Quando si risvegliò, fu il risveglio più bello e dolce della sua vita. Il suo Puddin era accanto a lei, che dormiva come un ghiro. Non lo avrebbe mai immaginato mentre dormiva, le sembrava quasi una creatura notturna, che non dormiva mai e non chiudeva mai occhio. Era così bello vederlo così. La coperta che gli cingeva il corpo nudo, la sua mano intorno al suo corpo ancora affogato nel suo profumo. Allungò la mano verso il suo volto, lo accarezzò ma improvvisamente con uno scatto, lui si mosse e lei si ritrovò sotto di lui, sotto il suo corpo.
-Non si sveglia il can che dorme...ma se lo è la sua gattina a farlo...-mormorò, ancora un poco assonnato. Si sentì una musichetta da fuori, una musichetta simile alla lirica, solo che non la riconobbe subito, era già abbastanza impegnata ad ascoltare le voci nella sua testa. Ed erano tante.
Harley sorrise, mente accarezzava la schiena del suo tesoro-Puddin...che cosa vuoi fare oggi?-chiese sussurrando. Per lui la voce di Harley era simile ad una sinfonia, che a volte sapeva essere dolce e armoniosa, altre invece forte e rumorosa. Le adorava entrambe.
-Il tuo Puddin oggi deve sbrigare un paio di commissioni e tu verrai con me-
-Si? Quali commissioni?-
-Questo lo vedrai!-esclamò in modo più infastidito. Si sollevò e si coprì con una delle coperte, mentre Harley si sedette sul letto e si coprì con la pelliccia. Osservò Joker che andava verso un citofono accanto alla porta di ingresso, mentre il Sole caldo del mattino irrompeva nella stanza con i suoi raggi.
-Si capo?-chiese una voce dal citofono. Harley nel frattempo, coperta dalla pelliccia, si stava strofinando contro la testiera del letto, chiudendo gli occhi. Nella sua mente saettò il pensiero di essere un orso, come sarebbe stato esserlo?
-Prepara la macchina, oggi ci facciamo un giretto, e qualcuno prepari qualcosa da mangiare...tesoro che cosa vuoi per colazione?-
Harley scattò e corse verso il Joker, che le cinse il fianco con un braccio-Panna-disse secca.
-L'hai sentita, dalle della panna-ordinò. Harley ridacchiò, mentre baciava il collo del suo amato. Joker sorrise-Preparati tesoro-ordinò lui e la spinse verso la porta-dobbiamo lavorare-
Harley fu accontentata, si trovò di fronte una vaschetta piena di panna e un cucchiaio colorato di rosso e blu. Mentre mangiava, i collaboratori del Joker la guardavano un po' divertiti, erano abituati a vedere stranezze, d'altra parte vivevano e collaboravano con uno degli squilibrati maniaci più pazzi della storia, ma lei era davvero strana. Più pazza forse che strana. Passava in rassegna a tutti quegli uomini, ma senza sguardi maliziosi, anche perché la prima volta che ci aveva provato si era beccata un bello schiaffo dal clown, ma subito dopo lui l'aveva baciata. La condusse verso una camera armadio, piena di manichini, con delle facce da clown colorate sopra e una in particolare, coperta da un telo...era quello il manichino che voleva mostrarle.
-Chi sono Puddin? Questi cosi mi fissano come mai?-chiese osservando i manichini intorno a se. Erano abbastanza raccapriccianti-Sei la più bella, ovviamente ti fissano-
Harley arrossì e seguì Joker verso il manichino coperto dal telo. Quando tirò giù il telo, Harley rimase senza fiato. I manichini erano due in realtà, un po' più piccoli ma ciò che vide la fece urlare dalla gioia. Uno dei vestiti era una tutina attillata, rossa e nero-blu, a maniche lunghe e i pantaloni lunghi, la scollatura a V sul petto e un bellissimo cappello con dei campanellini. L'altra invece era una maglietta bianca e rossa con una scritta in blu, degli short blu e rossi lucidi e delle calze a rete-Puddin!-esclamò-Sono così belli! Quale vuoi che indossi oggi?-
-Questo qui-disse indicando la tutina aderente. Harley si avvicinò al manichino e fece scorrere le dita sulla bellissima tutina, i colori erano così sgargianti e allo stesso tempo oscuri. Si vestì in fretta, la tuta le stava benissimo e metteva in risalto tutte le sue forme perfette, invece il Joker si mise un bellissimo ed elegante smoking. Si avviarono alla macchina e la prima cosa che aveva in mente di fare Joker, era quello di andare a trovare un vecchio amico.
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She needs a Gangsta
FanfictionLo amavo, ma non per il modo in cui riusciva a zittire i miei demoni ma per il modo in cui riusciva a far ballare i suoi demoni con i mie. -Dottoressa Quinn, io sono più che sicuro che lei potrebbe capirmi, le piacerebbe?- -Non è Quinn...- -Lo so-e...