Saliamo in macchina sperando che nessuno ci veda e usciamo dal parcheggio della scuola, superiamo alcuni semafori rossi, arrivati in ospedali iniziamo a correre, saliti al primo piano, chidiamo ad un' infermiera che a mio viso avrebbe poco più di 40 anni dov'è ricoverato il nostro amico, lei ci indicata l'ultima sala in fondo al corridoio, affrettiamo a raggiungerla e dopo aver bussato entrai seguita da tutti gli altri.
Nash è steso in quel maledetto letto, non si sveglia, è in coma.
«Hey.» lo saluto
«Sara, dannazione non ti può sentire!» urla Cameron, non l'avevo mai visto così incazzato, è chi poteva biasimarlo, il suo migliore amico era in coma e lui non poteva farci niente.
Le infermiere, si precipitano in sala, penso abbiamo sentito l'urlo e ci sbattono fuori.
«Cameron?» ci voltiamo verso la persona che ha parlato.
«Signora Grier sa cos'è successo?»
«Era andato a fare benzina, delle telecamere hanno ripreso una persona che lo picchiava con una mazza da baseball.» disse singhiozzando.
«Sanno chi è stato?»
«No, l'uomo o la donna era vestito di nero e aveva la faccia coperta.»
«Non dovreste essere a scuola?» chiede squadrandoci uno ad uno.
«Si, ma Nash è nostro amico e siamo corsi qui appena abbiamo saputo la notizia.» dissi singhiozzando, già, conoscevo Nash da pochi mesi,ma mi erano bastati per potermi fidare, io sapevo tutto di lui e lui tutto di me.
«Non ti ho mai vista e tu saresti ?»mi chiese
«Sara, piacere.»
«Emily.» mi strise la mano.
«Possiamo entrare?» chiesi all'infermiera appena uscita.
«Si, ma solo uno alla volta.» disse andandosene.
«Vado io.» dissi.
Entrai, vedere Nash in quel letto mi fece ricordare che anch'io ci ero passata e chi sa se lui sarebbe stato fortunato come me a risvegliarsi.
Mi mancano i suoi occhi azzurri il suo sorriso, lui riusciva a trovare un briciolo di speranza in ogni cosa, ecco ora toccava a me.
Gli presi la mano, facendo attenzione ai fili, gliela strinsi e pregai che si risvegliasse, speravo che potesse sentirmi, forse era così.
Uscì dalla camera salutai tutti, ma non Cameron che era entrato nella camera.
Decisi di andare a casa e di ritornare nel pomeriggio.
Qualcuno mi prese la mano, mi girai di scatto, era Cameron.
«Scusa, per prima.»
Gli diedi un bacio nella guancia poi chi chiesi
«Vuoi venire da me?»
Lui annuì, il tragitto è stato imbarazzante, una sensazione che non ho mai provato con lui.
Arrivati davanti a casa infilai le chiavi dentro la serratura la girai quando pensai ad una cosa
«Cameron, è stato Kevin?»
«Non lo so ma lo scoprirò.»
Entrati in casa preparai due pizze mentre Cameron era in bagno il suo cellulare squilló, presi il suo cellulare digitali la password
0000
Che stupidi che sono i ragazzi a volte, c'era un messaggio da Greta, era un cuore, guardai tutta la chat era piena di messaggi con su scritto Ti amo, sei la mia vita, quando sentii la porta del bagno aprirsi, spensi il cellulare, stavo piangendo, Cameron si sedette vicino a me e mi abbraccio, mi allontanai di scatto
«Mi prendi per il culo, sei un deficiente.»
«Cosa?» disse sorpreso
«Ho letto i messaggi tra te e Greta.»
«E allora?» disse tranquillo.
«E allora sono pieni di Ti amo e cuori.»
«Cosa?» rise
Prese il cellulare guardo la chat, e serio disse
«Non gli ho scritto io, Sara te lo giuro.»
«Vattene da casa mia!» dissi spingendolo fino alla porta, gli tirai uno schiaffo e gli chiusi la porta in faccia, mi bruciava la mano.
Mi aveva tradito, e lo aveva anche negato.
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Non mi dimenticare
FanfictionMalibu Questa città, dove Sara va ad abitare sembra essere la cosa più bella che potesse accadere. Fino a quando succederà qualcosa che sconvolgerà le vite dei personaggi. Diversi omicidi si susseguiranno, ma il colpevole è la persona più vicina.