attivi quel dannato cervello e inizi a capire come devono andare le cose?
Non puoi lasciarmi sola, metterti con Caroline e poi venirmi a dire che sono bellissima sperando che io ti baci ancora una volta e devi credermi, per quanto io desideri farlo, non starò al tuo gioco, sia chiaro!- era incazzata nera e aveva tutte le ragioni di questo mondo.
-Eve io..- non mi fece nemmeno finire la frase che alzò un dito per zittirmi e continuò ad urlarmi contro.
-Oh no, cosa credevi, che facendo così io sarei caduta di nuovo nella tua stupida trappola? Per carità, ti amo ancora come prima, forse anche di più ma cio' non vuol dire che io sia stupida. Josh ti conosco meglio di chiunque altro e tu lo sai perfettamente, sai che la tua è solo una maschera, sai che mi stai tenendo lontana per un motivo ben preciso e sai anche che quando ti sto vicina provi cose che nè Caroline nè tutte le tue amichette ti fanno provare.
Quindi ti prego di smetterla e di deciderti una buona volta, è me che vuoi oppure ti tieni loro e lasci me in santa pace?- mi amava ancora ed io la facevo soffrire, infondo aveva ragione, dovevo prendere una decisione e soprattutto dovevo smetterla di giocare con i suoi sentimenti.
-Allora?- chiese, aveva il viso rigato dalle lacrime, il desiderio di avvicinarmi a lei, asciugarle le guance e baciarla era irrefrenabile ma così facendo l'avrei distrutta ancora di più.
Non poteva stare con me, era uno spirito libero ed io le avrei solo negato la libertà di volare. Eravamo troppo diversi, lei così... come dire... bella, paziente, sempre col sorriso sulle labbra, si preoccupava spesso degli altri e quasi mai di se stessa, io invece ero l'esatto contrario. Se fosse stata la mia ragazza, non sarei stato capace di trattarla come meritava, quindi dovevo lasciarla andare. Anche se era la cosa più dolorosa che avessi mai fatto.
-Hai ragione.- dissi, la guardai ancora una volta e camminai verso il ristorante. Ero quasi arrivato alla porta d'ingresso quando la sentii urlare.
-Un codardo, ecco cosa sei!!-
Non sarebbe stato facile, questo era più che ovvio, ma nemmeno impossibile. Dovevo riuscire a starle lontano, dovevo farlo per lei, perchè l'amavo ancora e meritava di più, molto di più che un semplice idiota senza cuore come me.

/stringimiadesso

TI RIMARRO' SEMPRE ACCANTO (Storia momentaneamente sospesa.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora