capitolo 5: il diciottanni

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Salii in macchina, salutai la mamma di Bernadette che ci accompagnò alla festa, c'era una musica assordante, diedi il regalo alla festeggiata e le feci gli auguri, dopo circa 10 minuti persi Bernadette di vista, vidi di sfuggita Tom che appena mi vide iniziò a fare il galletto con alcune ragazzine cagne che gli giravano lì intorno, presi un cocktail e decisi che avrei passato la serata a bere, arrivai al quarto cocktail nell'arco di 20 minuti e tra uno e l'altro mi accendevo una sigaretta. Spensi il mozzicone mi avvicinai di nuovo al barista e gli chiesi un rum e pera, me lo porse, ringraziai goffamente e uscii fuori, ero già abbastanza ubriaca ma non volevo farlo vedere agli altri, così mi diressi lontano dalla confusione della musica e con una sigaretta accesa iniziai a sorseggiare il mio cocktail, la pace dei sensi, ero da sola con i miei pensieri, che bellezza..."Hei Pam" mi girai...era sempre Mark, lo scrutai per un attimo, era elegantissimo: giacca e cravatta, capelli perfetti e con il suo solito sorriso stampato in faccia, "Ciao Mark" "Come mai qui da sola?" "Volevo starmene un po' tranquilla, tu invece?" "Stesso motivo, quindi non posso che dirti ottima scelta ahahah" mi fissò "Sei davvero bella stasera, forse stai bevendo un po' troppo però, non dovresti bere così tanto se qualcuno non ti ha sott'occhio" "Sott'occhio?" "Si, Pam" ma che cazzo voleva dire? L'alcool mi faceva girare la testa, così stetti in silenzio. Mark mi guardava continuamente e non distoglieva lo sguardo "Hai riflettuto molto su ciò che ti ho detto la scorsa volta, vero?" Lo guardai e non riuscii a parlare "Non capisco perché? Forse ho un po' esagerato con le parole, ma ammettilo, non ti sarebbe piaciuto anche anche te farlo in quel momento?" "Mark.." mi fermai un secondo per riflettere bene su ciò che dovevo dire, poi un po' perché volevo che lui sapesse la verità un po' per l'alcool risposi d'istinto "Mark..io sono vergine" Lui mi guardò sbigottito "Sei stata fidanzata per 4 anni e sei vergine? Dici davvero Pam?" "Sì" "A 17 anni una ragazza dovrebbe conoscere la propria sessualità" si fermò un secondo poi riprese con un sorrisino in viso "Tranquilla Pam...rimediamo subito".
Mi prese per un braccio, bevvi l'ultimo sorso di cocktail, ero ufficialmente ubriaca ma capivo benissimo cosa stesse accadendo, camminammo per un paio di minuti e arrivammo ad un parcchetto vicino la festa, mi fece distendere sull'erba e mi disse di osservare il cielo, mi si avvicinó ad un centimetro dalla bocca e mi rubò un bacio, le sue labbra...erano così calde e così...buone, avevano un retrogusto di lampone ma non ci feci troppo caso, mi diede un altro bacio e mi strinse i fianchi, un brivido mi passó per tutto il corpo, appoggiò la sua mano sulle mie labbra e mi disse di stare in silenzio, non dissi niente, l'alcool mi impediva di parlare, fece scivolare la sua mano lungo il mio corpo, giocò per un mezzo minuto con la sua mano e si avvicinó sotto il vestito, alzò il vestito e inizio a giocare con le mie mutandine, le spostò lievemente da un lato, e infilò lentamente un dito dentro di me, gemetti, era una sensazione bellissima, infilò un altro dito e continuo a giocare, prima lentamente poi più velocemente, mentre con una mano si inoltrava dentro di me con l'altra inizió a giocare con il mio seno, gemetti più forte, i suoi occhi mi fissavano e mi incutevano paura e tranquillità allo stesso tempo, mi strizzó forte un seno e non potei non tirare un urlo di dolore e piacere, "stai muta Pam o la smetto", sbarrai la bocca, non volevo che la smettesse, volevo che continuasse all'infinito, dopo 2 minuti di quel meraviglioso giochino erotico, levò un dito, poi l'altro, si avvicinó alla mia bocca mentre con l'altra mano continuava a stringermi un seno, "Lecca Pam, leccami le dita" mi mise un dito in bocca e poi l'altro, io iniziai a leccargliele come un cagnolino ubbidiente, lo sentii genere per un secondo "Brava la mia bimba", sentii che gli stava diventando duro, continuai a leccargli le dita, lui le spingeva nella mia bocca, avevo paura di strozzarmi ma in quel momento quello era l'ultimo dei miei pensieri, si mise sopra di me e appoggiò il suo pacco sulle mie mutandine bagnate, spingeva forte, sentivo quanto era diventato duro, "Quanto mi piaci piccola", io gemevo in silenzio con le sue dita in bocca, ad un tratto si fermò, rimasi stupita, "É meglio tornare" disse "Non so se riesco a fermarmi e non voglio che perdi la verginità qua, a me non dispiacerebbe ma poi non lo rifaremmo più, ne sono più che sicuro ahaha, andiamo Pam" io rimasi a terra distesa, ero ubriaca e frastornata, era stata la sensazione più bella della mia vita, ma che cazzo avevo fatto? "Porco, ti sei approfittato di me?" Lui si girò, mi guardò e disse "Pam stai zitta o non rispondo di meno e te lo metto qua sedutastante, sai bene che non mi sono approfittato di te e sappiamo entrambi quanto ti è piaciuto, torniamo dai" non potevo dargli torto, mi sistemai il vestito e tornai alla festa.

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