"A drop in the ocean, a change in the weather, I was hoping that you and me might end up together"
A drop in the ocean, Ron Pope••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
"Non è reale"
"Non è reale"
"Non è reale"
Gli occhi di Draco erano immobili, freddi e vuoti, fissi sul corpicino debole e pallido della strega stesa per terra. Continuava a ripetersi che non poteva essere vero, che era tutto un piano architettato da Hermione per confondere Bellatrix e farli scappare con la coda tra le gambe.
Non appena si convinceva delle sue parole però il suo sguardo si spostava sul viso coperto dalle lacrime di Harry Potter e dei fratelli Weasley e allora capiva che no, non era tutto programmato.
La sua adorata Mezzosangue era stata colpita da quella orrenda maledizione che, oramai senza Silente né la sua straordinaria intelligenza, non avrebbero mai eliminato.
In quel momento Malfoy avrebbe voluto uccidere prima tutti gli altri e poi se stesso: non era stato nemmeno in grado di proteggerla, figuriamoci di amarla per tutta una vita.
I suoi occhi iniziarono a velarsi di lacrime ma, non volendo mostrarsi debole di fronte agli altri Grifondoro, si alzò e si diresse verso la donna che più di chiunque altro avrebbe desiderato uccidere.
Le puntò la bacchetta alla gola mentre era impegnata a lanciare incantesimi contro Neville e fece in modo che i suoi occhi fossero fissi nei propri.
Aveva lo sguardo assassino, assetato di sangue: Bellatrix viveva per la sola e unica volontà di seguire il suo padrone, Voldemort, senza il minimo problema su come o contro chi agire.
L'importante era vedere le sue vittime implorare il suo perdono o la sua pietà, distrutti dalle sue torture, per poi ucciderli senza nemmeno uno scrupolo.
"Draco, ti conviene lasciarmi andare immediatamente" sussurrò, con la solita voce gracchiante.
"Io ti farò rinchiudere in una cella ad Azkaban, dove passerai il resto dei tuoi giorni, in compagnia di un simpatico Dissennatore"
Bellatrix sorrise, infilando la lingua tra i denti aguzzi e terrificanti.
Il suo comportamento divertito fece infuriare ancora maggiormente Draco, che la spinse contro un muro, lanciandole uno "Stupeficium" veloce e silenzioso.
La donna si alzò, asciugandosi una goccia di sangue che stava cadendo dal lato sinistro della bocca e sistemandosi i capelli, senza togliersi dalle labbra quel sorriso sghembo e maledetto.
Draco fece per colpirla di nuovo, ma venne bloccato dalle parole della professoressa McGranitt, giunta in suo soccorso con la bacchetta puntata contro quella donna demoniaca.
"Minerva McGranitt, professoressa di Hogwarts" continuò Bellatrix, lasciandosi andare ad una sonora risata di petto.
"Bellatrix Lestrange, bastarda manipolatrice di menti umane" rispose, a tono, la professoressa, lanciando uno sguardo di sfida alla donna.
"Cosa succede? Vuoi proteggere un Mangiamorte come me?" chiese, indicando Draco.
"Si dà il caso che Draco sia un mio studente, come tutti quelli che state combattendo in questa stanza. Perciò sì, è mio dovere e onore proteggerlo"
"Bla bla bla" continuò la strega, ricominciando a ridere. "Non hai possibilità contro di me, vecchia..."
La Manguamorte non fece in tempo a terminare la frase, che un lampo luminoso le si scagliò contro, lasciandola immobile per pochi secondi, prima che un secondo lampo, di colore più scuro la facesse frantumare in piccoli lambi di pelle e vestiti.
Bellatrix Lestrange era morta ricevendo la maledizione mortale ancor prima che la risata di scherno verso la McGranitt le si fosse cancellata dal viso: vedendola sparire, tutti gli altri Mangiamorte decisero di ritirarsi, scomparendo in una nuvola nera e tenebrosa, lasciando Hogwarts in un silenzio malinconico.
"Vecchia a chi?" mormorò tra sé e sé Minerva, sogghignando, prima di voltarsi verso Draco e abbassare la bacchetta magica.
"Torniamo dai suoi compagni, Malfoy. Dobbiamo trovare una soluzione alla maledizione" disse la strega, incamminandosi.
"P-Professoressa" la chiamò Malfoy, catturando la sua attenzione.
"Troveremo la..." cercò di dire, abbassando lo sguardo sul pavimento e spostando il peso sull'altro piede.
"Insomma, Hermione ce la farà, giusto?"
La McGranitt sorrise, spostandosi una ciocca di capelli piena di fuliggine dal viso.
"Stiamo parlando della stessa Hermione Granger? Lei ce la fa sempre" mormorò, dirigendosi poi verso gli alunni rimasti in vita dopo lo scontro.***
"L'ultimo ingrediente rimasto sono queste dannate gocce di purezza, di cui un cazzo di nessuno ha capito il significato"
"Malfoy, non aiuti in questo modo" disse Harry, appoggiando i palmi delle mani sulla scrivania.
"Oh Godric, se solo ci fosse Hermione. Lei saprebbe cosa dire o fare in questo momento" sussurrò Neville, massaggiandosi la nuca con una mano.
"Già, peccato che la Granger non c'è, Paciock, e l'unica cosa che stiamo facendo da più di venti minuti è rimuginare su cosa avrebbe fatto lei se fosse stata qui. Ma lo avete capito che lei non c'è e che se non facciamo qualcosa morirà entro pochissimo tempo?" esclamò Draco, prima di alzarsi con foga dalla sedia, prendendo gli altri ingredienti già presenti sul tavolo e dirigendosi verso l'infermeria, senza degnare di uno sguardo nessuno.
"Malfoy!" urlò Harry, venendo però subito bloccato da Luna.
"Ha ragione, Harry. Dobbiamo iniziare a fare qualcosa. Cerchiamo nell'aula di pozioni: magari troviamo qualcosa" disse la bionda, scostandosi i capelli dalla spalla.Malfoy era ormai entrato in infermeria e stava seduto, accanto al lettino, guardando il petto di Hermione abbassarsi e rialzarsi.
"Quanto sei bella, Granger" mormorava di tanto in tanto, accarezzandole il viso e stringendole la mano fredda e piccola.
Distolse poi lo sguardo dal suo viso per indirizzarlo verso la ciotola con dentro l'asfodelo e gli occhi di coleottero.
"Cosa sono queste stramaledette gocce di purezza Granger, aiutami tu" mormorò lui, esausto, prima di lasciarsi andare a un pianto liberatorio.
Era un pianto leggero e silenzioso, intervallato da qualche "vaffanculo", "maledizione di merda" e "Torna da me, Hermione".
Draco lasciò che qualche lacrima scendesse lungo il suo viso, fino a cadere proprio dentro alla ciotola, insieme agli altri ingredienti, lasciando spazio ad un'accecante luce viola e ad un intenso profumo di violetta.
Qualche secondo dopo, il biondo riuscì finalmente a riaprire gli occhi e rimase allibito di fronte al liquido lilla e denso all'interno della larga ciotola in ceramica.
Troppo emozionato per non iniziare a correre, decise di alzarsi e andare a chiamare la McGranitt, per informarla della sua scoperta.
Aveva trovato la cura: le gocce di purezza erano le sue stesse lacrime, che esprimevano un amore puro e sincero nei confronti della Grifondoro accanto a lui.
Gocce di purezza voleva dire quello: un simbolo di amore unico e reale, di qualsiasi tipo esso fosse.
"Tra poco sarò di ritorno e tornerai da me, è una promessa" disse, iniziando a dirigersi verso l'uscita, prima di rivolgerle un altro sguardo dolce.
"Ti amo sempre di più, Granger"
STAI LEGGENDO
Epidemic love
Fanfiction"Ci sono cose che non sai mai come andranno a finire, ma ricorderai per sempre come sono iniziate" //DRAMIONE FANFICTION