La strana collezione. [3]

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Salii sulla bici e mi allontanai velocemente da quell'uomo. La scuola non era molto lontana, solo un paio di isolati di distanza, potevo raggiungerla anche a piedi ma con la bici mi stancavo di meno. Una decina di minuti dopo arrivai davanti all'entrata della scuola, abbastanza deserta. Scesi dalla bici, l'attaccai accanto ad un palo con la catena ed entrai subito nell'edificio. Nei corridoi non c'era nessuno e tutto ciò mi sembrava strano, mi avvicinai velocemente alla mia classe e controllai l'ora sull'orologio che avevo sul polso. Erano le 8.20, probabilmente il prof mi avrebbe ucciso. Non era la prima volta che facevo tardi, e mi capitava sempre quando c'era lui. A volte lo facevo a posta, ma non era sempre così, come quel giorno. Arrivai davanti alla mia aula e trovai la porta chiusa, bussai e dopo aver sentito la voce del prof di arte aprii la porta.

«Scusate per il ritardo, prof...» gli dissi.

«Signorina Castaldo, lei è sempre in ritardo... E per quanto ne so non abita nemmeno lontano, quindi rimanga pure lì dov'è...» disse mentre io mi fermai accanto alla porta. «Così la interrogo e la prossima volta uscirà prima da casa.»

«Coglione...» sussurrai io.

«Come, scusi?!» mi chiese lui scrutandomi per bene negli occhi per intuire se avesse capito bene o meno.

«Ho detto "va benone"...» mentii io rimanendo calma, mentre lui si voltò verso il suo libro e lo aprì.

«Allora... Hai studiato quei 10 dipinti?» mi chiese con un sorrisetto malvagio, sapeva già la risposta.

«Bastardo...» dissi tra me e me.

«Come?!» mi chiese di nuovo.

«Ehm, ho detto "come no?!"... Ho studiato, prof!!» risposi io trattenendo eventuali parolacce.

Lui iniziò ad interrogarmi facendomi molte domande. Alcune non le sapevo, altre non le sapevo assolutamente, di altre pensavo che se le fosse inventate al momento e solo ad una riuscii a rispondere.

«Secondo te cosa dovrei metterti??» mi chiese.

«Due...» risposi io mentre lui abbozzò un sorriso soddisfatto.

«Vai al tuo posto!!» mi disse poco dopo mentre io mi avvicinai al mio banco.

Posai lo zaino accanto ad esso e mi sedetti al mio posto, accanto a Ilaria, la mia migliore amica.

«Fottutissimo bastardo...» sussurrai, mentre lei si fece scappare una breve risata.

«Signorina Gaiazzi, visto che si sta divertendo così tanto, perché non viene qui e ci fa sentire un po' ciò che ha studiato lei??» le chiese il prof col suo solito sorrisetto.

«Merda!!» sussurrò lei, ma per sua fortuna il prof non capiva il labiale ed era abbastanza lontano da non sentirla.

Lei si alzò in piedi e si avvicinò alla cattedra, era tesa quasi quanto me, ma andò decisamente meglio. Dopo quelle due ore infinite di storia dell'arte, arrivò la prof di religione e potemmo rilassarci un po', mentre io raccontai ciò che successe a Ilaria.

«Magari avevano già programmato di andarsene, non dovevano mica dirti tutto...» commentò lei.

«Beh no, ma è strano... Poi cosa ci faceva il signor Minelli nella casa dei signori Thomas??» le chiesi io.

«Forse li stava aiutando a prendere qualcosa che si erano dimenticati...» rispose lei come se fosse tutto normale.

«A prendere un lenzuolo sporco di sangue??» ribattei io.

«Non puoi essere sicura che fosse davvero sangue, magari era solo Ketchup...»

«Sulle lenzuola del letto??»

Vicini di casa...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora