...Ricorda quella giornata assolata di novembre con molta tristezza nel cuore oggi Nicole, una di quelle giornate indimenticabili per la loro bellezza che riaffiorano alla mente quando il cielo è cupo ed è cupo il cuore.. Si era svegliata oggi con la voglia di nascondersi dal mondo, restando lì, sotto quello strato di coperte invernali che la proteggeva da ogni dolore, da ogni sguardo che la penetrava vedendo il suo malessere, leggendo nei suoi occhi quel senso di tristezza che continua a straziarla.
Gli occhi le piangono senza alcun perchè e l'angoscia la invade, si sente di cristallo, splendente, ma così fragile e trasparente... vorrebbe sentirsi invisibile e godersi la sua tenerezza in solitudine... Nemmeno l'amore le da un pò di sollievo, nemmeno la sua famiglia riesce ad alleviarle quel peso che porta nel petto. E' stanca. La paura la sta divorando.
E' passato un anno e forse più dal giorno in cui lo incontrò per caso sugli scogli di quella spiaggetta, fu un colpo di fulmine o destino, ma da quel giorno le loro vite unite così spontaneamente non si sono più slegate... Ha voglia di chiamarlo ma non lo fa. -"Per dirgli cosa?"- pensa tra se - " Per dirgli che piango da sola sotto le coperte, che il petto mi si stringe senza alcun motivo? Mi prenderebbe per sciocca.." Mentre pensa questo, immersa tra sonori singhiozzi e lacrime, non si era resa conto che qualcuno era entrato nella sua stanza... quel qualcuno aveva acceso la luce e le stava togliendo le coperte di dosso, quel gesto la fece scattare ,infuriata, gridava : - "Lasciatemi in paceeee! Non ce la faccio piùùù! Non ne posso più! Mi avete rotto il cazzoo!!" In un secondo, l'atto di ira la portò a sfasciare tutto il letto, spinse la persona che le stava accanto anche se non era ancora riuscita a distinguere chi fosse, la rabbia le offuscava la vista. Corse verso il bagno urlando e chiuse la porta dietro di se, roteò la chiave e si sdraiò a terra. Le lacrime le facevano male sul viso, il petto si alzava come fosse staccato dal corpo, i singhiozzi le facevano uscire suoni dalle labbra che lei in realtà non voleva cacciare, voleva silenzio, ma non riusciva a fermarsi, il cuore le palpitava all'impazzata.
Qualche tempo dopo, sentì l'agitazione attenuarsi e decise di uscire. Di guardare in viso chi aveva scatenato in lei quel forte senso di disperazione. Andò in cucina, la sua famiglia era lì. Tutti avevano il volto impaurito. Suo padre aveva sul viso graffi, profondi e sanguinanti.... Non riusciva a crederci. Sentì una forte rabbia verso se stessa, incrociò gli occhi di lui e lesse delusione, affetto. Lui aveva capito. Aveva capito che non era stata lei, lei non c'entrava niente, non ricordava niente.
Vi è del male radicato in lei, che ha deciso di esplodere così, senza preavviso...ferendo i suoi cari.
Ha bisogno di reagire. Sta cadendo in un vortice in cui solo la voce di lui potrebbe calmarla.
Corre nella sua camera. Cerca il suo cellulare. Lo trova. Lo chiama.... :- " Pronto?" - una voce femminile le risponde- "Pronto? Chi parla?" Un' altra spada le si conficca nel petto. Lui non c'è. Aveva promesso. " Ti starò accanto ogni volta che ne avrai bisogno". Lui non c'è. Aveva promesso. Non c'è.
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"Legami indomabili"
RomantikMi mancava. Di quella mancanza che ti pervade prima di dormire, quando resti sola con i tuoi pensieri e non hai nessuna difesa.