Capitolo 14

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"Quindi ho comprato quel vestito, solo per tirarmi su di morale.. Sinceramente non so nemmeno se lo metterò mai" ride Liz. Passeggiamo per le strade della bella San Francisco mentre Liz racconta della litigata con sua madre dell'altro giorno e di come ha comprato un vestito blu elettrico per rilassarsi un po'.
Tam all'improvviso si inchioda, tirandomi per il braccio e facendomi barcollare.
"Sei sempre così delicata" dico sarcastica.
Ma lei non risponde. Fissa la vetrina di un negozio di cosmetici e indica un punto indefinito.
"Deve. Essere. Mio" dice mettendo una pausa tra tutte le parole.
Seguo il dito che è ancora puntato e scorgo esposto un rossetto rosa antico che a parer mio starebbe da dio con la carnagione di Tamara.
"Cosa?" Chiede Liz.
"Il rossetto" rispondo io ridendo leggermente.
Tamara senza dire una parola spinge la porta del negozio ed entra a passo deciso, mentre io e la bionda ci scambiamo un'occhiata divertita.

Gli occhi di Tam luccicano mentre si rigira il rossetto che ha acquistato poco fa tra le mani.
"Una bimba felice" la prende in giro Liz.
"Felicissima" risponde lei avvicinando l'oggetto alle labbra e lasciandovi un leggero bacio.
"Era una vita che lo cercavo!" Continua.
"Allora, prossima destinazione?" Dice Liz ignorandola.
Ci penso un po' su. É un po' di tempo che mi frulla nella testa l'idea di cambiare look. Voglio sentirmi diversa, cambiare un po'.
"Voglio fare shopping, quindi.."
Tutte e due rimangono in silenzio, meditando su qualcosa a me sconosciuto mentre continuiamo a passeggiare tranquille.
"Okay, so io dove andare" rompe il silenzio Tamara. Rido leggermente: figuriamoci se lei non conosce un posto adatto a far shopping.
Ci incamminiamo seguendo quella bomba a orologeria della mia migliore amica mentre imbocca un stradina secondaria del corso principale della zona di San Francisco dove ci troviamo.
Dopo poco tempo un'insegna bianca e nera con la scritta "Cloe's dress" mi si presenta davanti agli occhi.
"Se devi rivoluzionare il tuo guarda roba questo è il posto giusto" dice autoritaria Tamara.
Effettivamente mi sono stancata dei soliti jeans e felpe.
Senza neanche aspettare una risposta la mora spinge la porta in vetro del negozio per poi girarsi verso me e Liz invitandoci a seguirla con un gesto della mano.
Appena varco la soglia il mio sguardo vaga per tutto il negozio: i muri sono dipinti a righe bianche e grigie scuro, l'arredamento è essenziale e semplice, sempre sui colori del bianco e grigio, con alcuni particolari neri o bordeaux. Mi piace da impazzire.
Una ragazza sorridente dai capelli lilla ci si avvicina. Indossa un paio di skinny jeans neri con un top rosa antico infilato nei pantaloni e una giacchetta nera in pelle.
"Tamara, che bello rivederti" si rivolge alla mia amica che si sporge per abbracciarla calorosamente.
"Cloe" le sorride sciogliendo la stretta "loro sono le mie migliori amiche, Alyssa e Liza" dice indicandoci.
"Ciao" salutiamo in coro noi.
"Ciao carissime! Benvenute nel mio mondo!" Allarga le braccia indicando spazio intorno a noi.
"Tutti i capi di abbigliamento che trovate qui sono ideati, disegnati e cuciti da me"
Sgrano gli occhi dalla sorpresa. Davvero questa bellissima ragazza dai capelli colorati ha un atelier tutto suo?
"Wow" commenta Liz.
"Siamo qui perché Alyssa ha bisogno di cambiare un po' look, e chi meglio di te può aiutarci?" Sorride sicura Tamara. Le labbra di Cloe si allargano in un sorriso che mette in risalto i suo denti bianchissimi. Solo ora noto il percing al centro della parte sopra al labbro superiore.
"Così mi lusinghi, carissima" le sue guance si tingono di un leggero colore rosato. Poi la sua attenzione si ferma su di me e mi studia attentamente per qualche secondo. Mi sembra di essere sottoposta ad una radiografia e mi sento terribilmente a disagio.
Infine sorride radiosa.
"So esattamente cosa fare, venite" per poi girarsi e raggiungere un determinato spazio del piccolo negozio.

Tre ore e circa trentasette capi d'abbigliamento dopo respiro di nuovo l'aria fresca tipica del tardo pomeriggio di San Francisco. Finalmente siamo uscite da quel negozio.
Per quanto mi piacesse Cloe e l'arredamento del suo atelier, tre ore di -prova questo! Anche questo! Ti sta da dio! Non fa per te! Aspetta anche questo! Wow! La gonna ti sta meglio dei jeans!- non fanno per me.
"Mi sono divertita tantissimo!" Dice ancora in fibrillazione Tamara.
"Anche io, sopratutto quando trovavi sempre qualcosa da farle provare e la sua faccia mi implorava di aiutarla" ride Liz tranquilla.
"E non l'hai fatto, ma tranquilla che me la segno" rispondo. Cerco di stabilire un equilibrio del mio corpo che deve trasportare circa venti sacchetti pieni di vestiti stupendi.
Questo devo ammetterlo: Cloe ci sa fare.
"Aspetta ti aiuto, per rimediare"
Liz prende dalle mie mani qualche sacchetto e gliene sono grata.
"Cosa facciamo sta sera? Insomma, devi sfoggiare uno di quei vestiti meravigliosi no?"
"So che David ha organizzato una festa da lui, penso sia il suo compleanno"
"Chi è David?" Chiedo incuriosita.
Entrambe si girano nella mia direzione con aria di rimprovero.
"Cosa?" Chiedo scocciata. "Dovrei conoscerlo?"
"Occhi azzurri" dice Tamara.
"Pelle abbronzata, capelli castani" continua Liz.
"Fisico scolpito da Michelangelo" riprende Tamara.
"Sorriso mozzafiato" finisce l'altra.
"David Shoul? Quello del quarto anno?"
"Si!" Rispondono in coro entrambe con un sorriso a trentadue denti sul volto.
Rido sconfitta: non cambieranno mai.


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