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Ansia.

La parola che descrive la mia giornata, a scuola, non facevo altro che pensare al rischio che stavo correndo, nonostante io sono amante del pericolo qui esageriamo, stiamo parlando di Dylan.

In un certo senso, lui mi ha sempre messo quella lieve paura, ha sempre quella faccia un po' stufata, cupa e se sorride, sorride solo alle sue battute nei miei confronti pessime.

Il punto è che avevo paura che se avesse funzionato, lui se ne sarebbe accorto e quindi mi chiedesse spiegazioni, oppure andava direttamente in comune a denunciarmi, anche perché il lassativo non è un ingrediente del frappè e quindi, non c'è scritto nell'insegna, giustamente.

Fatto sta che oggi a scuola i professori se ne sono accorti del mio non esserci mentalmente tanto che hanno deciso di interrogarmi, inutile dire che me la son cavata con una C-, ma niente di che.

In questo momento sento solo il suono dell'orologio del locale che sto fissando. 4:58pm, tardi per Dylan, lui è sempre puntuale tra le 3:30 o 3:45, tutto ciò mi mise ansia.

Ero davvero sicura di continuare tutta questa faccenda? Il lavoro mi serve e se lo perdessi, non solo i miei genitori s'arrabbierebbero ma anche il mio futuro s'arrabbierebbe.

E poi, non voglio nemmeno immaginare di come sarebbe la faccia del capo e di Luke quando e se lo venissero a sapere, potrei ridere e piangere allo stesso pensiero.

La confusione che c'è in questo locale poi, non aiuta.

La gente non aiuta.

Anche il tempo, piove a dirotto e al solo pensiero che dopo devo pulire da sola tutto lo schifo che c'è a terra mi viene il nervoso.

Sento il rumore della porta che si apre ed io automaticamente guardo verso chi sta entrando e lo vedo, sempre con quell'aria da credersela da soli, un po' strafottente, però aveva una caratteristica che non aveva mai avuto. Era solo. 

La cosa mi metteva più ansia e andai in panico.

Si avvicinò camminando e molleggiando.

-"il solito"- mormorò senza guardarmi nemmeno. 

Annuii e iniziai a farlo.

Lo mettevo o non lo mettevo?

Non lo mettevo o lo mettevo?

Strizzai gl'occhi e in un misero secondo non capii niente.

-"oh avanti Alyssa, che non siamo tutti così poveri come te e non andiamo a lavorare, io ho da fare"- disse molto seccato.

Messo.

Così impara. Tolsi tutte quelle paure che avevo e misi un bel po' di porzione che avevo dentro il contenitore.

-"come mai così tardi O'Brien? Perso la ragazza?"- chiesi ignorando totalmente ciò che aveva detto prima.

Lui tirò un forte sospiro.

-"da quando sai il mio cognome?"- un altro panico.

-"me lo dicesti una volta"- inventai.

In teoria dovrei rispondergli "non avevo niente da fare quindi ti ho stalkerato"

-"non ricordo di averlo fatto"- disse porgendomi i soldi. 

Li presi e feci lo scontrino.

-"hai una memoria breve già a quest'età? Messo male"- lui alzò gl'occhi aspirando dalla cannuccia il frappè.

-"però ho qualcos'altro di lungo"- disse facendo un mezzo sorriso.

-"e quest'ultimo non lo vedrai mai, sai com'è, lo ammosci"- disse facendo un cenno con la mano e poi uscì dal locale.

Ci rimasi male per ciò che mi disse, non tanto perché me lo avesse detto lui, ma tanto il fatto che mi ha detto che sono brutta.

Insomma, non è il primo e non sarà nemmeno l'ultimo a dirmelo però ci rimango comunque male.

Misi tutta la mia frustrazione quando lavai i pavimenti, cantando Good Girl dei 5sos, urlavo come una disperata, in fondo, lo ero.

Sentì la musica interrompersi poiché il telefono mi squillò.

Luke.

Sbuffai e alzai gli occhi e poi trascinai il pollice per rispondere.

L: Ehy Ally, sono rientrato ora, ti serve una mano in negozio?

Guardai attorno, mi mancavano i tavoli e avrei finito.

A: no Luke, grazie lo stesso.

L: okay, ci vediamo domani! Oh, com'è andata col tuo amichetto?

A: solito 

Poi misi giù salutando alla lontana, lo so, ci rimase male ma non ci potevo fare niente, non vedevo l'ora di andare a casa a mangiare.

Ripresi a pulire con Hey Everybody e finii in fretta.

***

Quanto poteva fare schifo essere vittima dei lassativi? 

Perché Dylan era ancora in piedi oggi?

Ma sopratutto, ero così brutta? Di solito le bionde con gli occhi azzurri sono le più belle, sono uscita male.

Andai su facebook e vidi che Dylan non era online, peccato non avessi il suo numero se no lo stalkerei anche lì.

Strano. Erano appena le 11.30pm e ancora lui non era salito.

-"ehy! Figlia studiosa, ti ho preparato la cioccolata calda, così studi un po' accaldata eh?"- sbarrai gl'occhi, chiusi il computer sotto il letto senza spegnerlo, presi il primo libro che mi era capitato e lo aprii ad una pagina a caso.

-"avanti, mamma"- dissi. Lei aprì la porta tutta sorridente e mi porse la tazza bollente.

-"stai studiando...economia?"- disse guardando la copertina del libro, annuii sorridendo. 

-"oh c'è tuo fratello che vorrebbe essere aiutato in genetica, puoi domani?"- disse alzandosi dal letto.

-"no mamma, se no dopo scopre che è stato adottato, perché avete preso un figlio così stupido?"- dissi ironicamente. Lei mi tirò un lieve schiaffo e uscì dalla porta borbottando.

Mi alzai, chiusi la porta a chiave, presi il portatile, guardai se fosse online ma ancora niente, di solito anche quando è in giro si fa scappare qualche momento su facebook, però comparse un sorriso sulla mia faccia.

E se avesse funzionato il piano?



ehyy, lo so che questo capitolo fa un po' schifo, anzi.. tutto il libro lo fa ma vedo che piace, INSOMMA VI PIACE IL MIO DISAGIO BELLOH.

non spaventatevi.

comunque, in questi giorni dovrei aggiornare ancora poiché ho sia il computer che internet, aw.

emh, nulla, al prossimo capitolo.

secondo voi come andrà? pan pan paaan.

LassaBucks - Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora