Mi sacrifico per salvare la missione

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Peeerdonaaatemiiii! Scusate se vi ho fatto aspettare con questo capitolo, ma capitemi, ero in vacanza e i 3G funzionavano di merda... mi auguro che questo capitolo, ripaghi la mia assenza. *se ne va*

Bianca
Sono nella discarica degli dei. Tutto questo è inquietante. Cominciamo a farci strada fra le colline e le valli di spazzatura. Questa roba sembra infinita, le colline si somigliano tutte. Percy ci ha raccomandato di non toccare nulla, ma alcune cose sono troppo belle per evitare di dare una sola occhiata. Alla fine, scorgiamo il confine della discarica a meno di un chilometro di distanza, con le luci di un'autostrada che si perdevano nel deserto. Ma fra noi e la strada... 《Quello cos'è?》 Esclamo tutto ad un fiato. Di fronte a noi c'è una collina molto più grande e lunga delle altre, con la sommità piatta. Era come un tavolo di metallo, lungo quanto un campo da football e alto come il palo di una porta. A un'estremità di quella specie di montagna c'era una fila di dieci tozze colonne di metallo, tutte stipate insieme. Aggrotto la fronte. 《Sembrano...》 《Dita dei piedi》 conclude Grover. Io e Zoe ci scambiamo uno sguardo nervoso. Mi auguro solo che questo ammmasso di rottami non sia chi pensiamo noi. 《Aggiriamole》 propone Talia. 《Tenendoci parecchio alla larga》 《Ma la strada è proprio laggiù》 protesta Percy. 《Facciamo prima a scavalcare》
Ping.
A quel rumore, Talia solleva la lancia e Zoe tende l'arco, mentre io accosto la mano al mio pugnale. Infine ci rendiamo conto che era solo Grover. Aveva lanciato un pezzetto di metallo verso le colonne e ne aveva colpita una, producendo un'eco profonda, come se la colonna fosse cava. 《Perché l'hai fatto?》 domanda Zoe. Grover si fa piccolo piccolo. 《Non lo so. Perché emh... non mi piacciono i piedi finti?》 《Andiamo》 Talia guarda Percy. 《Aggiriamoli》 Percy non replica, segno che le dita incutevano un po' di timore anche su di lui. Dopo diversi minuti di cammino arriviamo all'autostrada, su un tratto di asfalto nero abbandonato ma bene illuminato. 《Ce l'abbiamo fatta》 esclama Zoe, mentre emetto un sospiro di sollievo. 《Grazie agli dei》 Nello stesso istante in cui Zoe pronuncia questa frase, sento un rumore fortissimo, come di un migliaio di compattatori di rifiuti che schiacciavano il metallo. Mi giro. Alle nostre spalle, la montagna di rottami si agitava come per sollevarsi, le dieci dita si piegano. La creatura che si erge dal metallo è un gigante di bronzo in armatura greca. Il panico mi invade il petto. Era alto come un colosso. Non saremmo mai riusciti a sbarazzarcene. Subito, mi viene in mente Beatrice, la sua agilità nell'arrampicarsi sugli alberi, la sua velocità. Ma che vado a pensare adesso?! Poi capisco, forse posso riuscire a mandarle un segnale di aiuto! Beatrice, aiutami! Penso dentro di me. Prego gli dei, che questo messaggio arrivi a destinazione. 《Talo!》 Esclama poi, Zoe, senza fiato. 《Chi... chi è Talo?》 Balbetta Percy. 《Una delle creature di Efesto》 risponde Talia. 《Ma non può essere l'originale. È troppo piccolo. Un prototipo, forse. Un modello difettoso》 A quanto pare, il gigante di metallo, non gradisce la parola difettoso, e sguaina la spada, emettendo un orrendo rumore di metallo sfregato su metallo. 《Qualcuno ha preso qualcosa》 esclama Zoe. 《Chi è stato?》 Rivolge uno sguardo accusatorio a Percy. Lui scuote la testa. 《Sono tutto meno che un ladro》 Io non dico nulla, ho paura che mi scoprano, ho preso l'unica statuina di Mitomagia che mancava a Nico. Volevo farmi perdonare del fatto che me ne sia andata con le Cacciatrici. Ad un certo punto, Talo fa un passo avanti, coprendo metà della distanza che ci separa, facendo tremare il terreno. Ripenso a Beatrice, e a quella spaccatura nel terreno, come è riuscita a farla?! Poi mi ritrovo a pregare mentalmente che la mia richiesta di aiuto sia arrivata a lei. 《Scappate!》 Strilla Grover. Ci separiamo, come con il leone Nemeo. Talia estrae lo scudo e lo tiene sollevato in alto, correndo lungo l'autostrada. Il gigante mena un fendente e sradica una fila di tralicci elettrici, che saltano tra le scintille e ricadono lungo il tragitto di Talia. Le frecce di Zoe fischiano verso la faccia della creatura, ma si infrangono invano sul metallo. Io e Percy ci ritroviamo affiancati, nascosti dietro il rottame di una biga. 《Tu hai preso qualcosa》mi accusa. 《Quell'arco》 《No!》 Protesto con la voce tremante. 《Restituiscilo!》 Replica. 《Buttalo via!》 《Non... non ho preso l'arco!》 Esclamo. 《E comunque è troppo tardi》 《Che cos'hai preso?》 Mi chiede. Prima di avere la possibilità di rispondere sento un cigolio fragoroso e un'ombra ci oscura il cielo. 《Scappa!》 Esclama Percy. E ci precipitiamo giù dalla collina. 《Ehi Talo!》 Grida Grover. Ma il mostro solleva la spada con lo sguardo puntato su me e Percy. Grover suona una rapida melodia e i tralicci caduti si mettono a ballare, finché uno di loro di attorciglia al polpaccio di Talo. I cavi scintillano e mandano una scarica di elettricità su per la schiena del gigante. 《Muoviamoci!》 mi dice. Ma non mi muovo dal mio posto, terrorizzata dalla paura. Mi sfilo la statuina dalla tasca. 《Era... era per Nico》 mormoro. 《Era l'unica che gli mancava》 《Come puoi pensare a Mitomagia in un momento come questo?》 Mi chiede. Sento le lacrime, che stanno per scendere, ma riesco a fermarle. 《Buttala via》 mi esorta. 《Forse il gigante ci lascerà in pace》 La getto per terra con riluttanza, ma non succede nulla. Il gigante continua a inseguire Grover. Conficca la spada in una collina di ciarpame, mancandolo di pochi metri, ma i rottami lo sommergono come una valanga. 《No!》 Grida Talia. Punta la lancia e sprigiona un fulmine azzurro, che colpisce il ginocchio del mostro, deformandolo. Il gigante piomba a terra, ma subito dopo si rialza. Poi, alza il piede per calpestarci, e Percy nota una cosa. 《È l'ora dell'idea folle》 annuncia. Poi mi viene in mente Beatrice. Niente follie, me lo prometti? Mi aveva chiesto. Non posso infrangere una promessa. Ma tuttavia, non abbiamo altra scelta. 《Spara》 dico nervosa. Poi mi dice della botola. 《Potrebbe esserci un modo per controllare quel coso. Degli interruttori o roba del genere. Io vado dentro》 Mi sento mancare l'aria. Il figlio di Poseidone che si sacrifica per noi? No, devo andare io. È stata colpa mia se Talo si è risvegliato. 《Ma come! Dovrai metterti sotto il piede! Ti schiaccerà》 《Tu distrailo》 replica lui. 《Dovrò solo scegliere il momento giusto》 Serro la mascella. 《No. Vado io》 《Non puoi. È ancora tutto nuovo per te! Morirai》 《Il mostro vi ha inseguiti per colpa mia》 ribatto. 《La responsabilità è mia. Ecco》 Raccolgo la statuetta e gliela premo sulla mano. 《Se dovesse succedere qualcosa, dalla a Nico. Digli... digli che mi dispiace》 Non faccio in tempo a fare tre passi che un pegaso mi sbarra la strada. 《Bianca, no!》Esclama Beatrice, con le lacrime agli occhi. 《Be... Beatrice?》 Chiedo speranzosa. 《Bianca, è una follia! Ti prego! Mi avevi promesso che non avresti fatto follie! Lascia andare me, al tuo posto》 Scuoto la testa determinata. 《È colpa mia. E tutto deve finire, com'è cominciato》 Lei continua a piangere. 《Sei... sei stata una compagna molto importante per me》 Dice scendendo dal pegaso, venendo verso di me per abbracciarmi. Affondo la mia testa nell'incavo del suo collo. 《Mi mancherai》 dico, con la voce rotta dal pianto. Poi fa una cosa che non mi sarei mai aspettata da lei. Mi lascia un casto bacio sulle labbra. In quel bacio leggo: disperazione, speranza e... amore. Mi stacco dai lei, come scottata da quel bacio. Lei arretra, istintivamente. 《Scusami...》 mormora lei. 《Solo che... avevo bisogno di dirti addio in un modo significativo》 io annuisco, ancora scioccata da quel bacio. Istintivamente, porto un dito alle labbra. Lei fa un sorriso mesto. 《Addio, Bianca. Non ti dimenticherò mai》 Mi dice. Poi senza salutarla, parto all'attacco del piede sinistro del mostro. Sento un frullare d'ali, e capisco che Beatrice se n'è andata, cavalcando il pegaso. Poi, mi sposto verso il piede destro del gigante, cercando di tenermi in equilibrio sui rottami di metallo che ondeggiano e si muovono sotto il mio peso. 《Che stai facendo?》 Grida Zoe. 《Fagli alzare il piede!》 le rispondo. Poi Zoe, mira al volto del mostro e la freccia si infila dritta in una narice. Il gigante drizza la schiena e scrolla la faccia. 《Ehi, ammasso di rottami!》 Urla Percy. 《Quaggiù!》 Poi, corre fino all'alluce e lo infilza con la spada. La sua lama si apre uno squarcio nel bronzo. Talo abbassa lo sguardo e alza il piede per spiaccicarlo. Approfitto di questo momento per infilarmi nella botola dell'ingresso di manutenzione. Appena entro dentro, mi manca l'aria. Questo posto è così piccolo, così angusto!
Ma scaccio il pensiero e mi metto alla ricerca dei fili connettivi. Okay. Non ci ho mai capito un tubo di cavi e pistoni, ma prego il divino Efesto, che mi faccia controllare questo stupido ammasso di rottami. Ad un tratto balzo in alto. Talo ha appoggiato il piede. Poi comincio a pigiare a caso dei pulsanti e tagliare dei fili, senza sapere cosa collegassero. Infine il mostro si ferma. Sento che gira la testa e comincia a muoversi in modo buffo. Ce l'ho fatta! Poi si colpisce in piena faccia con il pugno. Barcolla verso i tralicci. Dii immortalis! Non riesco a fermare questo coso! Tiro la cloche. Okay, non so cosa ci faccia una cloche qui dentro, ma spero che questo stupidissimo robot si fermi. Ma la mia speranza è vana. La caviglia si impiglia nei cavi dell'alta tensione e sento un brivido di elettricità percorrere il mio corpo. 《Uno si perderà nella terra dove mai pioggia viene》 mormoro. Stavo morendo. Ma ho salvato gli altri, la missione continua. Poi chiudo gli occhi, e la mia anima scende nell'Ade.

La figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora