Una prigione dorata

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Erano passati ormai più di cinque minuti.
Draco Malfoy si sarebbe aspettato di tutto da lei, dalla Regina dei Grifondoro: una sfuriata, una ripicca o anche solo la minaccia di una vendetta che si sarebbe consumata più velocemente di quanto avrebbe potuto immaginare.
Invece non successe nulla di tutto ciò: Hermione Granger era rimasta immobile a guardare il pavimento, le mani che stropicciavano la maglietta lilla e qualche ricciolo che le andava sugli occhi.
Di tanto in tanto alzava lo sguardo e posava i suoi occhi dorati nei suoi, azzurri e pieni di dolore: Draco non riusciva a capire cosa stesse girando nella testa di quella strega dalle labbra carnose e perciò si limitava a guardarla, cercando di non mostrare qualche segno di debolezza nei suoi confronti.
All'improvviso Hermione, gettandogli prima un' ultima occhiata veloce, si voltò verso la McGranitt e poggiò una mano, chiusa a pugno, sul tavolo di legno.
"Cosa facciamo Professoressa?"
"Chiudetelo nelle Segrete. Narcissa Malfoy farà due chiacchiere con me dopodiché sceglieremo come agire" disse l'anziana donna, gli occhi che gettavano saette verso il Serpeverde davanti a lei. "Fate in modo che sia allontanato da tutti gli altri studenti e che non abbia contatti con il mondo esterno"
La riccia rimase a fissarla per qualche minuto con aria incredula, credendo a stento a ciò che aveva appena sentito ma, preso un grande respiro, decise di seguire gli ordini della sua Professoressa.
"Fred e George, portatelo nelle Segrete. Neville, aiutali, per favore. Harry e Luna, invece voi venite con me: abbiamo del lavoro da sbrigare"
La voce della sua Mezzosangue era davvero fredda e tagliente e il biondo rimase quasi senza fiato mentre, passandogli accanto per poi scomparire dietro un portone, lasciò dietro di sé una scia del suo profumo alla mandorla.
"Bene, furetto, abbiamo del lavoro da sbrigare anche noi. Perciò non opporre resistenza e fatti trasportare o saremo costretti a usare la forza" disse George, arricciando il naso e facendo l'occhiolino in direzione del fratello, intento a sorridere alla sua smorfia.
"Portatemi via e fate finire questa sceneggiata il prima possibile" furono le uniche parole che uscirono dalla bocca secca e impastata di Malfoy, deciso ormai a rinunciare alla sua libertà per la madre.
"Muoviamoci o la McGranitt, infuriata com'è, rischia di mandare in prigione anche noi!" esclamò Neville, puntando gli occhi contro la parete e iniziando a tirare con forza Draco che, lo sguardo fisso al suolo, iniziò a blaterare qualche parola che i tre amici riconobbero come "Mezzosangue", "perdonerai" e "orribile".

*

"Lo sai perfettamente anche tu che non può essere vero, Hermione! Sarebbe stato un doppiogiochista per tutto questo tempo e non credo ne sia capace" mormorò Harry, seguendo su per le scale Hermione e Luna, una al braccetto dell'altra.
"È di Malfoy che stiamo parlando, Harry. Lui è capace di qualsiasi cosa!" disse la strega, in preda alla furia e al panico.
"Hermione, Draco Malfoy non è così cattivo come pensi. Solo facilmente...irritabile" ammise Luna, staccandosi dal braccio dell'amico e roteando la testa verso di lei.
Indossava degli strani orecchini a forma di zucca e un profumo fin troppo forte allo zenzero che procurarono ad Hermione una leggera emicrania.
"Oh, smettetela di perdonarlo. È solo un falso e ipocrita, schifosissimo Mangiam-"
Una mano si fermò sulla spalla di Hermione, facendola zittire di colpo.
"Herm - disse Harry, lo sguardo leggermente addolcito - parliamo dello stesso Draco che al terzo anno hai steso con un pugno in pieno naso. Non può essere tanto diverso, no?"
Ripensando a quel pomeriggio di qualche anno fa, la mora si lasciò andare a un debole sorriso, prima di rilassare il muscolo della spalla sotto la mano dell'amico.
"Harry, io non ho la più pallida idea di cosa fare. Io so di odiarlo, di trovarlo un essere ripugnante e che lui ha più di un milione di difetti terribili; però c'è qualcosa, anche se non ho ancora ben capito cosa, che..."
"...ti permette solo di vedere il buono in lui, surclassando tutti i difetti, non è vero?"
"E-esatto" rispose Hermione, le guance leggermente colorate di rosso.
"Okay, ascoltami: per quanto odi Malfoy, sono sicuro che lui in questa storia è innocente, ma ci sta nascondendo qualcosa. Il mio piano è lasciare che tu vada a parlargli: con te si sente a suo agio, Hermione, e sicuramente saprà spiegarti la situazione" terminò Harry, sistemandosi gli occhiali sul naso.
"Ottimo piano, Harry Potter. Visto che abbiamo risolto il problema, ora vado a prendere un po' di budino. Qualcuno ne vuole?" disse Luna, guadagnandosi un'occhiataccia dai due amici davanti a lei.
"Vengo io con te, Luna. Hermione, sai quello che devi fare" sussurrò lui, lasciandole poi un bacio sulla guancia e salutandola, imitato subito dopo da Luna.
Quella era sicuramente l'idea peggiore che Harry avesse mai avuto.

*

Le segrete erano un luogo oscuro e tetro, pieno di ragnatele e pozze di acqua e fango, che rendevano l'ambiente umido e sporco.
L' unica fonte luminosa presente era una fiaccola verde chiaro sul lato destro del muro, dopodiché tutto il corridoio era completamente al buio.
"Sapevo che non sarebbe stata una buona idea" disse fra sé e sé Hermione, passandosi una mano fra i capelli, ormai crespissimi, e maledicendosi per aver accettato quell'idea folle di Harry.
"Lumos" pronunciò debolmente la riccia, prima di scendere l'ultimo gradino e iniziare a camminare per il lungo corridoio di pietra, cercando di evitare quante più pozzanghere possibili.
Inciampò in numerosi sassi e rimase incastrata qualche secondo in una ragnatela gigante, cercando di mantenere la calma ma lasciandosi comunque andare ad un respiro di sollievo notando che il ragno non era su di essa o negli immediati paraggi.
"Granger? Sei tu?" disse una voce potente, da qualche cella più avanti rispetto a lei.
"M-Malfoy? Sono Hermione" disse lei, cercando di ingoiare il grosso nodo che aveva in gola.
"Ho capito chi sei. Potresti venire qui e illuminarmi, piuttosto che puntarmi quel coso luminoso negli occhi?" rispose lui, con il solito tono sarcastico.
"Vedo che il tuo atteggiamento snervante rimane lo stesso anche qui sotto"
"Solo perché ci sei tu, Granger" disse lui, squadrandola con gli occhi leggermente socchiusi per il cambio di luminosità. "Cosa ci fai qui?"
"Potrà sembrare la bugia più ridicola della storia, ma Harry e gli altri credono che tu sia innocente riguardo alla storia di Silente"
"Ma pensa un po' che dolci a preoccuparsi per me, anche quando sono rinchiuso quaggiù. Mandagli un bacio da parte mia, Granger" asserì lui, ridendo ma senza divertimento.
"Malfoy, se questo è l'atteggiamento che pensi di tenere durante tutto questo tempo io me ne vado immediatam-"
"Aspetta, Granger" mormorò lui, abbassando gli occhi azzurri. "Non ti scaldare, non volevo farti arrabbiare ma solo alleggerire la tensione. Non mi piace questo...rapporto tra di noi, adesso"
"Questo rapporto, come lo chiami tu, lo abbiamo solo per colpa tua. Se avessi detto la verità fin dal principio, ora probabilmente staremmo tutti molto meglio" rispose, a tono, la strega, poggiando una mano sulla ringhiera.
"Perché sei venuta?"
"Te l'ho detto, per capire se sei innocen-"
"Voglio il vero motivo, non una scusa. Allora, perché sei venuta? Se mi odiassi davvero non avresti neanche provato ad avvicinarti alle segrete"
"Io...N-non lo so perché Malfoy. Forse volevo solo vedere come stavi o sapere se avessi bisogno di qualcosa" disse lei, guardandolo ancora negli occhi, questa volta in maniera più dolce e accennando un sorriso.
Quanto gli era mancato quel sorriso.
Draco allungò la mano sulla ringhiera e iniziò ad accarezzare quella di Hermione, incredula.
"Malfoy, non mi stuzzicare con i tuoi giochetti solo per cercare di confond-"
"Credo di essermi innamorato di te" disse il mago, tutto d'un fiato.
La Grifondoro lo guardò: aveva lo sguardo perso e gli occhi che vagavano sul viso pallido del ragazzo.
Il labbro inferiore cominciò a tremarle, mentre gli occhi iniziavano a pizzicarle e le mani stringevano fino a sanguinare la ringhiera di ferro della cella.
"C-Come puoi dirmi una cosa del genere ora?" chiese lei, le parole rotte dai singhiozzi.
"Mi hai chiesto di dirti la verità sin dal principio ed è quello che ho fatto, Granger. Ora, se hai tempo e voglia, posso raccontarti tutto il resto" concluse lui, asciugandole una lacrima dalla guancia e abbozzando un sorriso tirato.
Hermione annuì e lui iniziò a raccontarle dell'incontro con sua madre e con Bellatrix.
Quello che però convinse sempre più Hermione della sua innocenza fu il fatto che, per tutto il tempo del racconto, Malfoy non smise un solo istante di accarezzare la sua mano da dietro le sbarre.

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