Subito dopo l'incontro con Andrea non persi tempo per chiedergli altre informazioni su come faceva a conoscere il mio intero nome. Non mi accontentai di certo di un ''tra i demoni la voce si sparge'' anche perché non ne avevo colto in pieno il significato.
<<Ogni anima dannata sa chi sei, o meglio dire, di chi sei figlio...>> <<Ti prego, sii più specifico Andrea>> gli supplicai. <<Davvero...sei all'oscuro di tutto?>> <<All'oscuro su cosa?!>>
<<Di quello che sei>> gli feci cenno con la testa.
<<Non ti sei mai domandato da dove provenisse questa tua inspiegabile e incontrollata rabbia?>> <<Tante di quelle volte che nemmeno immagini..>> <<E che risposta ti sei dato?>> scattò lui. <<Non mi sono dato una risposta, Andrea. Mi sono rassegnato...ho capito che fa parte di me>>
<<Esatto, l'hai nel sangue...Darren>> ancora non riuscivo a capire <<Come l'ho io, almeno per la metà>> continuò sogghignando. <<Pronuncia il mio intero nome>> mi disse, ed io, ovviamente, lo guardai confuso <<Dai!!>> insistette lui <<Andrea Anderson>> vidi improvvisamente crescere un sorriso compiaciuto sul suo viso <<Eppure, non te l'ho mai detto>> mi fece notare. Come era possibile? Si avvicinò a me, sussurrandomi nuovamente <<Tra demoni...la voce si sparge>> <<Seguimi, conosco una persona che potrà spiegarti meglio quello che sei>>
Ed io ovviamente lo seguì.<<Sai Darren, devo essere sincero con te...Non ero completamente sicuro di chi fossi>> mi disse mentre eravamo intenti a raggiungere il luogo predestinato. <<Non ho mai incontrato qualcuno che avesse un anima così forte prima a d'ora>> In quegli istanti, parlare con Andrea, era come conversare con un turista arabo...non capivo mai che cosa volesse dire. Più parlava, più mi domandavo se seguirlo fosse stata una buona idea...ma, per fortuna, è stato così.
Quando arrivai, non era stato il luogo che mi turbò, bensì era il motivo per il quale eravamo li. Arrivammo difronte ad una chiesa indubbiamente abbandonata. Piu' la guardavo piu' ne ero attratto...era davvero meravigliosa. <<E' bellissima>> sussurrai <<Sapevo ti sarebbe piaciuta>> mi rispose, continuando a guardare quell'immensa e maestosa chiesa. <<Dai entriamo>> e così facemmo. L'interno era ancora più bello. La luce giocava con i disegni delle finestre rovinate, infiltrandosi con dolcezza all'interno della chiesa. Le piante rampicanti avevo preso possesso delle colonne e delle statue, rendendole ancora più belle e potenti. I dettagli più belli non vennero coperti, e questo mi fece pensare come il luogo, la magia che c'era, era così complice.
Tra le ombre, Andrea chiamava un nome...ed era quello di Alfred. <<Su via Andrea, non urlare, così risveglierai i morti>> E dall'ombre uscì Alfred, un uomo, che nonostante avesse offerto ad Andrea un sorriso sincero...aveva il viso e gli occhi consumati e sciupati dal dolore.
Finché Alfred non si girò verso di me <<Darren Wilkinson>> porgendomi la sua mano. Non essendo abituato a sentire il mio vero nome, l'espressione sul mio viso mi tradì <<Ooh figlio mio, ti ci abituerai. Devi solamente capire chi sono i tuoi nemici...tuo padre lo sapeva, sapeva che cambiarti il nome non sarebbe cambiato nulla, perciò questo mi fa pensare, che lui volle nasconderti non dalle ombre, bensì dalla luce>> <<Conoscevi mio padre?>> ribadì immediatamente. <<Ovviamente...era mio figlio>> <<Stronzate!>> il mio respiro ormai divenne irregolare <<Darren!>> mi urlò Andrea <<Vorresti davvero farmi credere che questo sia il padre di mio padre?!>> <<Darren calmati>> ormai sentivo di star perdendo di nuovo il controllo di me stesso <<Non ti viene più semplice chiamarmi nonno?>> mi rispose Alfred. <<Hai voglia di scherzare eh?!>> gli urlai avvicinandomi a lui <<Darren presta più attenzione!>> mi urlò Andrea.
