19. Brangelina, braccia rubate all'impastatura e pausa caffe per Mila.

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"Buonasera a voi brava gente, vedete io avevo un sogno... Usare la Pov, anche se non so esattamente il significato letterale, ma son dettagli, comunque, finalmente, posso farlo! Ma solo per questa volta, sono troppo egocentrica per fare tutto dal punto di vista dei personaggi. Tuttavia non temete i miei irrispettosi interventi non mancheranno, ma saranno sotto forma di considerazioni del fortunato personaggio che vi narrerà il capitolo... Signore e signori, ecco a voi Karla Camila Cabello Estrebao."

Pov Camila.

Quella mattina mi svegliai con un forte mal di testa: l'alcol della sera precedente non mi aveva fatto bene per nulla.

"Certo perché le proprietà dei super alcolici sono rinomate per i loro aspetti benefici, complimenti per l'acuta osservazione! Ora so perché non sono una Corvonero."

Comunque, anche se era lunedì le lezioni erano state sospese, perciò il fatto che l'orologio segnasse l'ora di pranzo non mi preoccupò affatto. L'altro letto nella stanza era sfatto e vuoto, e su di esso era stato lasciato un biglietto, scribacchiato in fretta, che riportava le seguenti parole:

'Sono con Normani, ci vediamo a pranzo.

Sappi che la tua assenza non è accettata come possibilità,

pertanto, se non dovessi scorgerti in Sala Grande,

verrò personalmente a buttarti giù dal letto,

e sai perfettamente che non ti conviene molto.

DJ.'

Un sorriso mi affiorò sulle labbra: era la solita; ma la serenità venne interrotta da una forte fitta al petto, che mi costrinse ad accovacciarmi a terra, mentre stringevo la maglia del pigiama con forza. Cosa stava succedendo?! Era dal giorno prima che sentivo una strana sensazione pesare tutta intorno a me. Tuttavia era inutile pensarci troppo, così mi preparai, il più velocemente possibile, per evitare l'ira della mia migliore amica, e mi diressi al banchetto. Nel tragitto non incontrai nessuno, ma poco prima di entrare nella grande sala due mani si posarono sui miei occhi ancora un po' assonnati, cogliendomi del tutto alla sprovvista, ed una vocina terribilmente dolce mi chiese.

-Indovina chi sono?-

Sorrisi, e un'altra fitta si propagò per tutto il mio corpo, costringendomi a contrarre le labbra in una brutta smorfia, ma riuscii ugualmente a rispondere.

-Sei Lauren.-

Il tono era basso e sofferente, e la ragazza se ne accorse, così mi si parò davanti con cipiglio preoccupato.

-Tutto bene?-

Appena i nostri occhi si scontrarono accadde qualcosa di strano: tutti i bei momenti che avevamo vissuto insieme mi passarono davanti agli occhi. Un po' come, dicono, accada quando stai per morire, ma fu peggio: ogni immagine che la mia mente riviveva veniva immediatamente dimenticato, lasciandomi un senso di vuoto inspiegabile, che partiva dalla bocca dello stomaco fino al petto. Cercavo di aggrapparmi ad ogni frammento di ricordo che riuscivo ad intravedere, ma era inutile... Completamente inutile.

Dovevo essermi incantata, perché la ragazza davanti a me, con aria sempre più preoccupata, mi posò una mano sul braccio.

"Vi assicuro: bruciai a quel contatto, altro che Katniss o Leo."

Tuttavia mantenerlo mi dava un senso di disgusto, quindi me ne liberai con un movimento deciso, che lasciò la mora interdetta. Non capivo cosa stesse succedendo: ero estremamente disorientata e confusa da quella situazione, e sentivo la sensazione di disagio crescere prepotentemente in me.

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