Casa dolce casa

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Finalmente lo aveva trovato.
Dopo quasi tre mesi interi di ricerca, Hermione era riuscita a trovare quel maledetto ricettario con la famosa cura al suo interno: era nascosto all'interno di un tomo molto più grande di quello, con la copertina argentata e rilegata in pelle.
Non appena riconobbe il sottile libricino in pelle nera e con un cuore umano inciso sopra, la strega per poco non si mise a strillare e a piangere in mezzo a tutta la biblioteca per la grandissima commozione.
Aveva aspettato quel momento da quando aveva lasciato la sua amica Ginny stesa su un lettino a Hogwarts e ora che quel gioiellino era fra le sue mani, non riusciva ancora a crederci.
"Chissà cosa avrebbe detto in questo momento quel bastardo di Malfoy..." pensò in un attimo la riccia, attraversando il grande salone e passando in mezzo a due tavoli vuoti.
Probabilmente se ne sarebbe uscito fuori con qualche esclamazione come "Davvero abbiamo fatto tutto questo casino per due fogli di carta e qualche parola scritta sopra?" o "Bene, ora torniamo indietro che non sopporto di dover dividere l'aria con questi secchioni per altri due secondi".
Al solo pensiero di quelle parole Hermione sorrise: era però un sorriso privo di divertimento e anzi, principalmente, ricco di malinconia. Quel dannato furetto le mancava e, insieme a lui, tutte le sue frecciatine e battute acide.
Cercò istintivamente di chiudere gli occhi per evitare che le pizzicassero ancora e strinse il libro contro il suo petto, quasi fosse una coperta.
Prima di uscire decise però di dare un'occhiata agli ingredienti per preparare la cura, giusto per essere sicura che tutto fosse a portata di mano e pronto per essere mescolato insieme.
Lesse il primo ingrediente: tre petali di Asfodelo.
"Sicuramente li abbiamo nella classe di Pozioni, non c'è dubbio" disse Hermione, convinta, continuando a leggere.
Occhi di coleottero nero.
"Forse non sono a Hogwarts ma, al costo di cinque zellini, a Diagon Alley te ne danno una bella manciata, perciò non c'è problema"
La strega sembrò sempre più convinta di quella pozione, fin quando non lesse il nome del terzo ingrediente: gocce di purezza.
"Gocce di purezza?! Oh Godric, cosa vuol dire?" esclamò la Grifondoro, disturbando più della metà delle persone attorno ai tavoli vicino a lei.
Decise di uscire per evitare ulteriori figuracce e cacciò il libro all'interno della sua borsa, per toglierlo dalla vista di occhi indiscreti.
Ripercorrendo la strada verso l'albergo continuò a pensare ad una possibile soluzione a quell'enigma, senza però trovare uno straccio di risposta.
"Probabilmente Silente conosce il significato di queste parole: ne parlerò con lui e con la Professoressa McGranitt" rimuginò alla fine, entrando nella grande hall dell'albergo e dirigendosi verso le scale strette e ripide.
"Signorina Granger?" la chiamò una voce sottile e femminile, qualche metro più indietro.
"Si, sono io, mi dica" disse Hermione, con un bel sorriso sulle labbra piene.
"Vorrei sapere se devo prenotarle un tavolo per la cena di stasera, dato che non abbiamo ancora molti posti disponibili"
"Oh, no, non si preoccupi signora. Non rimango per la cena: devo tornare a casa" rispose lei, sorridendo ancora e dirigendosi verso la sua camera.
Tra poco avrebbe finalmente rivisto i suoi amici e, lo sapeva, anche un Serpeverde dagli occhi di ghiaccio.

***

"Che cosa ci fai tu qui?" chiese, urlando, Neville Paciock, mentre una vena del collo si gonfiava a dismisura.
"Dov'è Hermione, Malfoy? Perché non è con te?"
Harry Potter aveva la bacchetta puntata contro la gola del Sempreverde davanti a lui, che però non sembrava troppo spaventato dal ragazzo sopravvissuto.
"Se mi levate questa bacchetta da dosso e mi date il tempo di parlare, vi spiegherò tutto io" disse Draco, indietreggiando e guardando tutti negli occhi.
"Sarà meglio che la tua storia sia soddisfacente a meno che non tu voglia fare la stessa fine di qualche altro Mangiamorte nella prigione di Azkaban" replicò Neville, scosso per quella situazione così pericolosa.
Dopo circa venti minuti, Draco riuscì a descrivere la storia quasi completa di ciò che era accaduto tra lui e la loro amica Grifondoro e di come tutto fosse finito il giorno prima, senza un minimo saluto tra i due.
"Signorino Malfoy, se davvero è interessato a Miss Granger, perché non le è rimasto vicino?" chiese la professoressa McGranitt, non sicura ancora delle parole del biondo.
"Perché è un codardo, ecco perché" mormorò Harry, incrociando le braccia al petto.
"Non sono un codardo, San Potter. Semplicemente non sono riuscito a spiegarle ciò che provo per lei, ma non sono affari che ti riguardano, o sbaglio?" chiese, ironicamente, Malfoy.
"Io lo uccido prima o poi, giuro che lo uccido"
"Calmati Harry, arrabbiarsi con lui non serve a nulla. Sprechi solo fiato"
"Sì, infatti Potter. Non serve a nulla aprire la bocca solo per darle aria"
"Ora basta litigare, ragazzi. La vostra amica è ancora nel Mondo Babbano e non sappiamo ancora se abbia trovato la cura o meno. Perciò, dobbiamo mandare qualcuno a cercarla il prima possibile per capir-"
"Non è necessario Professore. Sono qui" disse una voce, proveniente dalla porta d'ingresso.
"HERMIONE!" esclamarono in coro Harry e Neville, abbracciando l'amica non appena superò l'entrata principale.
"Ciao ragazzi, mi siete mancati moltissimo" aggiunse lei, stringendo le braccia intorno al loro collo.
"Siamo contenti di rivederla signorina Granger, sta bene?"
"Sono a casa, è questo che conta adesso. E ho trovato la cura, ma manca un ingrediente di cui non capisco ancora l'origine purtroppo"
"Di questo ci occuperemo noi tra poco, Hermione. Ora vai a cambiarti e a riposarti un po', sembri stravolta" disse Harry, guardandola negli occhi.
Mentre sorrideva agli amici, gli occhi di Hermione caddero in quelli cerulei di Draco, nascosto parzialmente dal vestito lungo e scuro di Minerva McGranitt.
"Ciao, Granger" sussurrò lui, rivolgendole un mezzo sorriso, che però lei non ricambiò.
Il suo cuore iniziò a battere velocemente e, nonostante la voglia insopprimibile di abbracciarlo e baciarlo, si contenne e rimase il più fredda e distaccata possibile.
Non gliela avrebbe data vinta, a costo di riportare la situazione all'odio primordiale tra di loro.
Non si sarebbe fatta ingannare da quelle labbra chiare e carnose.
Non di nuovo.
"Ciao, Malfoy" sospirò, tornando poi ad abbracciare i suoi vecchi amici.
O, almeno, quello doveva essere il suo piano.

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