"Driiiiin." mi svegliai di soprassalto e ancora in pigiama scesi di corsa le scale e andai ad aprire. Con gli occhi ancora socchiusi vidi Leo sulla soglia della porta. "Scusa ma non potevo andare via senza salutarti...spero che i tuoi non siano in casa perché intendo salutarti come si deve..." Disse. Mi sporsi per baciarlo ma lui mi prese in braccio e dando un calcio alla porta per chiuderla, si avviò verso la mia stanza e mi buttò sul letto, si tolse il giubbotto e salì sopra di me, cominciò a baciarmi il collo facendomi gemere. Erano le 8:00. "A che ora hai l'aereo?" Chiesi mostrando il display del cellulare. "Alle 9:30, Dio santo è tardissimo." Mi diede un bacio così travolgente che avrei potuto fargli perdere l'aereo. Si mise il giubbotto, scese le scale e si fermò di botto. "Sai che mi mancherai vero?" Mi disse. Lo baciai mentre una lacrima rigò il mio volto. "So che lo vuoi, ma deve essere una cosa speciale, ti prometto che quando tornerò faremo le cose con calma." Uscì di casa e andò via. Andai in cucina con una fame tremenda, aprii il frigo e presi una vaschetta di gelato al cioccolato. Accesi la tv e guardai un po' di tutto senza capire esattamente cosa stessi guardando. Guardai il cellulare, erano le 9:00. Squillò il telefono di casa, lo presi e risposi pensando che fosse Leo leggendo il suo nome sul display del cellulare "Ei" Risposi.
"È la signorina Scribano?" Chiese una voce maschile.
"Si chi è lei?" Chiesi confusa.
"Sono un infermiere dell'ospedale. Leonardo ha avuto un grave incidente e il suo numero era tra quelli da chiamare in caso di bisogno, abbiamo già chiamato i suoi genitori ma pensiamo che lei sia la sua ragazza e in quanto tale debba venire in ospedale."
Attaccai e corsi di sopra a vestirmi. Mi sedetti un secondo in quel letto dove eravamo distesi poco meno di un'ora prima. Le lacrime cominciarono a scendere. << Era grave? Doveva essere operato? Quanto era grave l'incidente?>> pensai. Cacciai indietro le lacrime e tutti i pensieri, presi il cellulare e uscii di casa.Ed ero lì seduta su una sedia con le gambe che tremavano e gli occhi che bruciavano pieni di lacrime. Uscì un signore con il camice bianco dalla stanza di Leo. "Allora?" Chiesero all'unisono i suoi genitori. Non riuscii ad alzarmi, temevo di perdere l'equilibrio. "Come ho detto le condizioni di Leonardo sono molto gravi..aveva un' emorragia al polmone destro ma siamo riusciti a bloccarla attraverso una sonda. Purtroppo ha sbattuto forte la testa e dalla TAC non siamo riusciti a capire se ci sono danni." La madre di Leo scoppiò a piangere tra le braccia del marito. Dio come avrei voluto che fossi lì con me in quel momento. Il dottore aprì la bocca come se volesse dire qualcosa ma subito dopo la richiuse. "Dovremo operare ma c'è il 30% delle possibilità che possa non farcela." Disse infine con voce flebile. Non riuscii a restare ferma, mi alzai ma non avendo forze caddi di peso sul pavimento ghiacciato. Sapevo che non avrei dovuto farlo ma ormai era troppo tardi. Le lacrime si fecero strada sulle mie guance. Era la fine. Restai immobile sul pavimento per un tempo interminabile. Ogni tanto le infermiere mi chiedevano cose ma ero troppo indebolita per sentire le domande... figuriamoci per rispondere. Dopo circa tre ore il medico uscì dalla sala e io balzai in piedi. Aveva una faccia strana. "Le cellule cerebrali non rispondono più... mi dispiace abbiamo fatto il possibile." Disse. "Il possibile?" Riuscii a sussurrare. "Il mio ragazzo è morto e voi mi dite che avete fatto il possibile? Che cazzo significa che avete fatto il possibile? Ma che cazzo di frase è "abbiamo fatto il possibile?" Dissi tirando pugni a quell'uomo che aveva appena spezzato il mio cuore in 10.000 pezzi. "Leooo. Leooooo." Cominciai ad urlare sperando che tutto questo fosse uno stupido scherzo. "Leooooooooo." Urlai con voce roca per le troppe lacrime. "Nooooooooooooo." Urlai piangendo disperatamente. Caddi per lo sforzo e cominciai a singhiozzare e a urlare. "Noo non può essere." Era tutto e ora il mio tutto era diventato niente. Le notti passate a ridere o a litigare i regali del compleanno, i "ti voglio bene", i baci, e tutto il resto. Come potevo vivere senza tutto questo?
Sono passati 2 anni da quando te ne sei andato e io soffro ancora come allora, ogni giorno mi siedo ai piedi del letto e piango, ogni giorno vado in ospedale, ogni giorno rivivo tutto, le lacrime, la disperazione, il senso di vuoto, tutto. Dannazione a te e a quando hai deciso di andare a 150 all'ora! Mi avevi promesso che saresti tornato, mi avevi promesso che avremmo fatto le cose con calma ma che le avremmo fatte, mi avevi promesso tante cose e io ci avevo creduto.. perché tu mantenevi sempre le promesse.. ma ora.. ora è tutto finito.
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Verrò a cercarti in paradiso..
RomantikAlessia è una ragazza di 13 anni dai capelli rossi e occhi azzurri, non ha mai avuto problemi a casa nè con gli amici ma questo cambia quando un pomeriggio qualcuno bussa alla sua porta e le stravolge la vita. In questo suo percorso, Alessia, è affi...