Capitolo 2

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Era ormai un' ora che vagavamo in giro per la bellissima San Francisco, quando Bryan propone di fermarci in un bar.
Brandon avrà detto si o no quattro parole, di cui due "si" e un "no". Ogni tanto lo sorprendevo a guardarmi ma lui non sembra farsi troppi problemi a fissarmi palesemente.
Arrivati al bar ci accomodiamo ad un tavolino fuori. Io e Brandon siamo uno di fronte all'altra.
"Come mai ti sei trasferito qui Brandon?" Chiede Tam.
"Beh i miei genitori credono che andare a studiare in un altro stato per un anno sia molto educativo e faccia bene, quindi hanno pregato i miei zii di ospitarmi per quest'anno" finalmente è riuscito a fare un discorso completo.
"E poi tornerai a NY per l'università o ti trasferirai ancora?" Continua Tam. La mia migliore amica è una persona molto curiosa.
"Questo non lo so ancora" sorride Brandon. Solo ora noto come la luce del sole che tramonta illumina il suo volto e i suoi occhi, rendendoli, di un verde caldo con sfumature giallognole, occhi unici al mondo.
"Alyssa vero?" Chiede risvegliandomi dai miei pensieri.
"Ehm.. Si" dico incerta. Sono sempre stata sicura di me e non ho mai avuto grossi problemi a parlare con i ragazzi, ma la sua presenza mi mette a disagio, sento una strana sensazione nello stomaco, ma sarà sicuramente la fame dato che è quasi ora di cena.
"Hai sempre vissuto qui?" Mi chiede guardandomi dritto negli occhi.
"Si, sono sempre stata qua" rispondo un po' più sicura di me.
"Hai mai visitato NY?" Chiede scrutandomi.
"No.. Mi piacerebbe ma non ci sono mai stata"
In quel momento arriva il cameriere che ci chiede l'ordine. Prendo una Coca-Cola media, seguita da Tamara e Bryan, mentre Brandon prende una birra.
Quando arrivano le bevande Brandon nota che osservo la sua birra.
"Vuoi?" Mi chiede.
"No grazie" rispondo sorridendo leggermente.
"Non bevi?" Ridacchia.
"Si, ma non alle 6 del pomeriggio" sorrido in modo tirato, giusto per non essere maleducata.
"Capito" ridacchia. Ma cosa c'è da ridere?
Bevo un sorso della mia bibita e vedo Brandon tirare fuori un pacchetto di sigarette e accenderne una.
"Brad.." Lo richiama Bryan.
"Oh senti, già non mi fai fumare in casa, qui siamo all'aria aperta quindi non puoi dirmi nulla" ribatte seccato.
Io non fumo, non per grandi motivi o robe del genere, ma per il semplice fatto che non mi è mai interessato provare e non mi interessa chi lo fa. Ognuno ha i propri vizi, ad esempio il mio è la cioccolata, quello di Brandon è il fumo, non mi permetterei mai di giudicarlo per questo.
Bryan guarda Tamara con fare  scocciato e lei sorride come per consolarlo.
Li osservo un po' chiedendomi se anche a me capiterà un giro di essere guardata come Bryan guarda Tam. Ad interrompere i miei pensieri è il mio cellulare che mi avvisa l'arrivo di un messaggio.
"Ehi tesoro, sta sera ti va di andare al cinema?
Chad"
Non ho molta voglia di andare al cinema, ma vorrei comunque vederlo. Sopratutto perché questo incontro con questo Brandon mi ha scombussolata parecchio.
"Ti va se invece ce ne stiamo un po' in spiaggia? Perché devo tornare a casa presto e sicuramente non finiremmo di vedere il film" rispondo.
Alzo gli occhi dal cellulare e incontro quello di Brandon che mi tolgono il fiato.
"È il tuo ragazzo?" Mi chiede sorridendo leggermente.
"Una specie" rispondo.
"Esistono diverse specie di fidanzati?" Ridacchia e fa ridere anche a me.
"Ragazzi torniamo subito" sorride Tamara. Sicuramente andranno in qualche posto un po' più appartato per continuare a sbaciucchiarsi come qualche minuto fa. Da una parte ne sono sollevata, poi però mi rendo conto di essere rimasta sola con questo ragazzo sconosciuto e bellissimo.
"Okay a dopo" risponde lui.
"Comunque.." Dico dopo qualche minuti per spezzare il silenzio.
"Raccontami di questa specie di ragazzo che hai" ride ancora.
"Non stiamo insieme, stiamo provando a costruire qualcosa" rispondo neutra.
"Non sembri convinta" si sporge sul tavolino verso di me per guardarmi meglio.
"Perché infatti non lo sono"
Non so perché ma con questo ragazzo sento di poter parlare in modo sincero, senza dover nascondere nulla.
"Perché?"
"Non penso di provare qualcosa di particolare per lui, come non l'ho mai provato per nessuno"
"Non ti sei mai innamorata?" Chiede curioso.
"Non lo so, non penso però" lo guardo negli occhi. Sembra  davvero interessato a questo argomento.
"Cioè, se innamorarsi vuol dire che dopo due settimane che frequenti una persona ti scocci a vederla e passare del tempo con lei allora si, lo sono stata, altrimenti no" concludo tristemente. Non mi dispiace il fatto di non essermi mai innamorata davvero, perché così ho evitato di soffrire per un'eventuale rottura. Ma allo stesso tempo sento di perdermi tantissime emozioni che potrò vivere solo a quest'età.
"Evidentemente non hai ancora incontrato la persona per cui vale la pena abbassare la  guardia, perché è questo l'amore, sentire di poter far entrare una persona nel tuo mondo con la paura che lo possa distruggere, e così che ti innamori secondo me, abbassando la guardia." Fa un piccola pausa. "Poi sta a te avere il coraggio di donare la tua vita ad un'altra persona tenendo in considerazione che può distruggerla da un momento all'altro oppure renderti la persona più felice al mondo, oppure entrambe le possibilità, perché al tuo fianco hai l'unica persona sa riempire tutti i vuoti che hai dentro. Che ti ama come nessuno ha mai fatto. Solo che l'amore non è sempre felice, anzi, a volte facciamo male alle persone che più amiamo solo per proteggerle"
Resto a bocca aperta. Non avevo mai ragionato in questo modo. Pesavo che l'amore fosse semplicemente stare bene insieme.
"Sembra che tu ne sappia abbastanza" dico bevendo l'ultimo sorso di Coca-Cola.
"In realtà no" dice spostandosi con con le spalle sullo schienale della sedia.
Lo guardo con aria interroativa.
"Questo è ciò che penso dopo aver letto libri, guardato film, visto fidanzati prendersi e lasciarsi. Mi sono innamorato una sola volta e non succederà mai più" dice sicuro di se.
"Perché?" Chiedo curiosa.
"Perché quando ti innamori di una persona perdi il controllo, e se non è un amore sano potesti commettere errori che ti cambiano la vita per sempre. Ma tu mi sembri una brava ragazza e ti innamorerai di un ragazzo che non ti farà fare stronzate" sorride amaramente.
"Ho capito, sei rimasto scottato" ridacchio.
"Esatto" ride anche lui. Ci guardiamo per qualche secondo negli occhi poi Tamara interrompe il nostro scambio di sguardi.
"Aly, dobbiamo tornare a casa" dice.
"Brad le accompagniamo?" Chiede Bryan.
"Certamente"
Dopo aver pagato il conto, anzi, dopo che Brandon paga il conto intero ci avviamo verso casa di Tamara.
"Mentre voi due continuate a sbaciucchiarvi io vado a casa che è tardi" ridacchio riferendomi a Bryan e Tamara.
"Aspetta, ti accompagno" dice Brandon.
"Tranquillo è qua vicino" dico sorridendo.
"Preferisco camminare un po' di più che guardarli mentre si scambiano la saliva sinceramente" li prende in giro guadagnandosi un pugno leggero da Bryan sul braccio.
Detto questo ci incamminiamo verso casa mia.
Mi parla della sua città di quanto la adora, senza mai menzionare amici o familiari.
Se dovessi trasferirmi io in una città diversa da San Francisco, sicuramente ciò che mi mancherebbe di più sarebbero le persone che lascio qui.
In poco tempo ci troviamo davanti casa mia.
"Wow.. Hai una casa enorme!" Dice guardando l'edificio dove sono cresciuta.
"Si beh.. Ammetto di avere una bella casa" sorrido.
Restiamo a parlare per ancora cinque minuti poi mia madre mi chiama al cellulare dicendomi di rientrare immediatamente.
"Si sono qua fuori, adesso entro" chiuda la chiamata e mi giro verso Brandon.
"Ora devo entrare, ci vediamo domani a scuola" dico.
"Certo" si avvicina e posa le sue labbra sulla mia guancia delicatamente. Sento una scossa percorrermi dalla guancia fin tutta la schiena. Sorrido imbarazzata ed entro in casa.
"Chi era quel ragazzo?" Sorride mia madre.
"Il cugino di Bryan perché?" Rispondo distrattamente.
"E come si chiama?" Chiede curiosa con gli occhi lucidi. Ma che le prende?
"Brandon, mamma guarda che è solo un amico" la guardo per cercare di capire perché non si toglie quel sorriso dalla faccia.
Se ne va senza dire nulla e con ancora un espressione sognante sulla viso.
"È molto carino!" Urla dalla cucina. Sorrido istintivamente pensando ai suoi occhi e al suo sorriso. Scuoto la testa imbarazzata. Che sto facendo?
Vado in camera mia per mettere addosso qualcosa di comodo. Prendo dei pantaloncini e una canotta e li indosso. Mi stendo un po' sul letto e prendo il cellulare: due messaggi e una chiamata senza risposta di Chad di due ore fa. Ho passato così bene quelle ore con Brandon che non ho nemmeno pensato a Chad o ai suoi messaggi.
Apro i messaggi e li leggo.
"Va bene, allora spiaggia, a che ora passo a prenderti?"
"Ehi? Ci sei?"
Rispondo in fretta.
"Scusa ero con Tamara e non ho sentito il cellulare, comunque per le nove va benissimo"
Invio e lascio il cellulare sul letto.
Non riesco a togliermi dalla testa le parole di Brandon quando parlava dell'amore. E continuo a chiedermi se con Chad io riuscirei ad abbassare la guardia, come diceva il ragazzo dagli occhi verdi, se riuscirei a farlo entrare nel mio mondo. Più ci penso e più mi accorgo che Chad non merita di soffrire per me e che per l'ennesima volta, non riesco a provare nulla per un ragazzo sinceramente interessato a me.
Mentre ammetto tutto questo a me stessa non riesco anon pensare a quel Brandon, che suscita in me un interesse particolare, che è bastato un pomeriggio a parlare per creare in me una specie di vuoto quanto l'ho salutato entrando in casa.
È la voce di mia madre a farmi sobbalzare quando urla dicendo che la cena è pronta.
Durante tutto il tempo che ho passato a tavola mia madre non fa altro che che lanciarmi frecciatine riferendosi a Brandon.
Per fortuna ne mio padre ne mio fratello le danno troppa corda.
Dopo cena corro in camera per vestirmi e prendere la borsa.
"Io esco" dico all'entrata. Chad è già qua fuori, sento il rumore della macchina.
"Con Brandon?" Chiede mia madre appoggiata allo stipite della porta con un sorriso a trentadue denti stampato in volto.
"No, sono con Chad" rispondo.
"Ah" risponde mentre il suo sorriso scompare. "Alle undici a casa" dice tornando in cucina.
"Okay ciao" proprio non riesco a capirla.
"Ciao" rispondono in coro mio fratello e mio padre.
Esco e raggiungo Chad che mi aspetta in macchina. 
Ho deciso che sta sera gli parlerò della nostra situazione, perché non voglio e non posso prenderlo in giro facendo finta di provare sentimenti per lui che non provo. Sopratutto non posso mentire a me stessa costringendomi a vederlo sotto una luce diversa da quella dell'amico.
"Ehi" lo saluto allacciandomi la cintura di sicurezza.
"Ehi!" Risponde abbracciandomi forte e lasciandomi un bacio sulla guancia che non mi provoca nulla.
Sarà più dura di quello che pensavo, perché gli voglio un bene dell'anima.

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