Capitolo 10.

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«E se tutto questo non fosse solo per farmi perdonare?» Chiede lui sorridendomi e schiacciando un occhiolino

Restituisco il sorriso e, dopo che il moro mi sposta la sedia, mi siedo. Lo guardo mentre si accomoda davanti a me. Sembra davvero un bravo ragazzo. Tutti sembrano qualcosa ma non sono mai ciò che sembrano. Imparerò a conoscerlo e lui imparerà a conoscere me, se gli interesso seriamente.
Ah, basta. Mi sto facendo film mentali su un tipo che conosco in tutto da un paio di ore. Non l'ho mai fatto, quindi stop.

Un cameriere arriva portandoci la prima portata e dopo un "Buon appettito", iniziamo a mangiare. È una pasta all'amatriciana. Non ho mai mangiato un'amatriciana così buona, davvero.

«Allora, cara ragazza, parlami un po' di te.» Dice dopo aver ingoiato un boccone di pasta.
Sorvolo sull'allora iniziale e penso un po' alla sua richiesta. Muovo il naso a destra e a sinistra per poi parlare.
«Mi chiamo Benedetta, sono una ragazza, ho due tette, un sedere, due braccia, due gambe, un naso... Intendi questo?» Chiedo facendolo ridere.
«No.» Risponde tentando di non soffocare tra le risate e la pasta. Tossisce, mentre io lo guardo impaurita. «Okay, tutto apposto.» Dice respirando tranquillamente. «Intendevo: quali sono i tuoi hobby, cosa fai oltre a lavorare, cosa ti piace di più fare e cosa vorresti fare in futuro.» Dice sorridendo malizioso alla fine.
Sospiro un'altra volta. «Okay.. Parto dal lavoro.. Oltre, appunto, a lavorare studio qua a Roma. In effetti mi sono trasferita qua proprio per questo motivo. Sono al secondo anno di Accademia delle Belle Arti. In futuro vorrei diventare una storica dell'arte e lavorare in qualche museo o galleria famosa.»
Il ragazzo blocca il mio discorso chiedendo. «Come mai sei venuta all'Accademia di qua, invece di quella a Firenze?»
Ridacchio. «Non lo sò. Era solo per andare via di casa e non andare a studiare nell'Accademia che c'è nella mia regione. Diciamo che non è delle migliori.» Rispondo con una smorfia.
Annuisce per invitarmi a continuare. «Amo la musica e la fotografia. Loro insieme al disegno mi rilassano quando sono stressata o in ansia per qualcosa. Sono le tre cose che amo di più in assoluto. Davvero. Invece sai qual'è il mio hobby preferito?» Chiedo. «No, spara.» Risponde curioso. «Guardare film in bianco e nero.» Dico abbassando lo sguardo sul mio piatto vuoto.

Strabuzza gli occhi mentre annuisce.

«Infine ciò che mi piace fare, ma che faccio raramente, anzi quasi mai è...»
«Sesso?» Chiede il ragazzo davanti a me avvicinandosi con i gomiti.
«No!» Quasi urlo ridendo. «È viaggiare!» Esclamo.
«Ah..» Dice solo. «E dove ti piacerebbe andare?» Domanda visibilmente interessato.
«No sò..» Penso inclinando la testa di lato. «Mh.. Cracovia, Transilvania, Polonia, Portogallo, Argentina e.. e.. Giappone!» Esclamo schioccando le dita.
«Anvedi la ragazza!» Annuisce alla mia affermazione mentre si tocca il mento.

Esattamente in quel momento entra lo stesso cameriere di prima, quello dai capelli rossi, che ci prende i piatti sporchi. Pochi minuti dopo torna con altri due piatti pieni. È il secondo. Una bistecca con qualche spezia sopra ed è leggermente al sangue, proprio come piace a me. Come contorno invece una semplice insalata.
Inizio a mangiare la mia bistecca in silenzio pensando a cosa potrei chiedere al ragazzo davanti a me. Giusto per sapere qualcosa di lui, dal momento che sà già molte cose di me e io nulla di lui.

Finisco di mangiare un boccone e lo ingoio. Anche la bistecca è veramente ottima.
«Invece tu? Cosa tutto ti piace, cosa ti piacerebbe fare in futuro e qual'è il tuo sogno se ne hai uno.» Chiedo al moro.
«Allora..» Okay, è un suo vizio 'sto cavolo di "allora" «Mi piacciono le ragazze, basta?» Domanda lui.
«No non basta.» Rispondo incrociando le braccia.
«Mi piace, anzi amo la musica. Il rap, come sicuramente avrai capito. Il rap, è tutta la mia vita: senza di esso sarei perso. È poco, ma sicuro. Mi ha aiutato in un periodo un po' no della mia vita, mi ha veramente salvato. In quel periodo chi mi sentiva, faceva finta o forse non mi capiva proprio. Ma mi appoggiava lo stesso, perché il lato brutto di ciò che pensavo forse lo capiva dopo. Pensavo che da grande sarei diventato tutto ciò che odiavo e infatti è così. Non che mi lamenti della mia vita, ma non è esattamente ció che sognavo.» Si blocca un attimo. «Sto deviando il discorso principale quindi stop.» Dice per poi ripartire. «Comunque non ho qualcosa che sogno di fare per forza prima di morire. Sogno solamente di crearmi una famiglia prima o poi. Caso mai con due bambini, perché in futuro quando non sarò più in età per fare ciò che faccio ora almeno avrò qualcosa con cui consolarmi.» Una famiglia.

Anche io da questo punto di vista la penso così, ma prima dovrei trovare l'uomo adatto con cui creare una famiglia, e non il primo che capita.

«Invece, ormai il mio sogno si è già avverato. Diventare un rapper. In realtà il mio vero sogno era diventare un'astronauta, ma poi c'ho rinunciato.» Risponde scuotendo la testa e ridacchiando.
«Io volevo diventare un'attrice, quindi..» Dico ridendo anche io per il mio sogno infantile.

Continuiamo a parlare del più e del meno. Scherziamo e Valerio ha sempre la battuta pronta. È veramente simpaticissimo.
Finiamo di mangiare e mentre il moro và a pagare -dato che non mi ha voluto far pagare- mi dirigo in bagno.

Faccio prima la pipì, poi mi lavo le mani e infine ripasso il rossetto che se n'è andato mentre mangiavo. Muovo un po' anche i capelli sulle spalle, mi dò un'ultima occhiata allo specchio ed esco.
Vado alla cassa, dove trovo il mio accompagnatore che sta per dare i soldi alla cassiera. Proprio in quel momento infilo la mano sotto il suo braccio e poggio i soldi sul banco.
«Ma Ben-» Stà per dire Vale quando lo zittisco sollevando l'indice e poggiandomelo sulle labbra.
Sbuffa e passa i soldi alla cassiera.

Dopo aver pagato usciamo dal locale e ci mettiamo uno davanti all'altro. Ci fissiamo attentamente, aspettando che qualcuno dei due parli. Lui fà una faccia buffa e io scoppio a ridere come una mongola. Ci vuole poco a fregarmi. «Bastardo..» Mugolo dandogli uno schiaffetto sul petto.

«Bene. Dove andiamo ora?» Chiede il moro.
«Io avrei un'idea.» Rispondo mordendomi il labbro.

* * *
Salveeeee👅
Che ve ne pare il capitolo?

Come avrete letto, Benedetta qua inizia a scoprire un po' di cose sul passato del nostro Vale❇
Fatemi sapere cosa ne pensate e rispondete a questa domandina: Secondo voi qual'è l'idea di Benedetta per il continuo della serata?😏

Fatemi un po' sapere, son curiosa🙈🎈

Ringrazio di cuore tutte le persone che leggono questa storia, che mettono quelle bellissime stelline e lasciano un commentino. Senza di voi sarebbe tutto inutile. Ve se ama😙

A presto xx

•Giorni bui• SERCHODove le storie prendono vita. Scoprilo ora