Si risvegliò in un posto strano, non riusciva a capire dove però. In una stanza molto simile a quella dove teneva gli incontri con il clown all'Arkham Asylum. Non appena aprì gli occhi, vide di fronte a se una rosa rossa, rossa come il sangue. La guancia le faceva male un poco, ma lo schiaffo che le aveva tirato non poteva essere così forte da farle perdere i sensi, insomma era solo uno schiaffo. Si alzò, indossava gli stessi vestiti che si ricordava solo che la camicia era leggermente più aperta. La stanza in cui si trovava sembrava quasi una cella ma la porta era aperta, l'aveva di nuovo abbandonata?
Uscì fuori e di fronte a se vide una rampa di scale che si arrampicava su su fino all'infinito. Voleva vederlo, doveva trovarlo. Cominciò a salire su quella rampa di scale infinita e a metà strada cominciava a non sentire più i suoi polmoni ma non si fermò. Quando arrivò, le gambe cedettero e cercò di inalare più aria possibile, ma era pesante, si respirava uno strano odore misto tra carne bruciata e detersivo. Quando alzò lo sguardo, vide difronte a se un paio di scarpe eleganti e mano mano che alzava lo sguardo si materializzò di fronte a se l'immagine di un uomo. Joker era di fronte a lei che le porgeva la mano, lei la prese e lui la sollevò con uno scatto-Tesoro-sussurrò-finalmente sveglia-
Lo guardò con uno sguardo interrogatorio-Non capisco...ma dove...dove siamo?-
Si guardò intorno e vide che erano su una piattaforma, molto probabilmente di un magazzino e a qualche metro da lì c'era una sporgenza.
-Siamo nel passato...-mormorò seguendola e ridacchiando.
Oltre la piattaforme avvertiva un certo calore, e quando si sporse vide una cosa strana. Sei vasche circolari piene di un liquido bianco che fumava. Sembrava così alto da lì, non aveva mai sofferto di vertigini ma quel l'altezza era adrenalina pura.
-È davvero...incredibile-
-Ahh, mia cara Harley...tu sei proprio quello che mancava al mondo della follia, la ciliegina sulla torta-disse dolcemente continuando a muoversi verso di lei, le parole le sussurrava al suo orecchio-la mia ossessione per l'ossessività è più forte quando sono con te...sono nato proprio lì-
Harleen era sempre voltata, ma le parole del Joker erano così dolci e piacevoli che non poteva fare a meno di ascoltarle senza muoversi. Lo sentì poggiare le mani sui suoi fianchi, e sentiva quasi le sue mani che penetravano il tessuto leggero della camicia-sono qui per aggiustarti, per trasformarti in ciò che sei veramente-
Quelle parole suonavano così allettanti.
-Domandina-annunciò sempre con un tono molto basso e tenebroso, fece scorrere le dita sul suo braccio e Harleen si voltò-moriresti per me?-
Quella domanda era un po' intimidatoria ma lei non aveva paura di lui-Si-rispose secca.
-Troppo facile...sei disposta a...-pensò alzando un poco gli occhi, come se cercasse la domanda scritta da qualche parte-...a vivere per me?-
Era una richiesta strana, e quando rispose-Si-lo disse un poco incerta.
Joker alzò un dito di fronte a lei e disse-Attenta...non promettere una cosa così, con leggerezza-
Poggiò la mano dove era tatuato un sorriso sulla sua bella bocca carnosa-Il desiderio diventa resa e la resa diventa potere-sussurrò. Harleen non si mosse, nonostante i brividi quando lui fece scorrere un dito sul labbro superiore e inferiore-Vuoi veramente?-
-Lo voglio-disse con fermezza, lo voleva davvero. Ne aveva bisogno.
-Dillo, dillo, dillo...per, per, per...-sussurro agitando lentamente il capo e Harleen completò la parola-...Piacere-
-Oddio...quanto sei...buona-
Quando parlava, quando si muoveva sembrava quasi che stesse danzando, era una poesia vivente.
-Allora, fallo...addio dottoressa Quinzel- la invitò ad avvicinarsi al bordo della piattaforma e lei lo fece. Si voltò, in modo da guardarlo negli occhi mentre cadeva. Quando si gettò, sentiva ogni muscolo del suo corpo arrendersi e l'impatto con la vasca non fu dolorosa ma riemergere, non ci riusciva. Il Joker fece per andarsene, ma c'era un filo, un filo fortissimo che lo legava a lei e che lo spinse a togliersi la giacca e a gettarsi dentro quando vide che non riemergeva. Si gettò all'interno dell'acido che era proprio come se lo ricordava e quando la prese e la portò in un superficie, vide che non respirava. Il suo volto intriso dell'acido, i capelli, il corpo stupendo...la baciò. In quell'esatto momento si svegliò di colpo inalando tutta l'aria possibile e quando lo vide di fronte a lei sorrise. Prese il suo volto tra le mani e lo baciò di nuovo, stavolta con più intensità e forza. Se lo sentiva nelle ossa, in ogni parte del corpo...e non riusciva a fare a meno di lui.
Lui assaporò il sapore delle sue labbra, mentre qualcosa cominciava a farsi strada in lui. Quando si staccò prese un bel respiro e cominciò a ridere fortemente, mentre lei sorrideva con il rossetto rosso sulle sue labbra e lo strinse a se. Ne aveva bisogno, ne avevano bisogno entrambi, di qualcuno che ridesse di quel mondo disgustoso, di qualcuno che si unisse a loro nell'odio e nella follia.
I'm fucked up, i'm black and blue
I'm built for it, all the abuse
I got secrets, that noboby, nobody, nobody knows
STAI LEGGENDO
She needs a Gangsta
FanfictionLo amavo, ma non per il modo in cui riusciva a zittire i miei demoni ma per il modo in cui riusciva a far ballare i suoi demoni con i mie. -Dottoressa Quinn, io sono più che sicuro che lei potrebbe capirmi, le piacerebbe?- -Non è Quinn...- -Lo so-e...