~12~

755 44 4
                                    

Fisso la porta per cinque minuti buoni prima di decidermi ad aprirla. Andy sta dormendo, così mi avvicino a lui e gli accarezzo i capelli. Perché non riesco ad odiarlo? Dovrei, ma non ci riesco. Dovrei odiare questo ragazzo dagli occhi glaciali, ma proprio non ce la faccio. Andy stringe gli occhi per poi aprirli. Dall'acarezzare i capelli passo alla guancia gli sorrido leggermente e lui ricambia.

-Ehi dormiglione- mormoro mentre lui si stiracchia. Ride leggermente.

-Come mai sei qui? Sei andata via qualche ora fa- chiede confuso. Sospiro ricorda il motivo per cui sono qui. Voglio dire a Andy che sono incinta. Non c'è un motivo specifico, voglio che lui lo sappia.

-Perché devo dirti una cosa importante- inizio a parlare. Mi guarda confuso e annuisce mettendosi seduto. Picchietta sul materasso il posto vuoto accanto a lui invitandomi a sedere. Faccio come mi chiede e mi accovaccio stringendo le gambe con le braccia.

-Sai perché ogni mattina appena sveglia oppure mentre parliamo vomito?- gli chiedo e lui mi guarda negli occhi senza accennare nessun movimento. Dicendogli che sono incinta non voglio farlo sentire in colpa per aver ucciso il padre. Non è mia intenzione farlo stare male più di quanto non stia ora.

-Beh... Sono incinta Andy, da circa sei settimane- dico voltandomi dall'altro lato evitando di guardarlo negli occhi. Lo sento respirare rumorosamente.

-Prima che tu dica qualsiasi cosa voglio dirti che non te l'ho detto per farti sentire in colpa per...beh per quello che è successo. Volevo solo che tu lo sapessi- mormoro voltandomi nuovamente verso di lui. Solleva una mano tremante e la porta verso la mia pancia. Mi metto seduta composta e Andy posa la mano sulla pancia coperta dalla felpa. La stringe leggermente e i suoi occhi si velano di lacrime. Non lo avevo mai visto piangere ne nel sogno ne nella realtà ed è una scena che mi spezza il cuore. Gli sposto la mano e mi avvicino di più a lui stringendolo nelle mie braccia. Affonda la testa nei miei capelli stringendomi di più a se, come se avesse paura che da un momento all'altro me ne vada via o come se avesse paura che tutto questo sia un sogno. Biscica qualche "scusa" e "mi dispiace" e io gli ripeto che va tutto bene.

-Sono in persona orribile. Un mostro- mormora sollevano la testa dalla mia spalla ma rimanendo sempre tra le mie braccia. Scuoto la testa asciugando con i pollici le lacrime che sono uscite dai suoi occhioni azzurri un po' arrossati.

-Ho ucciso il padre di tuo figlio. Io ho ucciso la persona più importante per te- alza di più la voce mettendosi in piedi. Si passa una mano tra i capelli nervosamente e cammina avanti e indietro per la cella.

-Smettila Andy. Non è stata colpa tua, è la tua testa che ti dice di fare quelle cose, contro la tua volontà. Ho promesso che la supereremo insieme e sarà così- dico avvicinandomi a lui. Prendo le sue mani nelle mie e le stringo leggermente facendolo calmare.

-Non voglio che tu pianga. Mai più Andy- sussurro lasciando le sue mani e avvolgendo la braccia intorno al suo collo.

-Dovrei essere io a dirtelo- mormora ridendo leggermente. Lo seguo sentendo le sua braccia avvolgermi la vita, facendo scontrare i nostri bacini. Restiamo abbracciati per non so quanto tempo e ad interrompere il momento è il mio telefono che squilla. Lo afferro dalla tasca della felpa e accento la chiamata senza guarda chi è, rimanendo sempre abbracciata ad Andy, che non ne vuole sapere di lasciarmi.

-Pronto?- chiedo. Andy stringe di più la prese e sento l'aria mancarmi, non per la stretta troppo forte, ma per la vicinanza con lui.

-Kirsten dove cazzo sei?- ma che gentile mio fratello, si si. Sbuffo alzando gli occhi al cielo e mi allontano, a malavoglia, da Andy.

-Cosa vuoi Mike?- gli chiedo ignorando la sua domanda. Ma perché non mi può lasciare da sola senza starmi con il fiato sul collo.

-Mi ha chiamato Andrew- inizia a parlare. Perdo un battito a quella frase. Accidenti, non avevo pensato ad Andrew.

Asylum||Andy BiersackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora