XX - Somebody wrote to Mila

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Novembre

Era passato un mese dalla festa pre campionato, Miami ormai era praticamente entrata nella stagione autunnale e i primi test a scuola segnarono ufficialmente l'inizio della tortura per i ragazzi della MHS.
Il "duro" periodo da studente si poteva dire essere incominciato tra le miriadi di pagine da studiare, ansia infinita che precedeva i test, o frustrazioni di vario genere per i problemi con i professori.
Camila e la scuola erano un binomio quasi perfetto. Quasi per via di quei continui pensieri su Lauren, su quelle continue paranoie che presero vita subito dopo la festa.
Sì perché Camila i primi giorni li passò cercando, in qualche modo, di recuperare quella sorta di strano rapporto con la mora, nonostante si conoscessero o si "parlassero" da così poco tempo.
L'iniziativa da parte della piccola c'era anche da immaginarsela, ma Lauren - come prevedibile che fosse - rifiutò qualsiasi tipo di approccio con la cubana. Optò per un distacco netto, congelando e cancellando quel principio di conoscenza.
Un po' il due di picche preso, un po' l'orgoglio ferito ma soprattutto l'insolita batosta portarono Lauren a comportarsi di conseguenza. E ci riuscì più che bene nel suo intento, grazie alla sua esperienza nel fingere che tutto andasse bene e che niente le importasse.
Era brava a tal punto che riuscì a stancare Camila, che presto incominciò a non tollerare più quel trattamento, realizzando di non meritare quell'indifferenza spietata.
C'era riuscita, obbiettivo raggiunto insomma.
Si sarebbe dovuta sentire meglio, ma una volta raggiunto lo scopo e rinforzato l'orgoglio, a Lauren non rimase nulla in mano. Nulla.
Ora osservava ciò che tanto bramava sotto una luce diversa, perché sapeva che per Camila ormai qualcosa era cambiato.
Capì di averla persa, anche se non lo ammise mai a sé stessa. Se non fosse stata Lauren Jauregui e se non fosse stata così dannatamente presuntuosa avrebbe consigliato al mondo intero di metter da parte ogni tanto quel cavolo d'orgoglio che molti di noi coltiviamo giorno dopo giorno. Avrebbe anche aggiunto di metter in secondo piano le batoste prese o le paure che ci attanagliano giorno e notte perché così facendo non riusciremo mai a vedere quel che di buono c'è in alcune persone. Avrebbe seguito volentieri i suoi stessi consigli ma oramai era troppo tardi, Camila non la guardava più. Non fu un dispetto per ripagarla dell'atteggiamento indifferente, anzi sembrò addirittura che si fosse dimenticata dell'esistenza di Lauren.

Era bellissima quella mattina, nonostante avesse il viso mezzo imbronciato. Avrebbe voluto chiederle il motivo di quel turbamento ma si limitò solamente a seguirla con lo sguardo. Passò spedita nel corridoio, il rumore del suo paio di tacchi riecheggiò lungo l'androne facendo voltare un paio di ragazzi che stavano recuperando i libri dai loro armadietti. Gli occhi di Lauren erano attenti ad ogni movimento, ad ogni particolare e ad ogni dettaglio della cubana. Tutto ciò che poteva esser ricordato, un profumo o un movimento che fosse, Lauren lo imprimeva nella sua mente. Era diventata peggio di un vizio irresistibile, peggio di una potente droga in circolo che ti spinge a volerne sempre di più.
È pazzesca la mente! Più ti imponi di rimanere lontano da qualcosa che reputi ti faccia male, più il pensiero rispetto ad essa si moltiplica, facendotela vedere in ogni dove.
La maggiore stava parlando con il suo gruppo di amici o meglio, loro parlavano mentre lei con lo sguardo fisso seguiva la figura della cubana fino a quando la visuale non le venne occupata da una mano sventolante.
- Lauren ci sei ? Pronto ?! disse Lucy avvicinandole ancora di più la mano al viso, facendola quasi spaventare.
- Eh ?! Lucy sei pazza ?! disse mezza agitata da quel risveglio. Le altre amiche ridacchiarono per la reazione esagerata della mora, e anche Lucy fece altrettanto.
- Scusami è che vedevo che non c'eri con la testa, eri tipo in trans !
- Ah si scusatemi, ho la testa da tutt'altra parte spiegò risoluta alle altre.
- Chissà dove mai sarà ?! rispose con una punta di sarcasmo Lucy, ricevendo in cambio un'occhiata gelida che la invitò a non continuare.
- Okaaay come non detto ! Forza andiamo prima che suoni la seconda campana ! Non voglio fare l'ennesimo ritardo con la Hopkins! Quella è una tale stronza! disse Lucy guardando il gruppetto d'amiche.
- Io 2 minuti e vi raggiungo, devo fare un salto in bagno.
Si avviò a passo spedito verso i bagni e in quel momento comparve Camila.
La piccola uscì dalla porta dei bagni qualche secondo prima dell'arrivo di Lauren, e senza accorgersi di nulla si mise a correre dalla parte opposta del corridoio. L'aria profumava di quell'essenza vanigliata, così unica e così singolare, che apparteneva alla cubana.
Le narici si inebriarono estasiate da quelle note dolciastre, che immediatamente le fecero contorcere lo stomaco da crampi violentissimi, così reali e così forti che senti quando provi qualcosa per qualcuno, una sorta di masochismo che ti fa realizzare quanto possa piacerti quella persona.
Stava perdendo letteralmente la testa per quella ragazza, un velo di sudore brillò sulla fronte della mora che incominciò ad agitarsi. Aprì il getto d'acqua del rubinetto, direzionandolo sulla parte ghiacciata. Si bagnò i polsi e si rinfrescò il viso, raccolse quindi i suoi libri e si diresse verso la sua classe.
Numero 277. Era il suo armadietto.
Senza pensarci troppo strappò un pezzo di carta dal quaderno e con mano poco ferma ci scrisse qualcosa sopra. Chiuse veloce il bigliettino, si accertò che non ci fosse nessuno a guardarla e, in men che non si dica, lo infilò tra le fessure dell'armadietto.
Neanche il tempo di metabolizzare il gesto fatto che subito se ne pentì, sentendosi una quattordicenne in balìa dei primi amori. Si sentiva deficiente e soprattutto infantile dato che non aveva mai fatto una cosa simile prima d'ora.
Ormai era impossibile recuperare il biglietto, e la cosa certa è che l'avrebbe letto. Grazie a Dio era anonimo.
Un calpestio di scarpe si fece sempre più forte, doveva andarsene da lì. Raccolse i suoi libri e in quell'istante suonò la seconda campana. Aprì la porta della classe e si sedette di fianco a Lucy, fortunatamente la professoressa Hopkins non era ancora arrivata.

- Finalmente la mensa ! disse con tono liberatorio l'amica di Lauren, non appena uscirono dall'aula - Ho una fame allucinante ! disse piagnucolando.
- Ti fumi troppe canne Lucy, ecco perché ti mangeresti pure la merda della mensa. Disse ridacchiando la mora.
- Ma.. Lauren ! si finse mezza offesa, scatenando una risatina nell'altra.
- Dai andiamo a mangiare ! le cinse il braccio attorno al collo e si avviarono in mensa.

- Ah eccole! Ci sono Mani e le altre! disse Lucy informando l'altra che era intenta, come al suo solito, a messaggiare al telefono.
- E sai che novità! rispose quasi seccata non staccando lo sguardo dallo schermo.
- C'è il tuo amore al nostro tavolo, è da un mese intero che non si aggregano a noi.. Quindi direi che sì, è una novità !
Inutile dire la reazione che ebbe la mora non appena vide Camila al loro tavolo.
- C-che diavolo ci fa al nostro tavolo? Balbettò cercando di nascondere quell'insicurezza causata da quel bigliettino. Era un mix di rabbia, agitazione ma anche d'insolita felicità nel vederla da così vicino dopo un mese intero. Incrociarono lo sguardo per una frazione di secondo, sembrava di essere tornati all'inizio. Quel senso di soggezione che Lauren infondeva agli altri, colpì anche la piccola cubana. D'altronde era al suo tavolo, con i suoi amici, era nel suo "territorio".
Dopo un saluto generico si sedettero a mangiare il pranzo.
La tensione era palpabile, e tutte a quel tavolo la percepirono.
Da una parte c'era Camila, e alla sua sinistra Dinah e Ally. Di fronte alla cubana si accomodò all'estremità Normani mentre Lauren si ritrovò al centro affiancata da Lucy.
- Allora tutto bene ? chiese Dinah con una punta di imbarazzo dovuta alla situazione generale che si era creata.
- Per quanto mi riguarda tutto bene, mezza rincoglionita dalla lezione con la Hopkins ma tutto okay! rispose Lucy creando una risatina generale che però non sciolse la tensione. Dopo qualche minuto arrivarono Louis e Harry al tavolo, salutando con grande entusiasmo. Il biondino era stato costretto a rimanere a casa per più di una settimana a causa di un brutto virus.
Fortunatamente la presenza dei due spazzò via in pochi secondi quella tensione.
- Allora ? Cosa mi raccontate ? E tu Cami ? chiese Louis sedendosi di fianco alla piccola, facendo quindi scalare le ragazze più in là mentre Harry si mise di fianco a Lucy parlando di altro.
Con la scusa della domanda posta a Camila, Lauren per la prima volta poté osservare meglio la piccola senza alcun imbarazzo. Si perse nei dettagli di quel viso abbronzato, nei lineamenti di quelle labbra rosee che la rimandarono immediatamente a quella notte. Notò un leggero rossore tingere gli zigomi della piccola non appena si rese conto che l'attenzione del tavolo era completamente rivolta verso di lei. Un sorriso nervoso le spuntò sulle labbra prima di proferir parola.
In quel momento Lauren si rese conto della questione del bigliettino, incominciò a maledirsi e a pregare che non l'avesse ancora letto.
- Beh io nulla, solita vita Lou!
Tra sé e sé tirò un sospiro di sollievo, ma subito Dinah si intromise.
- Ma smettila "solita vita"! Una ventina di minuti fa Mila ha trovato un bigliettino anonimo nell'armadietto! Disse in preda all'euforia seguita da una Ally eccitata.
Non appena si aprì quel discorso Lauren si attaccò al bicchiere, scolandosi goffamente mezzo litro d'acqua.
- Cosa ? Con scritto qualcosa di brutto ?! chiese preoccupato il biondino alla sua vicina, che scuotendo la testa si lasciò andare ad un sorriso dolce e spontaneo. Lauren non poté far a meno di notarlo, e se ne compiacque. E parecchio.
- Non so se sia uno scherzo o meno, quindi non voglio montarmi la testa disse premettendo.
- Dai sbrigati! Che ti ha scritto? Ora Son curioso!
- Ma nulla solo " Sei bellissima" sorrise ancora, ripensandoci - Non so minimamente chi possa essere, quindi Lou non incominciare con mille domande rise guardandolo negli occhi.
- Spero proprio per te che non sia uno scherzo tesoro disse con una dolcezza infinita il ragazzo stampandole un bacio sulla tempia.
Lauren rimase immobile fissa a guardare la scena tra i due, aveva due sentimenti contrastanti al momento. Era felice per la reazione che aveva avuto Camila ma dall'altra parte incominciò a pensar negativamente ipotizzando che forse era contenta perché pensava che un'altra persona le avesse scritto quel bigliettino. In quel momento si incrociarono lo sguardo, anche se non riuscì minimamente a decifrarne il pensiero.
- Spero proprio di no! Son curiosa di sapere chi è! Magari mi riscriverà! concluse la piccola guardando i suoi amici.

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