XVII - Nobody can touch you !

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Uscirono dal piano terra ancora mano nella mano, dirigendosi verso il giardino alla ricerca di un po' di aria fresca. Lauren fece sedere la minore su una panchina in marmo - Stai qui tu e non ti muovere ! Vado a prendere dell'acqua. Okay ? disse con calma, passandosi un palmo sulla fronte scintillante di sudore. La piccola annuì con gli occhi socchiusi, mezza stordita da tutta la musica e l'alcol in circolo.

Dopo un paio di minuti ritornò Lauren con in mano una bottiglietta d'acqua e notando la presenza di un ragazzo accanto alla cubana si bloccò immediatamente. Si insultò mentalmente, sentendosi un'emerita cogliona perché si era preoccupata per Camila, mentre lei invece era lì a flirtare con uno stronzo qualunque. Capì di aver preso un abbaglio non appena sentì piangere la piccola mentre cercava di divincolarsi.
Partì spedita verso i due sorprendendo il ragazzo alle spalle, cingendogli il braccio attorno al collo e trascinandolo giù dalla panchina.
- Che le stai facendo ?! gli urlò contro chinandosi su di lui afferrandogli la gola con una forza sovrumana. La mano stava diventando sempre più bianca per via della troppa pressione esercitata sull'altro. Il ragazzo con gli occhi rossi fuori dalle orbite si dimenava sotto di lei, cercando di procurarsi ossigeno. Camila continuava a singhiozzare spaventata, con il viso nascosto tra le ginocchia.
Vedendo in quell'istante rannicchiato su sé stesso quel corpicino, così piccolo e così indifeso, perse l'ultimo pizzico di lucidità che le rimase aumentando la presa sulla gola.
- N-non è come sembra ! Il ragazzo non riusciva a parlare, e si ingozzò con la sua stessa saliva. - C-ci stavamo divertendo sorrise lui spaventato. Lei si girò guardando nuovamente la minore e leggendo la paura sul suo volto si sporse verso l'orecchio - A me non sembra che lei si stesse divertendo. Non avresti dovuto toccarla figlio di puttana. Digrignò i denti con rabbia.
- Certo che si stava divertendo. E poi mi sembrava una troietta da come era vestita. Sentendo quelle parole mollò la presa al collo del ragazzo. Il cuore della mora incominciò a martellare sempre più forte, i suoi occhi diventarono più scuri dalla rabbia non appena udì quella parola. Il biondino riuscì a divincolarsi dalla presa molle della ragazza, spingendola all'indietro con un pugno che le colpì il labbro facendolo sanguinare all'istante. Sorpresa da quel gesto si alzò con uno scatto rifilandogli un calcio nelle parti basse, facendolo piegare dal dolore. Gli tirò un gancio sul naso facendolo cadere all'indietro definitivamente.
- Ascoltami bene, perché adesso son veramente incazzata e mi stai facendo perdere solo tempo. Uno.. Lo afferrò dal colletto della camicia, tirandogli un forte ceffone col dorso della mano - ...non avresti dovuto tirarmi un pugno. Due: mi stai rovinando la serata - gli tirò un altro schiaffo, ferendolo allo zigomo con l'anello che portava al dito.
- Tre: non avresti mai dovuto comportarti così con lei ! Questa volta gli tirò un pugno in pieno volto, facendogli rimbalzare la nuca sull'erba - Non avresti dovuto toccarla, nè tanto meno avvicinarti a lei.
Lo prese dai capelli girandogli il viso insanguinato verso Camila, che ancora piangeva impaurita da tutta quella situazione così cruda e violenta.
- Lo vedi ?L'hai fatta piangere.. Un'ultima ginocchiata fece scricchiolare l'osso del naso, facendolo gemere dal dolore  - Non voleva la tua compagnia, non si stava neanche divertendo! Gli sputò addosso il sangue che continuava a colarle dal labbro. Lasciò andare la stretta dalla ciocca di capelli biondi, facendolo cadere tramortito a terra. Prese il telefono scrivendo lentamente un messaggio con le dita ancora intorpidite dai colpi sferrati. Dopo poco arrivò correndo un uomo sulla trentina.
- Lau che è successo ?!? chiese preoccupato vedendo il biondino inerme a terra.
- Portalo fuori da qui e dammi una sigaretta ! rispose risoluta. Le porse l'intero pacchetto insieme all'accendino, prendendo in spalla il ragazzo.
La mora si sedette accanto a Camila, che aveva smesso di piangere. Si appoggiò con la testa sul muro e socchiuse gli occhi inspirando delle ampie boccate di fumo. Sembrava si stesse calmando. Camila la guardò asciugandosi le lacrime e le prese la mano destra, sporca di sangue. Aprì la borsetta e sfilando un fazzoletto le ripulì le nocche lacerate. Titubante le appoggiò dolcemente una mano sulla guancia facendola voltare delicatamente verso di lei, incontrando il suo sguardo stanco. Si sentì in soggezione davanti a quegli smeraldi ma nonostante la sensazione, avvicinò il fazzoletto al labbro e titubante glielo tamponò con cura.
- Mi spiace Lauren disse con gli occhi lucidi - Non volevo, è colpa mia.. Non sarebbe successo se..
- Non sarebbe successo cosa ?! È casa mia Cristo, e non posso lasciare una ragazza ad aspettarmi due minuti che un coglione si avvicina subito per molestarla?! Urlò mantenendo il contatto visivo con l'altra, che era sul punto di piangere. Una lacrima le solcò la guancia, i denti le infilzarono il labbro tremante, cercando di trattenere un pianto isterico. Un pollice di Lauren raccolse la lacrima, mentre continuava ad osservarle ogni lineamento.
- Non piangere, scusami. Non volevo risponderti così ma... La rabbia stava ritornando più forte di prima e dovette chiudere gli occhi espirando aria, cercando di calmarsi. Strinse i pugni così forte che le ferite sulle nocche si riaprirono, ricominciando a sanguinare. La piccola se ne accorse e decise di avvicinarsi ancora di più a lei appoggiando la fronte sulle guancia della mora, accarezzandole il braccio destro.
- Calmati Lauren, ti prego. Le sussurrò all'orecchio.
- N-non doveva toccarti. La sua voce tremava da quanto era arrabbiata per quello che era successo -Nè lui, nè gli altri....
- Shh... cercò di calmarla l'altra -...l'importante è che sei arrivata tu Lauren, e te ne sarò per sempre grata.
Sentir il proprio nome pronunciato da lei - da Camila - riuscì stranamente a calmarla distendendole i nervi. Si lasciò andare accettando, per la prima volta in vita sua, quelle carezze così piene d'affetto.
- E se invece non fossi arrivata in tempo ? E se quello ti avesse fatto del male ?! Ti ho lasciata io qui da sola e...
- Perché ti preoccupi così tanto per me Lauren ? la bloccò accarezzandole la guancia, perdendosi nel verde dei suoi occhi, che in quel momento si spalancarono dall'agitazione.
- N-non son preoccupata, che dici ?! si divincolò dalla mano di Camila cercando di alzarsi dalla panchina.
- No ti prego, rimani! disse spingendola verso la panchina, non riuscendo però a sovrastarla. Le cinse allora le braccia attorno al collo e azzerò le distanze tra le loro labbra. Senza distogliere il contatto, la maggiore si lasciò andare sulla panchina mentre la minore si mise a cavalcioni su di lei. Nonostante il fastidioso sapore metallico della ferita, Camila si perse completamente in quel bacio. Le girava la testa, ma questa volta non per l'alcol. La maggiore portò una mano dietro la nuca della piccola, facendola avvicinare sempre di più alla sua bocca, ne necessitava. La lingua di Lauren leccò le labbra di Camila che si schiusero lentamente accettando la sua presenza. Finalmente si incontrarono, dopo tanta attesa. I sospiri erano mozzati dal troppo desiderio e dall'eccitazione che guidava le loro lingue. Si staccarono e guardandosi negli occhi Camila le sorrise spontaneamente. Un bacio, un altro, un altro ancora, erano completamente affamate l'una dell'altra. - Nessuno deve toccarti! L'altra sorrise e facendo la finta tonta le chiese il motivo. La mora non riusciva a staccarsi dalle labbra delle piccola, continuando a baciarla bramosa di ulteriore contatto.
- Perché... perché non voglio! La piccola si staccò cercando di capire. - E quindi perché tu non vuoi allora devo stare al tuo volere ?! Io posso far quello che voglio!
Lo sguardo di Lauren era fisso in quello cioccolato dell'altra, serrò la mascella e con un gesto violento la spinse dal sedere facendo scontrare il suo stomaco con l'intimità di Camila, che involontariamente le ansimò in faccia.
- Sei mia ! le ringhiò sulle labbra mordendole. - E chi lo dice ?
Lauren si staccò di controvoglia dalla piccola -Io lo dico e adesso te lo faccio vedere ! Si alzò dalla panchina e la fece scendere dalle sue ginocchia, prendendola per mano.
- Dove andiamo ?! domandò poco convinta la cubana ma non ricevette alcuna risposta.
Salirono le scale, ritrovandosi nell'ala ovest della residenza. Non c'era nessuno, era una zona vietata agli invitati.
Aprì un'enorme porta facendo entrare Camila, la chiuse con un calcio e si avventò sulle sue labbra invitanti.
- Non ho gradito le attenzioni di quello là. Si è avvicinato un po' troppo al tuo corpo e... al tuo culo. Si riferì a Shawn, tirandole uno schiaffo sul sedere che la fece sobbalzare. - Ho visto come ti si strusciava contro. L'avrei già ammazzato di botte se non fosse stato per quello che mi hai detto qualche ora fa. La spinse sul letto.
- Allarga le gambe! le ordinò categorica. Camila non capì cosa le volesse fare. - È per star più comoda, non ti faccio niente. Ridacchiò mentre le divaricò le gambe facendo aderire perfettamente i bacini. Le annusò il collo lentamente, dandole qualche bacio sulla pelle estremamente sensibile.
- Adoro il tuo profumo, mi fa impazzire.. Raggiunse la parte più alta del collo, sfregando l'intimità su quella bollente della piccola che non riusciva a ragionare. Era inerme sotto di lei in balìa di tutte quelle nuove emozioni. Le immerse le dita nei capelli massaggiandole lentamente la cute, le succhiò dolcemente il lobo dell'orecchio mentre la sentiva ansimare sotto di lei. Le diede un piccolo morso sotto l'orecchio colpendo perfettamente la sua zona erogena, facendola contorcere sotto di lei.
Le alzò il vestito fin sopra la vita. - Alzati piccola.. disse gentilmente. Si alzò leggermente con la schiena facilitando Lauren che le sfilò il vestito ma Camila la bloccò subito.
- Che c'è ? chiese la mora, non aspettandosi la sua reazione - Sono nuda, non ho il reggiseno! rispose imbarazzata, facendo ridacchiare l'altra. - Ti vergogni? Fra poco lo saremo tutt'e due. Lo faccio prima io, dai.. Si slacciò con disinvoltura il vestito, sfilandoselo sopra la testa, liberando il seno prosperoso. Camila rimase a bocca aperta ammirando le grazie di quella dea, era senza reggiseno e con nonchalance era rimasta nuda senza alcun imbarazzo.
- Puoi toccarmi, non ti mordo.. Camila era estremamente in imbarazzo e vedendo la sua espressione, la maggiore le prese le mani e se le appoggiò sul seno facendola arrossire violentemente.
- Sono io nuda e sei tu che arrossisci al posto mio?! le disse sorridendo. - Non hai niente di cui vergognarti. Io sono a mio agio con me stessa e anche tu dovresti esserlo con te. Hai un corpo stupendo e io voglio scoparti da morire.
Quella dichiarazione fece bagnare completamente la cubana, la sua intimità implorava e urlava il nome della mora. Tutto il suo corpo la bramava.
Un miliardo di pensieri razionali affollarono la mente di Camila che solo in quel momento realizzò cosa sarebbe successo. Tolse le mani dal seno di occhi verdi, e tirandosi giù il vestito disse - No io non voglio solo scopare.. L'altra non capì. - Che significa ?
- Non voglio essere come le altre, che oggi scopi e domani non calcoli più. Io non son così. Io voglio far l'amore. Non voglio far..
- Lo so che non hai mai fatto sesso, se è questo che ti preoccupa.. disse accarezzandole vogliosa una coscia.
- C-come ?! Beh ammettilo che sarebbe così Lauren.. Tu sei abituata a far così, non ami le persone ! Le ultime parole spezzarono qualcosa dentro di lei, che si alzò dalle gambe della piccola. - M-mi spiace.. sussurrò Camila, aprendo la porta e andandosene. Lauren rimase a fissare la porta, ancora nuda. Prese una sigaretta e se l'accese sedendosi sul matrimoniale, mentre osservava il cielo stellato fuori dalla finestra. Un tiro via l'altro, senza batter le palpebre, era persa nei suoi pensieri. Il chiaro di luna illuminava il volto della ragazza, rivelando un luccichio nei suoi occhi. Un luccichio causato dalle parole di Camila. Chiuse gli occhi cercando di far sparire quel velo di umidità, gettando poi il mozzicone fuori dalla finestra. "Tu sei abituata a far così, tu non ami le persone.."
Sospirò pesantemente ripensando a quelle parole. Per la prima volta si sentì ferita, ma non tanto per quello che le era stato detto, ma per il fatto che Camila pensasse quelle cose su di lei.

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