Vengo riconosciuta sull'Olimpo

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Sorvoliamo Manhattan a sud si Central Park, compiendo un'orbita completa attorno al Monte Olimpo. Spalanco la bocca per la sorpresa. Non lo avevo mai visto. Nell'oscurità di primo mattino, torce e fuochi fanno rilucere i palazzi abbarbicati alla montagna di venti colori diversi, dal rosso sangue all'indaco. A quanto pare, sull'Olimpo non si dorme mai. Le strade tortuose erano piene di semidei, spiriti della natura e divinità minori che si affaccendavano a bordo di carrozze o portantine trainate dai ciclopi. L'inverno non sembra esistere, quassù. Colgo il profumo di giardini in fiore, di rose, gelsomini e molti altri. Una musica lieve di lire e flauti di canne si leva da molte finestre. Sulla vetta della montagna troneggia il palazzo più grande di tutti. "Quella è la dimora degli dei" mi annuncia Timballo. Io annuisco, ancora estasiata. Poi i pegasi ci depositano nel cortile esterno, davanti a enormi porte d'argento. Come per magia, quelle si aprono da sole. Mentre smontiamo dai pegasi, vedo Percy scambiare qualche parola con Blackjack. "Come faccio senza di te?!" Mi chiede Timballo. "Se non  torni, chi mi darà tre scatole di ciambelle?!" Continua, un po' sconsolato. 《Ehi bello, sta tranquillo, tornerò》 gli accarezzo la criniera. "Lo spero proprio! Buona fortuna, mia signora!" Io annuisco, come per ringraziarlo. 《Grazie, Timballo》 lo saluto. Poi, Blackjack, Timballo e Guido, volano via, lasciandoci soli. Per un minuto, restiamo fermi là a contemplare il palazzo, poi, fianco a fianco, entriamo in quella che dovrebbe essere la sala del trono. Dodici troni enormi formano una U attorno a un grande fuoco centrale, proprio come sono disposte le case al campo. Il soffitto scintilla di costellazioni e anche l'ultima arrivata, Zoe la Cacciatrice, solca la volta del cielo con l'arco teso. Stringo i denti per evitare a una lacrima di scendere sulla mia guancia. Odio mostrarmi debole, in questo momento ancor di più. Tutti i troni sono occupati. Gli dei e le dee sono alti quasi cinque metri. Percepisco un alone di potere immenso dentro questa sala, ed è un miracolo il fatto che l'Olimpo non fosse saltato via. 《Benvenuti, eroi》 esordisce Artemide. Poi, vedo Grover venire verso di noi. Mentre parla con Percy, noto che è molto nervoso. 《Eroi》 ci richiama Artemide. La dea scende con grazia dal suo trono e assume dimensioni umane, trasformandosi nella ragazza che ho servito con grande fedeltà per sette anni, perfettamente a suo agio in mezzo a giganteschi dei olimpici. Ci viene incontro, le vesti d'argento scintillanti. Mi trattengo nel guardare le mie, ben sapendo che sono tutte sporche e strappate. Non c'è nessuna emozione nel volto della dea, ma riesco a scorgere una leggera vena di orgoglio verso di noi. 《Il Consiglio è stato informato delle vostre gesta》 ci dice. 《Sanno che il Monte Otri sta risorgendo a ovest. Sanno del tentativo di Atlante di liberarsi e delle forze crescenti dell'esercito di Crono. Abbiamo votato per l'azione》 fra gli dei si leva qualche mormorio, come se non fossero tutti soddisfatti di quel piano, ma nessuno protesta. 《Agli ordini del divino Zeus》 prosegue la dea. 《Mio fratello Apollo e io cacceremo i mostri più potenti, cercando di annientarli prima che si uniscano alla causa dei Titani. La divina Atena controllerà personalmente che gli altri Titani non fuggano dalle loro prigioni. Il divino Poseidone ha ricevuto il permesso di scatenare tutta la sua furia contro la nave da crociera Principessa Andromeda e di farla colare a picco. E quanto a voi, miei eroi...》 si volta per rivolgersi agli altri immortali. 《Questi mezzosangue hanno reso all'Olimpo un grande servigio. Qualcuno dei presenti può negarlo?》 Volge lo sguardo attorno all'assemblea degli dei, soffermandosi su ciascuna faccia. Zeus con il suo completo scuro gessato, la barba nera ordinatissima e gli occhi che scintillavano di elettricità. Accanto a lui siede una donna molto bella, con i capelli d'argento intrecciati su una spalla e un abito che luccica come le piume di un pavone. La divina Era. Alla destra di Zeus, Poseidone, con indosso un paio di bermuda, una camicia hawaiana e i sandali. Ha il volto abbronzato e segnato dal sole, con la barba scura e profondi occhi verdi. Appena lo vedo, un brivido mi percorre la schiena. Tutte le cellule del mio corpo gridano: "È lui!" Sento un moto di rabbia risalirmi per tutto il corpo. Faccio un respiro profondo. Non posso permettermi di fare una brutta figura. Sarebbe mooolto imbarazzante. Soprattutto, perché potrei rimetterci la vita. Accanto a Poseidone, siede un uomo grosso e tozzo, con una gamba stretta in un apparecchio di acciaio, la testa un po' deforme e una barba bruna e arruffata, con delle fiamme che scintillano tra i baffi. Il dio delle fucine, Efesto. Accanto a lui, un uomo con un completo elegante, controlla i messaggi sul caduceo. Il divino Ermes. Apollo, se ne sta comodamente adagiato sul trono con gli occhiali da sole sul naso. Ha le cuffie dell'iPod sulle orecchie, per cui non credo stesse ascoltando molto, ma mi saluta, facendomi l'occhiolino, al che, distolgo lo sguardo portandolo a Dioniso. Il direttore del campo sembra annoiato e si rigira un tralcio di vite fra le dita. Infine c'è Ares, che siede su un trono di pelle e acciaio cromato. Noto che lancia un'occhiata torva a Percy, affilando un coltello. Qualunque cosa fosse successa... beh, non lo voglio sapere. Sul lato femminile della sala, una dea dai capelli scuri con le vesti verdi sedeva accanto a Era, su un trono di rami di melo intrecciati: Demetra, la dea del raccolto. Di fianco a lei, c'è una splendida donna dagli occhi grigi, in un'elegante veste bianca. Noto che si somiglia molto con Annabeth, così può essere soltanto Atena, la dea della saggezza. Poi c'è Afrodite, che mi guarda con una vena di stizzo, mentre sorride complice a Percy. Apollo rompe il silenzio. 《Devo dire che questi ragazzi sono stati bravi》 si schiarisce la gola cominciando a recitare. 《Allora agli ero...》 《Emh, sì, decisamente》 lo interrompe Ermes, ansioso di evitare l'haiku di Apollo. 《Tutti a favore di non disintegrarli?》 Mi si forma un nodo nella gola. Nel frattempo, Demetra e Afrodite, alzano la mano. 《Aspettate un minuto》 ringhia Ares. Poi, indica Percy e Talia, infine il suo dito si ferma, esitante, su di me. Deglutisco con forza... se il dio della guerra ce l'ha con me... grandioso! 《Questi due sono pericolosi》 dice riferendosi a Percy e Talia. 《Anche la Cacciatrice... Sarebbe molto più sicuro, finché li abbiamo qui...》 《Ares》 interviene Poseidone. 《Sono eroi valorosi. Non ridurremo mio figlio in pezzettini》 stringo i denti. Non ha nemmeno il coraggio di degnarmi un'occhiata?! 《E nemmeno mia figlia》 protesta Zeus. 《È stata brava》 《Non se ne parla Ares》 rincara Artemide. 《Non permetterò che una mia valorosa ancella venga fatta a pezzettini dal tuo stupido coltello》 Arrossisco, mentre il coltello congelato, continua a scavarmi nel cuore. Ho paura di non fare la scelta giusta. La dea Atena si schiarisce la gola e si sporge un po' in avanti sul trono. 《Anch'io sono orgogliosa di mia figlia. Ma quanto agli altri tre, è a rischio la nostra sicurezza》 《Madre!》 Esclama Annabeth. 《Come puoi...》 Atena la zittisce con uno sguardo calmo, ma fermo. 《È una sfortuna che mio padre, Zeus e mio zio, Poseidone, abbiano scelto di infrangere il loro giuramento. Solo Ade ha mantenuto la parola, un fatto che trovo alquanto ironico. Come ci dice la Grande Profezia, i figli dei tre Grandi... come Talia e Percy... sono pericolosi. Ares è uno zuccone, ma non ha tutti i torti. Artemide, sei consapevole della potenza della tua Cacciatrice?》 Artemide stringe i pugni. 《Ne sono consapevole Atena, ma non permetterò che sia punita, né lei, né i suoi amici. Anzi, esigo che siano premiati. Se annientiamo gli eroi che ci rendono un grande favore, allora non siamo migliori dei Titani. Se questa è giustizia olimpica, allora non ne voglio più sapere》 《Calmati, sorellina》 dice Apollo. 《Cavolo, prendi le cose troppo sul serio!》 《Non chiamarmi "sorellina"! Io li premierò》 《Bene》 borbotta Zeus. 《Può andare. Ma il mostro almeno dev'essere distrutto. Siamo d'accordo su questo punto?》 Molte teste annuiscono, e per la prima volta, mi accorgo della bolla d'acqua che sta al centro della stanza. Riconosco subito la bestia che c'è all'interno. 《L'Ofiotauro》 mormoro a mezza voce. Poi, Percy protesta contro suo padre e Zeus, sul fatto che è sbagliato uccidere una creatura innocente. Zeus sembra rifletterci. Poi, sposta lo sguardo su sua figlia Talia. 《E quanto ai rischi? Crono sa fin troppo bene che se uno di voi dovesse sacrificare le viscere di questo animale, avrebbe il potere di distruggerci. Pensi che possiamo lasciare aperta una possibilità del genere? Tu, figlia mia, compirai sedici anni appena sarà finito questo giorno, proprio come dice la profezia》 《Deve fidarsi di loro》 interviene Annabeth. 《Divino Zeus, deve fidarsi di loro》 Il volto di Zeus si adombra. 《Dovrei fidarmi di un eroe?》 《Annabeth ha ragione》 dice Artemide. 《Ecco perché devo procedere con con la mia prima ricompensa. La mia fedele compagna, Zoe Nightshade, è salita in cielo. Mi occorre una nuova luogotenente. E intendo sceglierne una. Ma prima, padre Zeus, vorrei conferire con te in privato》 Zeus fa cenno ad Artemide di avvicinarsi. Si china e ascolta quello che la dea ha da dirgli. Io e Talia ci scambiamo un'occhiata nervosa, mentre Percy, sta per vomitare addosso ad Annabeth. Poi Artemide si volta. 《Avrò una luogotenente》 annuncia la dea. 《Se lei accetterà》 con il cuore a mille, decido di fare un passo avanti, con gli occhi di tutti i presenti, puntati addosso. 《Divina Artemide》 intervengo. 《Mi perdoni per l'interruzione, ma desidero farle una richiesta》 la dea si gira verso di me. 《Quale richiesta, Beatrice?》 Prendo un respiro profondo, mentre guardo Poseidone con la coda dell'occhio. 《È... è mio desiderio andarmene via dalle Cacciatrici. Merito l'esilio. Ho infranto per ben due volte il giuramento》 Artemide mi guarda, lievemente sorpresa. 《Beatrice... lo desideri?》 Io annuisco. 《Si, mia signora》 Poi, la dea annuisce. 《Ti esilierò, come di tua richiesta, ma ho il desiderio di eleargirti una ricompensa. Mi sei stata fedele per molti anni, sei stata una valorosa Cacciatrice. Per questo, voglio premiarti con ben due anni di immortalità. Accetti la ricompensa?》 Mi fischiano le orecchie e per poco non svengo. Due anni di immortalità.《Si...》 balbetto. 《Si, divina Artemide. Accetto la sua ricompensa》 poi mi inchino, per rispetto, e me ne torno a posto. La dea, infine, volge lo sguardo verso la figlia di Zeus. 《Talia》 dice Artemide. 《Vuoi diventare una Cacciatrice?》 《Lo voglio》 risponde lei con voce ferma. Zeus si alza, con gli occhi pieni di preoccupazione. 《Figlia mia, riflettici bene...》 《Padre》 dice lei. 《Non compirò sedici anni domani. Impedirò che la profezia diventi mia. Mi schiererò al fianco di mia sorella Artemide. E Crono non mi tenterà mai più》 si inginocchia davanti alla dea e comincia a recitare le parole che io avevo recitato sette anni fa. Poi, Talia, va verso Percy e lo abbraccia. 《Sto rendendo onore a un amico》 dice lei. 《Tu sei un eroe. Sarai tu quello della profezia》 《Fantastico》 mormora Percy. 《Non è detto che sia lui》 ribatto. Talia mi viene incontro, abbracciandomi. Mi sforzo di non piangere. 《Grazie》 mi dice con voce flebile. 《Promettimi...》 mormoro con la voce tremante. 《Promettimi di rendere onore a Bianca》 sussurro. Lei annuisce, poi va ad abbracciare Annabeth e Grover. Quindi si porta al fianco di Artemide. 《Ora, tornando all'Ofiotauro》 dice la dea. 《Questo ragazzo è ancora pericoloso, anche lei》 dice Dioniso indicando me e Percy. 《A proposito... di chi è figlia?》 Domanda il direttore del campo. Quelle parole mi cadono addosso come un macigno. Poi, tutti gli dei si scambiano delle occhiate nervose.  E tutti mi puntano gli occhi addosso. O meglio, sopra la mia testa. Alzo la testa anch'io e vedo un tridente verde, volteggiare su se stesso. 《Tu...》 mormora Percy. Delle occhiate truci vanno in direzione di Poseidone. 《È mia figlia》 annuncia lui, con sguardo fiero.
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La figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora