VILLA ISABELLE

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L'acquisto fu formalizzato nel giro di due settimane; il proprietario del cottage accettò l'offerta di Albert leggermente più bassa rispetto a quanto era stato stimato il villino dimostrando fino in fondo la sua totale indifferenza all'immobile.
Bianca si era fermata un paio di giorni nello stesso hotel e poi aveva fatto ritorno in Italia per comunicare la sua decisione ai suoi figli e raccogliere le idee.
I suoi figli naturalmente si mostrarono alquanto stupiti, però avevano capito che anche questa volta non l'avrebbero spuntata quindi tanto valeva assecondarla in questa pazzia che però l'aveva resa felice, come sempre quando aveva un progetto nuovo in testa.
Comunicò la sua decisione agli amici più cari che nella sorpresa non mancarono di farsi promettere un invito nella sua nuova abitazione chi per curiosità, chi per tirchieria, chi per sincero affetto nei suoi confronti e il dispiacere di non poterla frequentare spesso come era stato fino a quel momento.
Non sarebbe stato facile organizzare la ristrutturazione dell'immobile e la lingua non sarebbe stato un così piccolo ostacolo per farsi capire, così decise che si sarebbe fermata subito dopo la firma dal notaio alla ricerca di un'impresa che facesse al più presto tutti i lavori necessari per andarci ad abitare almeno entro tre o quattro mesi, poiché in realtà non stava nella pelle dalla voglia di cambiare, di spostarsi, di dedicarsi totalmente a se stessa.
Albert le fu di grande aiuto sia nel metterla in contatto con l'impresa di ristrutturazione che nello sbrigare la burocrazia necessaria.

Spesso Bianca si fermava alcuni giorni a Chambery per seguire i lavori e non mancò l'occasione di cenare con Albert di cui apprezzava molto la compagnia; era un uomo molto bello, di piacevole compagnia e tra loro era nata un'amicizia sincera, tra due persone mature che si erano lasciate alle spalle una parte importante delle loro vite; si diedero ben presto del tu e lui la chiamava vezzosamente Blanchette.

Le persone mature si corteggiano con molta delicatezza una cosa che i giovani non capiscono perché hanno l'ansia della conquista; parlano di cose molto quotidiane, apprezzano le cose semplici come un buon bicchiere di vino e un buon piatto, le lunghe passeggiate, non hanno bisogno di strafare, non hanno l'ansia del rivedersi, ma la gioia di farlo, apprezzano l'amicizia, la cordialità, lo scambiarsi opinioni, non amano raccontare la loro vita vissuta perché è passata e non torna più; godono del momento presente facendo piccoli progetti a breve termine.

Così  Albert diventò il suo primo nuovo amico francese e questo le fece molto piacere, anche perché lui molto delicatamente le correggeva il francese che cercava di imparare e quando diceva delle cose sbagliate non la derideva, ma la correggeva con pazienza.

Il tempo passava in fretta con tante cose da fare, il cottage stava decisamente assumendo un gran bel aspetto sia dentro che al di fuori; Bianca aveva disposto di fare una grande cucina dove erano rimasti appena gli scarichi con tutte le comodità moderne, ma con un aspetto country tipico dei cottage quindi con mobili di legno chiari che sarebbero arrivati insieme al resto del mobilio non appena fossero finite tutte le opere di muratura.
Dispose che la grande stanza con la vetrata dopo la cucina fosse un bel salotto con un grande caminetto e un tinello perché le sale da pranzo non le erano mai piaciute e in realtà non pensava che avrebbe avuto così tanti amici da invitare a mangiare.
Al piano di sopra fece in modo di predisporre una stanza matrimoniale per gli ospiti, una più piccolina, due bagni e una grande e luminosa camera da letto per sé e insistette con l'architetto affinché le creasse un piccolo studio con un bovindo; questo avrebbe un po' prolungato i tempi, ma a Bianca non importava perché sarebbe stato un peccato non avere un bovindo sul quel magnifico paesaggio per goderne anche durante l'inverno.
Mentre discuteva animatamente con l'architetto sul bovindo, le ritornarono in mente quei mobili shabby che aveva visto a Colmar tempo prima nel negozio di Monsieur Meunier e cercò subito il bigliettino da visita che aveva preso quel giorno nel suo negozio.
- Chissà se li avrà ancora? - si chiese – E' passato un po' di tempo, ma tentar non nuoce. Gli telefonerò, anzi perché non approfittare per andarci ? Aveva delle cose deliziose, magari potrei trovare qualche altro strano oggetto o libro.-
Così in questo periodo di attesa Bianca partì di nuovo alla volta di Colmar che trovò sempre deliziosa e poi sarebbe discesa verso Chambery per seguire di nuovo i suoi lavori di ristrutturazione.

Il cuore rovesciatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora