Capitolo 8 - L'Abisso

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Un rumore viscido accompagna il gesto del mio braccio mentre sfilo la spada dal petto di una creatura che mi punta addosso i suoi numerosi occhi rossi, contorcendosi per un momento prima di morire. Guardandomi intorno, vedo Sif chino su una seconda creatura, intento ad azzannarle il collo, mentre Alvina si allontana lentamente da un cadavere accasciato al suolo.

«Sembra che siano finiti» commento, assumendo una posizione più rilassata. Il pavimento della grande sala in cui ci troviamo è, infatti, coperto dai corpi delle creature che ci hanno attaccati alcuni momenti fa: erano una decina, ma il fatto che non ci fosse nessun mago, unito al loro modo di combattere che, dopo averlo osservato per un po', si è rivelato estremamente prevedibile, ci ha permesso di sopraffarli abbastanza facilmente.

Muovo qualche passo verso i miei compagni, quando un rumore profondo dietro di me attira la mia attenzione; mi volto di scatto, sapendo già cosa mi troverò davanti: durante la discesa verso il fondo di Oolacile, ho imparato a riconoscere il suono delle magie oscure che queste creature sono in grado di scagliare. Mi concentro per un istante sulle rune protettive dell'amuleto che porto sotto l'armatura, e il grosso globo nero che sfreccia verso di me viene deviato dalla sfera dorata che mi si materializza attorno, infrangendosi sul pavimento. Alzo lo sguardo, rivolgendolo nella direzione da cui proveniva l'incantesimo, e noto una creatura munita di catalizzatore su una piccola impalcatura in legno. Un momento dopo, Alvina le compare accanto in una nuvola di nebbia argentea, saltandole alla gola con gli artigli sfoderati.

«Quella gatta si sta rivelando piuttosto utile, non credi?» chiedo a Sif, voltandomi verso di lui mentre un rumore di carne lacerata risuona alle mie spalle. Per tutta risposta, lui abbaia una volta, muovendo leggermente la coda. Qualche momento dopo, Alvina si materializza accanto a lui, facendolo trasalire per lo spavento.

«Siamo quasi arrivati, Sir. Andiamo» ridacchia, voltandomi le spalle e dirigendosi verso una grande apertura in una parete. La seguo in silenzio, trovandomi di fronte un lungo ponte sui quali parapetti sono allineate numerose statue, raffiguranti degli individui coperti da lunghe vesti, messe lì come per fare la guardia al grosso edificio che si trova dalla parte opposta del ponte e raggiungibile dopo aver sceso una scalinata e averne salita un'altra a metà strada; ci troviamo quasi sul fondo di Oolacile, perciò la luce del sole arriva a mala pena, bloccata dai numerosi edifici che ci sovrastano, ma mi permette di vedere ancora altri tetti sotto il ponte. Quell'apertura sulla parete dell'edificio in fondo...è lì che dobbiamo andare. La strada è, però, sbarrata da alcune delle creature corrotte che abbiamo incontrato durante tutta la discesa: sono quattro, e due di loro impugnano dei catalizzatori. Non sarà possibile evitarli, perciò mi preparo a combattere: sollevo lo scudo e rinsaldo la stretta sull'elsa della spada mentre, al mio fianco, Sif punta le zampe ed emette un ringhio sommesso.

«Quando sei pronto, Sir» dice Alvina, mantenendo una posizione rilassata.

«Ora!» sussurro prima di gettarmi in una carica contro le creature, seguito rapidamente da Sif. Impiegano un po' ad accorgersi di noi, e quando questo accade i due non forniti di catalizzatore iniziano a correrci incontro, rantolando in maniera inquietante. Un attimo prima di raggiungerli, sollevo ancora di più lo scudo: l'impatto è violento ma, al contrario della prima volta che mi hanno attaccato, questa volta sono preparato, così riesco ad avere la meglio; la creatura rimbalza indietro, barcollando per un momento prima di cadere a terra, e senza esitare mi getto sopra di lei, trafiggendone il petto con la spada. Nello stesso istante vedo i due maghi sollevare i catalizzatori e Alvina comparire in mezzo a loro: con un movimento fulmineo nonostante la sua mole, la gatta salta addosso a uno dei due, impedendogli di lanciare alcun incantesimo.

Getto un'occhiata al mio fianco, verso Sif: è impegnato in un corpo a corpo con una creatura, ma sembra stia avendo la meglio, così mi rivolgo verso il mago rimasto in piedi e inizio a corrergli incontro, senza ormai temere più i suoi incantesimi. Le sfere di energia oscura che mi scaglia contro, infatti, vengono come al solito deviate dalla barriera che evoco grazie all'amuleto di Ciaran; quando la creatura realizza che le sue magie non possono ferirmi, è troppo tardi: solleva un braccio dietro la testa, probabilmente per cercare di artigliarmi, ma la mia lama è più veloce, e falcia il suo busto in un istante. Mentre le due metà del corpo cadono a terra, mi volto in direzione di Sif, che ha appena ucciso il suo avversario e trotterella verso di me con il muso macchiato di sangue; Alvina, nel frattempo, è riuscita ad abbattere l'ultima creatura, e si lecca una zampa con fare disinvolto.

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