Harley Quinn

238 11 0
                                    

Diciamo pure che non possiamo più chiamarla Harleen Quinzel o dottoressa Quinzel...lei era Harley Quinn, la nuova regina di Gotham e come ogni regina al suo fianco c'era sempre il suo re. Quella stessa notte, quando uscirono dal magazzino abbandonato raggiunsero la macchina completamente ricoperto di quell'acido, Harley era così confusa e allo stesso tempo cominciava a sentire un desiderio forte di urlare come una pazza. Lo era, era diventata pazza.
Il Joker ridacchiava contento, mentre la sua nuova regina stava sdraiata sul pavimento del parcheggio, il suolo era freddo, ma non le dava fastidio-Dove andiamo?-chiese entusiasta.
-Andiamo a casa tesoro-rispose aprendo lo sportello della macchina.
Harley si alzò di scatto sorridente-Insieme?-
Joker sorrise e ricominciò a ridere, stavolta però insieme a lei, la aiutò ad alzarsi ed entrarono nella macchina. Tutto sembrava così diverso, la gente che vedeva per strada, le macchine, gli edifici enormi di Gotham, tutto aveva assunto una sfumatura diversa. Non aveva più bisogno degli occhiali, non sembravano più necessari ormai, come se finalmente la sua vista fosse tornata perfetta.
-Accelera tesoro!-esclamò.
-Non puoi chiamarmi così, sii più originale-le consigliò.
-Mhm...ah ce l'ho!Si che bello! Ti chiamerò Puddin! Come il mio orsacchiotto-
Lui sorrise e accelerò e ad Harley sembrava quasi di essere finita in un DVD e di aver premuto il tasto per accelerare, sentiva il vento sui suoi capelli completamente zuppi ma le piaceva così tanto che neanche ci faceva caso.
-Dove ti porta il tuo Puddin?-
-Si, dove mi porta il mio Puddin?-chiese avvicinandosi a lui, allungò una mano verso di lui e la posò sulla sua gamba che si fece tesa.
Il Joker si voltò, con uno sguardo quasi affamato e sfiorò il volto della ragazza con il naso, poi sussurrò-Chiudi gli occhi-.
Lei lo fece e non li riaprì finché non glielo avesse detto lui. Si lasciò trasportare fuori dalla macchina, si fece prendere in braccio esattamente come le spose quando entrano per la prima volta in casa con il marito e quando Puddin le disse di aprirli, ciò che vide la lasciò senza fiato. Una meravigliosa camera da letto, era circolare e le pareti erano sul blu scuro e grigiastro e una cupola sul soffitto mostrava le stelle luminose di quella notte che sembrava infinita. Il letto a baldacchino sembrava appena comprato, le coperte di pelliccia e i cuscini che avevano lo stesso colore del metallo lucido. Accanto c'era un comodino, dove stavano una bottiglia chiusa di succo d'uva, una di whisky e due bicchieri pieni di ghiaccio.
Harley gridò per l'emozione-Puddin!Che meraviglia!-si voltò verso di lui e lo baciò di nuovo, ormai sembrava non bastargli mai.
-Tesoro le tue urla sveglieranno tutti...urla ancora se vuoi-
Harley ridacchiò, mentre il Joker la osservava muoversi per la stanza. Nonostante fosse lì, non sembrava del tutto in sintonia con quel posto, come se fosse solo una prova di un mobilio ma lui voleva che fosse la lampada che illuminava il tutto-Vieni con me tesoro, dobbiamo cambiarci-
-Per cosa Puddin?-
-Non fare domande e seguimi-ordinò.
Lei sorrise e fece finta di niente, come se non si fosse accorta del tono autorevole dell'uomo e lo seguì. Entrarono in un mega salone, i divanetti in pelle colorata erano occupati da alcuni uomini. Uno di loro teneva tra le mani la testa di un costume da panda, lo riconobbe era all'Arkham Asylum-Perché questa puttana è ancora qui?-chiese ma il tono di voce troppo alto lo tradirono, Harley se ne accorse e fece uno a sguardo offeso-Quel panda mi ha detto una puttana!-esclamò allibita.
Joker accarezzò il volto della ragazza, e poi si voltò verso l'uomo-Ho sempre pensato tu fossi di troppo-tirò fuori la pistola e la puntò verso di lui e prima che l'uomo potesse fare qualcosa sparò.
-Il panda non c'è più! È sparito...non è tornato allo zoo però!-esclamò ridacchiando. Harley si rigirò una ciocca di capelli tra le dita mentre sorrideva.
-Capo vuoi che lo porto fuori?-chiese uno di loro che però era vestito in giacca e cravatta.
-Non lo so...tesoro che cosa vorresti fare con lui, stanotte sei tu che decidi-
Harley osservò l'uomo a terra e fece una smorfia-Non è carino, si fallo portare via da questo bravo ragazzo-
L'uomo fece per sollevare il corpo ma Joker lo interruppe prima che potesse fare qualsiasi cosa-Aspetta...prima devo fare un annuncio...da ora in avanti qui avremo una nuova regina...lei è Harley Quinn!-esclamò. Quest'ultima fece un inchino e si appiattì contro il muro.
-Porta via questo tipo...e tu-indicò un biondo con le punte dei capelli blu elettrico che stava seduto su un divanetto-sarai il nuovo panda-

Joker aspettava, stava sdraiato sul letto, con in mano un bicchiere succo d'uva e nell'altra il telefono con cui stava cercando di farsi foto. La musica alta rendeva tutto più rilassante. Stava aspettando Harley, aveva detto che si sarebbe assentata per un po' per prepararsi. Era curioso di sapere che cosa significasse. Quando la porta finalmente si aprì, la vide entrare. Volle guardarla dalla testa ai piedi, vide delle gambe lunghe e sinuose scoperte e un vestito di seta rosso con una scollatura proprio sul vicino al seno. I capelli erano sempre biondi, solo più boccoli e da una parte in fondo erano rosa dall'altra invece blu. Il trucco da una parte era rosso dall'altra invece blu, il rossetto rosso che metteva in risalto quelle stupende labbra che voleva su di se.
-Puddin-disse sorridendo.
Il Joker assunse uno sguardo famelico e desideroso-Oh vieni dal tuo paparino tesoro-
Lei si avvicinò, andando al tempo con la musica e quando finalmente fu sul letto, lui allungò le mani verso di lei.
-Ti piace Puddin?-chiese con un sorriso stampato sul viso, con lui non poteva smettere di sorridere.
Lui stavolta però non rise, anzi il suo sguardo era intriso dalla voglia di averla e di stringerla, il suo cervello stava andando in tilt più del solito.
Ma era comunque una risposta abbastanza adeguata il suo sguardo, bastava per un SI gigantesco. Si avvicinò ancora di più, e quando finalmente la tirò su di se, la mise a cavalcioni tra le sue gambe.
-Che cosa faremo Puddin?-mormorò al suo orecchio.
-Non parlare di cosa faremo-ordinò di nuovo in tono un poco autorevole, poi però si addolcì di nuovo e accarezzò la schiena scoperta della sua regina-le chiacchiere non servono-
-Ah no? Allora niente chiacchiere-
Lei allungò la mano e gli sfilò la maglietta, poi ci giocò un poco ma lui gliela fece gettare dall'altra parte della stanza.
La baciò di nuovo e Harley poteva finalmente sentire una delle voci nella sua testa , era la voce della dottoressa Quinzel, e stava sussurrando Puddin...stava dicendo a raffica il suo nome.

She needs a Gangsta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora