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"Leo!"
"Ti va di andare a fare un giro?"
"Si ok."
Lo invitai ad entrare per avere il tempo di prendere la borsa, salii le scale lasciandolo al piano di sotto, entrai nella mia stanza mi cambiai, presi la giacca color panna che poteva abinarsi con i jeans e la maglietta viola, misi tutto ciò che poteva essermi utile nella borsa e lo raggiunsi al piano di sotto, lo afferrai per un braccio e uscendo esclamai: "Non aspettatemi per cena!"
Appena fuori casa premette aggressivamente le labbra contro le mie. Mi prese per mano indicandomi la moto parcheggiata lì davanti, mi porse un casco, io lo misi e salii sulla moto, lui si sedette davanti a me e mise in moto, andava troppo veloce: "Ho paura!" Gli confidai stringendolo a me. "Attenta, così rischi di uccidermi." Esclamò lui divertito. "Dove stiamo andando?" Chiesi preoccupata. "Tranquilla manca poco" disse lui rallentando e fermandosi lentamente.
Scese dalla moto, aprì il bauletto e tirò fuori una tovaglia, la stese sul prato verde e mi fece cenno di sedermi. Io lo feci e anche lui dopo di me, cominciammo a guardare le nuvole mezze nascoste dagli alberi;  improvvisamente si alzò mettendosi seduto accanto a me e piano piano si avvicinò alle mie labbra lasciando che le nostre bocche si incontrassero e le nostre lingue si scontassero dolcemente, mi accarezzò lentamente un fianco mentre il ritmo del nostro fiato aumentava, dopo un ultimo bacio separai la mia bocca dalla sua e appoggiai la testa sulla sua spalla riprendendo a guardare le nuvole. Fra poco tempo il sole sarebbe tramontato ma io non avevo nessuna voglia di tornare a casa. Sentimmo il rumore del motore di una macchina e Leo saltò in piedi facendomi segno di sbrigarmi. "C'è il guardiano del parco, dobbiamo andare, veloce." Salimmo sulla moto e imboccammo la strada per andare a casa sua e in pochi minuti fummo lì.
"Salve signora Farnisi."
"Ciao Alessia, come sei bella è da tanti anni che non ci vediamo."
"Si infatti."
"Ragazzi io devo andare a fare la spesa, se avete fame potete vedere cosa c'è in frigo, buon pomeriggio." Disse uscendo la madre di Leo. "A dopo mà." La salutò lui.
Scesimo in cantina dove c'era la sala giochi ma trovammo Nico, il fratello maggiore di Leo con una ragazza, erano comodamente sdraiati sul divano con solo l'intimo addosso.
"Leo levati dalle palle." Disse Nico cacciandolo, poi guardò verso la porta salutandomi. "Oh ciao Alessia, scusa ma dovete proprio andare." Io annuii fingendo di non aver visto la ragazza nuda dietro di lui.
Uscimmo dalla stanza chiudendo la porta dietro di noi. Salimmo al piano di sopra, entrai nella camera di Leo e mi sedetti sul letto.
"Volevo farti vedere alcune foto." Disse lui prendendo un album di fotografie, me lo mise sulle gambe e cominciai a sfogliarlo, era pieno di foto nostre da piccoli e alla fine c'era una foto un po' più grande delle altre, era una foto mia a 12 anni, ero in soggiorno dietro la tenda con un raggio di sole che mi illuminava il volto. "Era una foto che mi aveva fatto mia sorella 2 anni fa durante le vacanze di Natale prima di partire per avere un ricordo di me quando sarebbe stata a milioni di km di distanza."
"Lo so, è stata proprio lei a mandarmela." Esclamò lui con un'espressione soddisfatta. Mi sporsi per baciarlo e lui mi tirò a sé stringendomi fortissimo in un modo così travolgente da farmi dimenticare pure l'ora ma a ricordarmelo fu la suoneria del mio cellulare, mi alzai per rispondere quando lessi sulla schermata "Sister♡☆"
"Vale è successo qualcosa?"
"No ma sono le nove, sei sparita, torna a casa."
"Ok arrivo."
Uscendo dalla casa di Leo incrociai sua madre che tornava dal supermercato. "Alessia, ti va di restare per cena?"
"Mi scusi signora Farnisi ma non posso, i miei mi stanno aspettando a casa."
"Ok sarà per un'altra volta." La salutai e uscii seguita da Leo.

Verrò a cercarti in paradiso..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora