14. Documentario, forti come il diamante e fiore dalle macerie.

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Una volta uscita dall'infermeria, Camila si sentiva strana, almeno più del normale e in maniera completamente diversa rispetto al solito; ed i giorni per lei si susseguirono lentamente e tutti uguali tra loro, fino all'arrivo delle vacanze natalizie.

Alla stazione erano venuti a prenderla solo la piccola Sofi, che era cresciuta di alcuni centimetri in quei pochi mesi, ma il suo caratteristico sorrisetto da canaglia campeggiava ancora sul suo viso, ed il padre, ma qualcosa nel suo sguardo le diceva che era stanco e abbattuto; non fece domande al riguardo, ma sapeva che le risposte sarebbero arrivate senza neanche volerlo.

Vivevano in una villetta a schiera poco fuori Londra, in una piccola comunità per soli maghi.

Arrivati a casa la voce della madre la chiamò nella stanza da letto dei genitori. Appena entrata il sorriso di Camilla si spense: la Sinuhe di qualche mese prima era vitale e piena di energie; la donna che vedeva ora, invece, era seduta su di una grande poltrona color crema, era inoltre terribilmente dimagrita ed era evidente che portasse una parrucca. Voleva avvicinarsi alla madre, abbracciarla e sentirsi dire che sarebbe andato tutto bene, ma era come pietrificata. Voleva, anche, parlare, chiedere spiegazioni, ma la voce non voleva saperne di uscire; la madre se ne accorse, perciò spezzò lei il silenzio che aleggiava nella stanza.

-Vieni Mija.-

Le gambe insicure e molli si mossero barcollanti fino alla poltrona e, appena prese la mano che le veniva offerta, crollarono definitivamente facendola trovare a terra e con le lacrime agli occhi.

-Non temere, non è brutto come sembra.-

Le corde vocali si rifiutavano ancora di funzionare, quindi Mila diede al viso il compito di far capire a Sinuhe ciò che il cuore le stava dicendo.

-Il cancro è tornato, in America ci hanno parlato di questa nuova cura sperimentale, ma i trattamenti sono possibili solo in Inghilterra. Perdonaci per averti mentito, ma non volevamo darti troppi pensieri. Comunque non preoccuparti il tumore si è notevolmente ridotto e nonostante il mio aspetto sto bene.-

La ragazza guardava la persona che, probabilmente ammirava di più al mondo, mentre cercava di rassicurarla, ma era inutile: la sua mente si era spenta alla parola cancro; e riusciva ad avere un solo pensiero: non sapeva quando, ma lo sapeva, probabilmente lo aveva saputo dal esatto momento in cui glielo avevano detto quasi un anno e mezzo prima... La madre sarebbe morta per colpa di quella maledetta malattia.

***

Era la vigilia di Natale e l'animo agitato della piccola Grifondoro si era tranquillizzato un poco, ma continuava a provare una morsa, non allo stomaco o al cuore, ma a qualcosa di più profondo, fin dentro le viscere. Quella sera tutta la truppa Hansen sarebbe venuta per festeggiare insieme, e questa scelta aveva impensierire ancora di più Camz. Si era anche resa conto che Sofi non si era minimamente accorta della situazione in cui si trovava la madre, evidentemente, la magia ci aveva messo il suo dannato zampino. La giornata proseguì tranquilla. Una volta arrivata la sera, gli invitati cominciarono ad arrivare, insieme ad ingenti quantità di cibo.

-Buon Natale Mila!-

-Anche a te DJ.-

L'entusiasmo contagioso della piccola leoncina questa volta non aveva coinvolto la castana.

-Cos'hai? Hai la stessa faccia di quando...-

Le parole le morirono sulle labbra, gli occhi si spalancarono e fu costretta a fare un passo indietro per vedere meglio il viso dell'amica. Fu allora che Sinuhe fece la sua lenta entrata, gli occhi cioccolato della cubana incontrarono quelli torbidi della polinesiana. Pochi secondi dopo Dinah prese la mano dell'amica e la trascinò nella sua camera. Non disse nulla, una volta che furono una di fronte all'altra: sapeva che la castana non aveva bisogno di parole da parte sua, ma solo la sua presenza.

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