ORZO E TISANE

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Bianca era decisamente allegra quella mattina; alla sera avrebbe ricevuto il suo primo ospite, Albert, e voleva che tutto fosse gradevole, anzi voleva veramente che fosse tutto perfetto.
Avevano condiviso molto tempo ormai, dapprima quasi sempre parlando di affari e con il tempo le loro conversazioni erano passate ad argomenti di attualità, poi un po' più personali, ma senza mai confidarsi cose del passato.
Bianca riteneva che la curiosità fosse un sentimento dei giovani, loro non lo erano più e la pacatezza delle loro conversazioni le piaceva molto.
Per la prima volta, qualche giorno prima, Albert si era lasciato sfuggire quel riferimento così personale al suo matrimonio, non era da lui, pensò , chissà per quale motivo aveva esternato una cosa tanto personale.
Bianca si chiese se avrebbe dovuto invitare anche la sorella di Albert, Julie, che aveva rivisto in qualche occasione passando all'agenzia immobiliare ed era stata sempre molto affabile e interessata all'andamento dei lavori al cottage; forse avrebbe dovuto chiederglielo per non sembrare scortese. Avrebbe potuto farlo la prossima volta, decise, aveva voglia di passare del tempo con Albert, da sola con Albert.

Si fermò un attimo a riflettere: cosa le stava mai succedendo? In questi venticinque anni di solitudine aveva alcune volte desiderato passare del tempo con un altro uomo, ma le era risultato sempre molto arduo e le rare volte che era successo, la amarezza era stata fulminea e cocente e si era sempre pentita di aver accettato la compagnia di qualcuno che potesse prendere un posto che non era suo, non tanto nella sua vita quanto nel profondo del suo cuore.
Insostituibile, unico, prezioso, incomparabile.

Bianca si sedette un attimo sulla sedia della cucina, con una tazza di infuso fumante guardando fuori dalla finestra in attesa che salisse quel dolore, quella nostalgia, che non mancò di arrivare, ma fu blanda, quasi tollerabile; era possibile che il cottage stesse facendo miracoli?
Era serena, l'ansia dei ricordi era davvero contenuta, sarebbe stato troppo desiderare che fosse dolce, ci aveva provato tante volte, era stato impossibile, ma in quella casa e in quegli ultimi tempi , era tutto un po' diverso, o era Albert, o la tisana che stava sorseggiando ?

Dopo tutti questi anni sarebbe stato proprio il momento di chiudere con quel dolore; non l'aveva portata da nessuna parte, solo sofferenza gratuita; forse era davvero venuto il tempo di chiudere quella porta che avrebbe dovuto chiudersi naturalmente dopo un ragionevole lasso di tempo, ma non ci era proprio riuscita.
L'angoscia a Ville Isabelle era più lieve, meno ricordi, forse perché niente in quella casa la legava al suo passato; con l'animo alleggerito decise di uscire in giardino a cogliere dei fiori per la serata.

Il giardino stava diventando un tripudio di coloratissimi fiori.
Una sensazione nuova, il desiderio di vedere Albert la rendeva quasi allegra;  la solitudine non le pesava, non le era mai successo, si era sforzata più e più volte, ci aveva provato per davvero, ma alla fine aveva tirato avanti, era sopravvissuta, ora invece si sentiva rinnovata.
Albert era un uomo molto dolce, ma riservato, pacato; si chiese se sarebbe stato necessario raccontargli cosa c'era stato nella sua vita, ma questi ragionamenti scivolavano nella sua testa con una grande fluidità, non le stavano creando inquietudine, si sentiva come una persona che si vuole liberare di un pesante fardello dopo una grande salita in montagna, perché la vetta era oramai raggiunta e forse poteva permettersi di cominciare la discesa.

Tulipani: nelle sue aiuole ne erano spuntati tantissimi, di tutti i colori, sulla tavola sarebbero stati benissimo, anche se il loro significato, amore perfetto, sarebbe stato forse un po' fuori luogo, chissà se Albert conosceva il linguaggio dei fiori. Meglio optare per il glicine, amicizia e disponibilità, ne avrebbe fatto un centrotavola eccezionale con delle candele in tonalità.
Aveva così tante cose da fare prima di sera; si sentiva quasi euforica, libera, nuova, leggera; rientrando si guardò allo specchio dell'ingresso, era veramente quella donna che ha pianto il suo grande amore per tanti anni ?
Aveva tutto il tempo di preparare la cena e sistemarsi per ricevere il suo ospite, la giornata sarebbe trascorsa in fretta.

Il cuore rovesciatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora