Ritorno al campo

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L'attimo che segue, si riempe di un silenzio assordante. Tutti quanti puntano gli occhi su Poseidone, poi su di me. 《Questa... questa creatura è una tentazione di grande potere》 balbetta Dioniso. 《Anche se risparmiamo la vita a loro due...》 《No》 li interrompe Percy. 《Vi prego. Mettete l'Ofiotaturo al sicuro. Mio padre può nasconderlo in mare da qualche parte, oppure potete tenerlo in un acquario qui sull'Olimpo. Ma dovete proteggerlo》 《E perché dovremmo fidarci di te? E di lei?》 Bofonchia Efesto. 《Ho solo quattordici anni》 risponde mio fratello. 《Se la profezia riguarda me, mancano ancora due anni》 《Due anni che Crono potrà usare per traviarti meglio》 interviene Atena. 《Molte cose possono cambiare in due anni, mio giovane eroe. E tu Beatrice? A te, con la benedizione di Artemide... hai quattro anni a disposizione. Potrebbe essere lei, la ragazza della profezia》 dice rivolgendosi agli altri dei. 《Madre!》 esclama Annabeth, esasperata. 《È solo la verità, bambina. È una pessima strategia tenere in vita quell'animale. E questi due ragazzi》 Poseidone si alza. 《Non lascerò che una creatura marina venga distrutta, se posso evitarlo. E io posso evitarlo》 Tende la mano, e un tridente gli compare in pugno: un'asta di bronzo lunga sei metri, con tre punte affilate che scintillano di una luce azzurra e liquida. 《Garantisco io per i ragazzi e per la sicurezza dell'Ofiotauro》 《Non lo porterai sotto il mare!》 Zeus si alza all'improvviso. 《Non ti lascerò un asso nella manica di questa portata!》 《Fratello, ti prego!》 Sospira Poseidone. Zeus si fa comparire in pugno la sua folgore, un cilindro carico di elettricità che riversa nella sala l'odore intenso dell'ozono. 《Bene》 conclude mio padre. 《Costruirò un acquario sull'Olimpo. Efesto mi aiuterà. La creatura sarà al sicuro. La proteggeremo con tutti i nostri poteri. I miei figli non vi tradiranno. Ve lo garantisco sul mio onore》 Zeus ci riflette. 《Tutti a favore?》 Dopo di che molte mani si alzano. Dioniso, Ares e Atena si astengono, ma tutti gli altri intervengono a nostro favore. 《Abbiamo raggiunto la maggioranza》 decreta Zeus. 《E così, dal momento che non distruggeremo questi eroi... immagino che dovremmo rendergli onore. Che la celebrazione del trionfo inizi!》 Poi, tutto succede con una sincronia innata. Le nove muse cominciano a suonare qualunque cosa si desiderasse. Dioniso fa spuntare i banchi del rinfresco dal terreno, muovendosi in giro per la festa a braccetto con una bella donna: sua moglie Arianna. Appena mi vede, viene verso di me. 《Ecco la ragazza di cui ti ho parlato, mia cara》 dice rivolgendosi a sua moglie. 《Lieta di conoscerti》 mi dice Arianna, sorridente, mentre mi porge una mano. Gliela stringo. 《È un piacere per me》 le rispondo, facendo un mezzo inchino. Ehi, ragazzi, è sempre un'immortale. Un tantino di rispetto, giusto? 《Dioniso mi ha detto che sapevi la nostra storia, è così?》 Io annuisco. 《Spero che un giorno diventi una bella ragazza, la quale meriti di essere》 faccio una faccia sorpresa. Non me l'aspettavo proprio... 《Gra... grazie, Arianna》 lei mi sorride con dolcezza. 《Non c'è di che》 poi, se ne vanno, a braccetto. Strizzo gli occhi, incapace di credere alle parole di Arianna. Dopo di che, mi faccio largo tra la folla, ho voglia di parlare con qualcuno che conosco. Quel "qualcuno" è la figlia di Zeus. 《Interessante, davvero. Ancora non riesco a credere, che d'ora in poi, non ti avrò più fra di noi. Credo che mi mancherà la tua abilità con i pugnali, Beatrice》 mi blocco al sentire queste parole. Poi, Artemide mi si para davanti. 《Potrei capire, se possibile, il motivo per cui tu hai scelto di diventare una semplice semidea? Se non sbaglio, andava più in là, del giuramento infranto》 stiro le labbra in una sola linea. 《Ecco... dopo la morte di Bianca Di Angelo, non mi sono sentita più in pace, come se qualcosa, dentro, mi si fosse rotto e non ci sarebbe stata altra possibilità di tregua》 la dea mi sorride debolmente. 《Capisco...》 dice mesta. E si allontana, permettendomi di continuare la mia ricerca. All'improvviso, qualcuno, mi prende per le spalle. 《Hai tutte le ragioni, per sentirti infuriata con me, Beatrice, ma temo che dobbiamo scambiare qualche chiacchiera》 riconosco la voce al primo istante. È stato Poseidone a parlarmi. Mio padre. Mi giro, e lo guardo. Prima d'ora, non avrei mai detto di essere padre e figlia, ma adesso comincio a notare i particolari che ci assomigliano. Gli stessi occhi verdi, come il mare calmo, lo stesso colore di capelli, nero ebano e il medesimo sorriso tranquillo. Lui stira le labbra in un sorriso. 《I miei complimenti, figliola, hai avuto un bel coraggio, per infrangere le regole un paio di volte》 guardo a terra, completamente rossa per l'imbarazzo. 《Grazie per prima e... ti prometto che farò del mio meglio per non deluderti》 Papà annuisce. 《Mi dispiace non averti riconosciuto prima》 dice allargando le braccia. 《Sei entrata immediatamente nelle Cacciatrici di Artemide... a proposito... posso sapere perché non ne hai voluto più farne parte?》 Ad Artemide, ho risposto facilmente... dato che ci conoscevamo... ma con mio padre? È la prima volta che lo vedo in ventun anni. 《Da quando... la Cacciatrice più giovane... Bianca di Angelo è morta... non mi sento più al sicuro con loro》 Papà mi sorride. 《Sono sicuro che al campo ti troverai bene... se non sbaglio hai addirittura un pegaso privato》 dice, con una vena di ironia. 《Mh... si può dire di sì》 dico sorridendo. Poi, fa una cosa che non mi aspettavo minimamente. Mi abbraccia. Quando si stacca dice: 《Dì a tua madre, che non ho mai smesso di amarla》 Poi, un secondo dopo, è gia scomparso. Faccio a malapena tempo, di girarmi su me stessa, che mi scontro con Talia. 《Oh...》 balbetto. 《Ti cercavo》 lei sorride. 《Che pura casualità》 esclama. Poi mi porta fuori, tenendomi a braccetto. 《Non finirò mai di ringraziarti, Beatrice》 io le sorrido, compiaciuta. 《Non devi ringraziarmi, Talia. Anche se sarei rimasta nella Cacciatrici, so che avrebbe scelto te》 lei inarca un sopracciglio. 《Ne sei sicura?》 Io annuisco convinta. 《Sicurissima, sei una ragazza molto dotata... perché rinunciare?》 Lei mi sorride grata. 《Posso... posso chiederti il perché, sei andata via dalle Cacciatrici? Da quel che ho capito, hai reso sempre un buon servizio alla dea》 scoppio a ridere divertita. 《Sei la terza persona che me lo chiede, nell'arco di un quarto d'ora! Comunque, da quando Bianca è morta...》 scrollo le spalle. 《Non mi sono più sentita al sicuro con il mio gruppo》 Lei annusce, comprensiva. 《Posso avere l'onore, di concederti un ballo, Talia?》 Dico con tono scherzoso. Lei ride, una risata pura. 《Perché no?》 Dice prendendomi la mano e trascinandomi nella pista da ballo. Appena arriviamo, sentiamo un pezzo rock sparato a tutto volume. Cominciamo a muoverci a tempo. Dopo cinque minuti, siamo già sudate, così decidiamo di andarci a prendere un bicchiere d'acqua fresca. Poi continuiamo a ballare, per tutta la serata, finché Artemide chiama Talia, dicendo che se ne devono andare, in cerca di altre reclute. Così la saluto e me ne vado fuori, in cerca di una boccata d'aria. Appena esco, vedo Percy, intento a parlare con qualcuno tramite l'iPhone. Dopo qualche minuto, la nebbia si dissolve e si gira verso di me. 《Emh... ciao》 《Ciao》 mi saluta lui, sorridente. 《E così, adesso, saresti mia sorella》 dice lui. Inarco un sopracciglio. 《Ti... ti dispiace per caso?》 Chiedo titubante. Lui scoppia in una risata. 《Certo che no! Anzi, mi fa molto piacere, credimi, non sai che noia, nella capanna tre, tutto solo》 io gli sorrido, riconoscente. 《Devo ammettere che... hai avuto un bel coraggio, a presentarti ben due volte, in nostro aiuto, nonostante non facessi parte della missione》 dice lui. 《Sai? Mia madre, sette anni fa, mi disse questa frase: Il mare non ama...》 《Essere limitato》 conclude lui, sorridendo. 《Papà me l'aveva detto due anni fa》 io devo aver fatto una faccia sorpresa, poiché Percy, si mette a ridere senza sosta. Rido anch'io con lui, è così bello, avere qualcuno a te caro, con cui ridere. Dopo un paio di minuti, Argo, il capo della sicurezza, viene a prendere me, Percy, Annabeth e Grover e ci riaccompagna al campo sotto la neve. Appena arriviamo, Chirone ci accoglie alla Casa Grande con la cioccolata e dei toast al formaggio. Grover, va a parlare con i suoi amici satiri e nel giro di un'ora, tutti gli spiriti della natura, cominciano a chiedere del bar più vicino. Io, Annabeth e Percy sediamo con Chirone e altri ragazzi del campo. 《Ho delle novità》 borbotta una figlia di Ares. 《Delle brutte novità》 《Ci aggiornerai più tardi》 dice Chirone con un'allegria forzata. 《L'importanza è che tu ce l'abbia fatta. E che Percy abbia salvato Annabeth》 Poi si mettono a parlare della battaglia "imminente" e del fatto che Percy potesse essere il figlio della profezia. Poi Chirone mi guarda. 《O potrebbe essere sua sorella》 a questo punto, mi guardano tutti. 《Quanti anni hai?》 Mi chiede uno dei fratelli Stoll. Alzo gli occhi. 《Quattordici, ma se la profezia riguardasse me, avremo ancora quattro anni prima della Seconda guerra dei Titani》 《Quattro?》 Chiede la figlia di Ares. 《Almeno li sai fare due conti, pivella?》 Piego un angolo delle labbra, in un sorriso scaltro. 《Si dà il caso, dolcezza, che ho ricevuto un benedizione da Artemide, ciò vuol dire, che ho ancora due anni di immortalità》 a queste parole si zittisce. Poi, la porta si apre e Nico Di Angelo entra nella stanza, con il fiatone e le guancie arrossate dal freddo. Sorride, ma nei suoi occhi, leggo uno sguardo ansioso. Appena mi vede, ci chiede: 《Ehi! Dove... dov'è mia sorella?》 A quelle parole trasalgo impercettibilmente. Poi Percy incontra il mio sguardo. "Non glielo hai detto?" Mi mima con le labbra. Scuoto la testa in risposta. "Vacci piano" gli intimo. Lui annuisce e porta Nico fuori dalla stanza. Prima di uscire, il fratello di Bianca mi lancia un'occhiata nervosa. Qualche minuto dopo, sento un rumore, così scappo dalla Casa Grande e mi dirigo al padiglione, dove Percy sta combattendo contro quattro scheletri. Carico verso il primo, infilandogli un pugnale, tra le costole vuote. Questo si frantuma, ma comincia a ricomporsi subito. Percy ne disarma un altro, ma ha lo stesso effetto del precedente. 《Scappa, Nico!》 Grida Percy, mentre io e lui, continuiamo ad affettare zombie, senza sosta. 《No!》 Nico si tappa le orecchie con le mani. 《Andate via!》 Grida. Il terreno rimbomba sotto i nostri piedi. Gli scheletri si immobilizzano. Ci scansiamo appena in tempo, che una grossa crepa si apre sotto i quattro guerrieri. Il terreno si squarcia, spalancandosi e li inghiotte. Ora una cicatrice lunga sei metri sfregia il pavimento del padiglione. Percy guarda Nico. 《Come hai...》 《Vattene via!》 Grida lui. 《Ti odio! Vorrei che fossi morto!》 Poi mi guarda, con gli occhi pieni di rancore. 《Io... io mi fidavo di te. Non hai mantenuto la promessa! Me lo hai nascosto per tutto questo tempo!》 《Nico...》 provo a ribattere. Ma lui è già scappato. Non mi perdo d'animo e comincio ad inseguirlo. Mi arrampico sugli alberi, per avere una visuale migliore, ma dopo una mezz'ora, lo perdo di vista. Così, me ne torno al campo, andando direttamente nella capanna tre.
《È tutta colpa mia》 mormoro, mettendomi a letto e abbandonandomi ad un sonno inquieto.

La figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora