Sono le 19:30, domani c'è scuola e non ho fatto niente, al diavolo il greco e il latino; mi guard allo specchio, mi sono messa un pantaloncino stretto e un top rosso che mi mette in risalto i fianchi, sono proprio carina vestita così, infilo una converse dopo l'altra è mi lego i capelli in una coda di cavallo perfetta, metto un filo di matita sugli occhi, non mi piace il trucco pesante e così sto molto bene, evito di mettere il mascara, prendo la borsa, le sigarette, saluto i miei ed esco di casa. Cammino verso il tabacchino, non vedo l'ora di fare 18anni e prendermi la macchina, tanto non manca molto, giusto un paio di mesi; sono le 8:02 e davanti il tabacchino non c'è nessuno, forse mi ha dato buca? Non c'era da fare affidamento in un ragazzo come Mark, devo tornare a casa? No, che dico, tra poco arriverà e se non arrivasse?..."Hei Pam" mi giro e vedo Mark venirmi incontro, è affascinante come sempre, indossa un paio di pantaloncini e una camicia bianca larga, ha i capelli un po' scompigliati ma è bello lo stesso, "Come va?" Mi domanda, "Tutto bene, sono un po' stanca" rispondo, "Ho prenotato un tavolo per due ad un ristorante qua vicino, ti piacerà, ne sono sicuro" annuisco e gli sorrido, ci incamminiamo in silenzio e dopo una manciata di minuti arriviamo da Pedro's: uno dei migliori ristoranti della città, "Stasera non c'è molta gente e staremo un po' da soli, meglio no?" Annuisco nuovamente, ci sediamo e ordiniamo da bere, io ordino dell'acqua frizzante lui una birra media, "Stasera non bevi?" mi chiede con un sorrisino sottobaffo, io gli lancio un occhiataccia ma poi mi metto a ridere. Prendo degli spaghetti con le vongole, mentre lui opta per una linguina all'astice, mangiamo con gusto, paga il conto e usciamo dal locale. "Tutto ottimo" affermo, lui si gira e mi sorride.
Sembriamo quasi una coppia normale, "coppia"? Siamo una coppia oppure no, glielo devo domandare oppure rovino il momento? Che devo fare?
"Mi piace questa serata, c'è una calma placida" rompe il silenzio
"Sì, hai ragione" ribadisco,
"Che ne dici di andare lungo il fiume? Là la sera c'è sempre un'aria tranquilla e staremo da soli"
"Va bene" rispondo
Ci avviamo verso il fiume e una volta arrivati ci fermiamo su una panchina; è deserto, non c'è davvero nessuno, Mark mi fissa in modo strano così gli domando:
"Tutto apposto? Perché mi fissi così?"
"Non lo so, stasera sei particolarmente bella, questi pantaloncini ti mettono in risalto il fondoschiena e..."
"E?" gli domandai
"E...questa tua coda di cavallo mi fa venire voglia di sbatterti su quel muretto e mettertelo con violenza Pam"
Gemetti per un momento, davvero gli provoco tutte queste emozioni?
"E perché non lo fai?" Gli domandai senza alcun pudore
Mi guardò per un secondo, schiuse la bocca per dire qualcosa poi stette in silenzio, mi diede un bacio, poi un altro, quanto mi era mancato il sapore delle sue labbra...mise una mano sul mio fondoschiena e iniziò a stringere, gemetti per la violenza con cui faceva tutto ciò; mi strinse un capezzolo, poi l'altro è mi alzò dalla panchina tirandomi dai capezzoli, mi buttò sul suo petto, lanciai un urlo.
"Devi stare zitta Pam, devi stare muta, capito?" Mi disse con tono minaccioso. Non mi piacevano gli ordini "Altrimenti?" Chiesi spudoratamente, mi fissò per un secondo poi aprì la bocca:
"Altrimenti ti farai molto male Pam, ti farò molto male Pam, te lo metterò in modo così violento e così duro che non riuscirai a stare seduta per molto tempo Pam, capito?
Stetti in silenzio per un secondo,
"Non mi piacciono gli ordini Mark, io faccio ciò che voglio, quando vogl.."
Non riuscii a finire la frase si girò e mi tirò uno schiaffo sul sedere, CAZZO CHE MALE! E cazzo che cosa cosa eccitante, mi tolse le parole di bocca, mi mozzó il fiato in gola, poi mi prese mi spinse verso il muretto, mi diede un bacio e mi girò di spalle, sentii il suo grosso pacco duro premere sul mio sedere, premeva e premeva sempre più forte, con una mano mi strinse un seno e con l'altra aprì i pantaloncini,
"Cazzo Pam quanto mi piacerebbe fotterti da dietro, non sai quanto"
Ebbi un sussulto, lui se ne accorse tanto che disse:
"Tranquilla piccola, non lo farò di certo ora"
Mi fece cadere i pantaloncini a terra e poi inizio ad appoggiarmi il pacco sul sedere, premeva e premeva e diventava sempre più duro, poi mi mise una mano nelle mutandine, infilò un dito, ero già visibilmente bagnata, ma lui non voleva darmi tregua, infiló due dita e inizio a muovere velocemente, su giù, avanti e indietro, poi sfiló il preservativo dalla tasca se lo infilò ed entró dentro di me, bruciava un po' ma ero troppo bagnata per sentire il bruciore. Inizió a muoversi sempre più velocemente avanti e indietro e ad un tratto afferrò la mia coda e inizio a tirare, mi ritrovai con la testa sotto la sua, in una posizione scomodissima ma terribilmente eccitante,
"Urla Pam, ti prego urla per me"
Allora iniziai ad urlare, non forte, iniziai a gemere e urlare ogni volta che spingeva più in fondo, stavo arrivando e forse anche lui stava arrivando,
"Pam...cazzo non ho mai avuto una schiava tanto eccitante e bella quanto te"
Continuai a gemere...aspetta, schiava? Ma che cazzo vuol dire schiava? Non riuscii a continuare, mi bloccai e lo allontanai di scatto, mi rialzai le mutandine e i pantaloncini,
"Schiava? Che cazzo hai detto?"
Lui rimase stupito, lì impalato con il pacco di fuori, dopo un minuto di silenzio si rialzó i pantaloni.
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Sono sottomessa?
RomancePámela è una ragazza di 17 anni, come tutte le ragazze di questa età fuma e beve un po' troppo, ha un ragazzo e un paio di amiche strette, un giorno però un incontro inaspettato le farà scoprire la sua sessualità, le farà aprire gli occhi su un mond...