Capitolo 5

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Nella foto Brandon Stave
É una settimana che la scena di Brandon che sale in quell'auto nera non lascia la mia mente. Non riesco a capire perché ci sia salito, e chi potesse essere. Ma ancora di più non riesco a capire perché mi importi tanto. Eppure in quegli occhi grigio-verdi c'è qualcosa, qualcosa che non ho mai visto in nessun altro. Potrebbe essersi cacciato in qualche guaio? Ma come potrebbe se è arrivato a San Francisco solo una settimana fa?
La campanella che segna la fine della lezione di matematica e l'inizio della ricreazione, mi risveglia dai pensieri. Perfetto, non ho idea di quale sia l'argomento che ha spiegato la professoressa.
Mi avvio verso la macchinetta delle merendine: ho una fame assurda. Mentre aspetto il mio turno una voce mi fa sobbalzare.
"Ho bisogno del tuo aiuto" riconosco la voce calda e roca a pochi centimetri dal mio orecchio. Mi giro per incontrare quei bellissimi occhi che non riesco a togliermi dalla testa.
"Ciao Brandon" sorrido rivoltandomi verso la macchinetta.
"Ciao Alyssa" risponde.
"Cosa ti serve?" Chiedo cercando di nascondere il sorriso che mi è spuntato sulle labbra. Ma che diavolo mi succede? Io sto con Chad.. Eppure lui non mi fa sorridere come Brad.
Brandon appoggia una mano sul mio fianco facendomi rabbrividire e si sposta alla mia destra.
"Mi dovresti accompagnare in un posto, perché non so come arrivarci" mi chiede facendo svanire il contatto tra il mio fianco e la sua mano.
"Dove?" Chiedo.
"Tenderloin"
Le monete che stavo infilando nella serratura della macchinetta mi scivolano dalle mani e si sparpagliano a terra. Sta scherzando?
Brandon si china per raccoglierle.
"Perché?" Chiedo semplicemente.
"Cosa prendi?" Mi chiede riferendosi alle merendine nella macchinetta ignorando la mia domanda e inserendo il denaro.
"La barretta di cioccolato" dico guardandolo. Lui inserisce anche il codice e una volta rilasciato il prodotto nell'apposito spazio me lo passa. Sono ancora sotto shock.
"Cosa devi fare a Tenderloin?" Chiedo di nuovo mentre usciamo fuori in cortile.
"Devo vedere una persona, se non vuoi non importa però non dire a nessuno che te l'ho chiesto" dice guardandomi negli occhi.
"Ti sei cacciato in qualche guaio?"
"Va beh Aly, lascia stare.." Sbaglio o mi ha chiamato "Aly"?
"Aspetta.." Lo tiro dal braccio.
"Quando devi andarci?"
"Oggi pomeriggio"
"A che ora?"
"Alle 5" lo scrutai attentamente.
"Quella non è una bella zona lo sai vero? Drogati, prostitute, senzatetto.." Dico.
"Lo so" rispose tranquillamente. "Ma si tratta di starci 10 minuti al massimo, devo solo vedere una persona al "capannone", sai cos'è?" Certo che so cos'è. Ci sono stata un paio di volte con dei miei amici. Sembra sia il luogo principale di scambio di droga tra spacciatori ma quando c'eravamo stati noi non avevamo trovato nulla e nessuno. Sembrava solo un vecchio capannone abbandonato.
"Perché chiedi a me di accompagnarti? Non può venire Bryan?"
"Perché sei l'unica in cui ho un po' di fiducia" resto a bocca aperta. Sul serio?
"Davvero? E perché?" Chiedo.
"Non lo so.." Dice facendo spallucce. "Giuro che non ti succederà niente, sarai con me"
"Okay, ti accompagno. Però stiamo lì al massimo dieci minuti, altrimenti me ne vado e ti lascio li" dico arrendendomi. Alla fin fine quella zona non è così pericolosa come dicono, anzi. La maggior parte delle persone che ci vivono sono studenti che trovano appartamenti a poco vicino San Francisco. Ormai le prostitute e gli spacciatori non si vedono più molto lì.
E se anche Brandon fosse uno spacciatore? No, impossibile.
"Grazie, vengo da te per le quattro" dice e se ne va.
In che situazione mi sono cacciata?
La campanella suona di nuovo e io non sono nemmeno riuscita a mangiare il mio cioccolato.
Le ultime ore di lezione passano relativamente in fretta, accrescendo la mia ansia.
Chi diamine deve vedere al capannone? Non riesco a darmi una risposta, ma qualcosa mi dice che c'entra la macchina nera dell'altra sera.
"Aly!" Mi chiama Tam all'uscita di scuola, dietro di lei vedo Chad.
"Ehi!" Rispondo.
"Ciao piccola" dice Chad lasciandomi un tenero bacio sulle labbra. Del nostro rapporto non è cambiato nulla, se non i pochi baci che gli permetto di darmi. Io continuo a non provare nulla e non so quanto possa andare avanti questa storia. Avrei dovuto mettere in chiaro le cose quella sera in spiaggia, ma non me la sono sentita di rifiutarlo.
"Ti accompagno a casa?" Mi chiede. È tutta la settimana che per accompagnarmi a casa mia allunga il tragitto per tornare alla sua.
"No tranquillo, vado con Tam" gli sorrido.
"Ecco, che voglio stare un po' con la mia migliore amica! Te la stai tenendo tutta per te in questi giorni" interviene Tam ridendo. Ridiamo anche noi.
"Okay okay! A domani allora" e mi stampa un altro bacio sulle labbra. Nascondo il mio fastidio con un sorriso sforzato e mi incammino con Tam.
"È davvero appiccicoso!" Ride la mia amica.
"Chi?" Anche se so perfettamente di chi parla.
"Secondo te? Eliza no?" Dice ironica. "Parlo del tuo Chad!"
"Dai" rispondo facendole la linguaccia. So che ha ragione.
"Oggi si stava disperando a ricreazione perché non ti ha vista, tra l'altro dov'eri?" Mi chiede curiosa.
"A prendere da mangiare, c'era un mucchio di fila" mento. So che la e le dicessi che ero con Brandon non smetterebbe più di fare domande e non voglio che sappia che dobbiamo vederci e dove dobbiamo andare oggi pomeriggio.
La camminata verso casa dura poco e dopo solo 15 minuti mi trovo davanti la porta di casa mia.
"Sono a casa!" Dico.
"Ehi!" Dice mio fratello. Da quando è tornato con quella Valery è sempre di buon umore e si è ripreso davvero bene dall'incidente.
Mangio in fetta qualcosa è chiacchiero un po' con Theo. Dopo di che vado in camera mia per prepararmi.
Da una parte sono elettrizzata perché passerò il pomeriggio con Brandon ma dall'altra sono in ansia per il posto in cui dobbiamo andare.
Seleziono i vestiti da mettere in modo da non essere troppo appariscente ma comunque cerco qualcosa che possa piacere a Brandon. Non per fare colpo, solo per non sembrare una che è scappata di casa. Credo.
Ignoro i miei sensi di colpa verso Chad e corro in bagno.
Dopo aver fatto la doccia e aver piastrato i capelli indosso la mia maglia grigia a maniche corte larga, che lascia scoperta una spalla e i miei jeans neri strappati. Mia madre odia questi jeans: dice che quando i pantaloni si strappano si buttano, non si comprano già rotti. Ma a me piacciono tantissimo, perché essendo skinny mi fasciano perfettamente le gambe. Mi trucco velocemente, aumentando un po' la dose abituale del mascara e della matita nera e aggiungo del blash color pesca sulle guance.
Infilo la collana con il ciondolo a forma di piuma nera ed esco dal bagno. Prendo il cellulare e guardo l'orario: sono le 4 meno dieci.
Prendo la borsa nera e scendo le scale tranquillamente.
Scelgo un paio di Dottor Martens nere.
Appena finisco di allacciarle suona il campanello e mio fratello si precipita ad aprire.
"Ciao.." Sento brandon. "Cercavo.."
"Alyssa?" Brandon annuisce.
"Arrivo Brandon" dico io prendendo il cellulare e le chiavi.
"Comunque, piacere Brandon" si presenta a mio fratello.
"Piacere mio, Theo" Theo sorride. Quando ha conosciuto Chad, che eravamo ancora solo amici, l'aveva guardato malissimo, non lo sopporta. Per questo non gli ho ancora detto che stiamo insieme, credo si arrabierebbe. Invece a Brad ha sorriso. Uno a zero per Brandon.
"Ciao Theo" lascio un bacio sulla guancia a mio fratello ed esco di casa.
"Ciao" lo saluta anche Brandon sorridendo.
"Ciao"
Dopo qualche metro Brandon mi prende dalla vita e mi abbraccia. Il gesto mi prende alla sprovvista e sento il cuore che minaccia di esplodere: è questo che si prova? Così ti senti quando ti piace qualcuno?
Alzo le braccia al suo collo e lo stringo leggermente.
"Grazie per aver accettato di accompagnarmi e.." Mi sussurra all'orecchio ancora abbracciato a me "sei bellissima"
Non so se è per l'imbarazzo o perché dentro di me si sta scatenando la seconda guerra mondiale, ma improvvisamente un ondata di calore misto a brividi lungo la schiena mi invade. Mi allontano quell'abbraccio e cerco di nascondere l'imbarazzo con un semplice "grazie".
Avrei voluto rispondere che anche lui è bellissimo, che la maglietta nera attillata e i jeans neri gli stanno magnificamente, che gli occhiali da sole nascondono i suoi bellissimi occhi ma che gli stanno bene comunque, eppure non dico nulla.
Chiacchieriamo del più e del meno raggiungendo la fermata del bus. Sto davvero bene con lui: non smetto di ridere o sorridere nemmeno per un secondo. Non mi accorgo nemmeno che siamo arrivati quasi a destinazione dopo mezz'ora di viaggio in pullman.
"La prossima è la nostra" dico alzandomi dal sedile. Brandon mi segue e aspettiamo davanti alle porte che il veicolo si fermi e le apra. Quando il bus frena io rischio di finire con il sedere a terra, ma per fortuna a fermarmi ci sono le mani di Brandon che si saldano bene sui miei fianchi. Ancora una volta il suo tocco mi fa avampare. Ma cosa mi succede?
"Stai bene -miss equilibrio-?" Mi prende in giro. Rispondo con una linguaccia.
Scendiamo dal bus e ci troviamo davanti il grigio più totale: muri grigi, strade grigie, cartelli grigi, persino i graffiti sono di diverse tonalità di grigio e anche i vestiti delle poche persone che ci sono in giro sono di quel colore. Almeno io e Brad non rischiamo di essere troppo appariscenti e nessuno noterà la nostra presenza.
Prego in silenzio che vada tutto a finire bene.

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