<<Non ti preoccupare Andrea, è un vizio di famiglia...noi non diamo mai importanza a quello che ci si dice>> L'improvvisa rabbia sparì quando scoprì il suo cognome <<Alfred Wilkinson>> pronunciai <<Sei la tipica persona che per credere in qualcosa ha bisogno di sbatterci la testa>> <<Ed è sbagliato?>> <<No...se confidi solamente in te. Ma figlio mio, bisogna imparare a fidarsi delle persone, e questo tuo padre non lo fece>> Cadde il silenzio <<Per questo non sono a conoscenza del motivo per la quale la morte lo scelse...non l'ho sa nessuno. L'unica forse era tua madre>> <<E perché non scelse anche me...io ero con loro, quel giorno>> Alfred trasalì, i muscoli irrigiditi.<<Tu eri con loro?>> <<Lo sono sempre stato>> risposi. Il suo viso era teso e inespressivo <<La morte non ti scelse...>> continuava a ripetersi <<Evidentemente è perché ha qualcos'altro in servo per te>> proseguì. <<Il demone che è in te, è così forte...non ho mai visto nulla di simile>> mi disse avvicinandosi a me. <<Che significa?>> sbottai. <<che cosa hai visto quella notte?>> mi domandò <<Un uomo che uccideva la mia famiglia>> <<E non ricordi che aspetto avesse?>> <<No, quello che vedevo era semplicemente oscurità...non riuscì intravedere nulla, finché non si voltò verso di me, mostrandomi il sorriso compiaciuto di quello che aveva appena fatto>> <<E ancora sei convinto che quello fosse un uomo?>> <<Tutti i mostri sono umani>> <<Umani sono i mezzi per cui il male fa quello che desidera, non c'è nulla di umano in quello che è successo alla tua famiglia, a quello che è successo a mio figlio>> <<Non hai ancora risposto alla mia domanda>> gli ricordai. <<Mi hai chiesto che cosa significasse il termine che ti associai...>> <<Demone>> risposi <<Siediti...avremo molto di cui parlare>><<Il Diavolo volle creare un popolo, il proprio popolo...esattamente come Dio. Ma a differenza dei figli di Dio, noi...siamo anime dannate. Destinate a vivere in una vita piena di dolore e sofferenza, un po' come la tua. Le nostre anime sono disposte ad amare incondizionatamente e questo ci permette di essere delle creature non esclusivamente pieni d'odio, ma che ci permette di godere di una forza che gli angeli ritrovano solamente nell'animo, noi la possediamo fisicamente. Questo perché, il nemico di Dio, ci prepara ad una guerra...ad una guerra che mi auguro di non viverla.
Ti chiamai demone, perché è quello che sei Darren, che siamo io, tu, Andrea e altre centinaia di persone al di fuori di queste mura. Noi abbiamo la capacità di riconoscerci, di scoprire i propri nomi...e questo purtroppo non è un'abilità che il diavolo ci volle donare come regalo, bensì perché potrebbe essere utile in una eventuale guerra, saper riconoscere i propri alleati da un vantaggio assai essenziale e non poco indifferente. Mentre a differenza degli angeli, noi non possiamo conversare con il nostro demone, mentre loro possono avere dei contatti...i figli di Dio, hanno come custode un angelo, che gli dona coraggio, forza d'animo e sopratutto razionalità. Mentre noi, con i nostri demoni, non solo non possiamo avere contatti con loro, bensì loro desiderano immensamente la nostra morte, o meglio dire, la morte della nostra anima, la parte cosciente, quella che racchiude tutto quello che siamo... per poi successivamente possedere il nostro intero corpo e divulgare il male>>
<<E come ci riescono?>> <<Come?...Beh, aspettano che la nostra anima sia piena di dolore, vulnerabili, esposti ed indifesi...e allora è lì che attaccano, nutrendosi di ogni sofferenza subita>>
Aspettai un paio di minuti prima di poter parlare, cercando di assimilare e decifrare tutte le nozioni che Alfred mi aveva esposto. <<Come fai ad accettare quello che sei?...noi siamo demoni, siamo il male!>> <<Oh no figlio mio, angeli e demoni sono la stessa cosa, archetipi intercambiabili: l'angelo custode che ti ha aiutato a vincere la battaglia è visto dal tuo nemico come un demone distruttore>> <<Ancora non mi hai posto una domanda Darren>> continuò Alfred <<Non mi hai chiesto in che cosa siamo simili noi demoni e angeli>> <<No, hai ragione>> risposi <<La libertà. Possiamo sempre scegliere quale strada percorrere...
Noi demoni siamo capaci di concepire amore...siamo capaci di decidere di far del bene. Ma ricorda che gli angeli sono capaci di fare anche del male. Ricorda che nostro padre era un angelo>> <<Non chiamarlo così>>
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Credevo nella speranza
Ficción GeneralChi l'avrebbe mai detto che un cuore come il mio, avrebbe mai amato? Lei è stata la mia salvezza. Ha salvato la mia vita. Ha trovato in me quello che io credevo fosse perso. Quello che molte persone non hanno mai trovato. Ma lei si, ha saputo guarda...