capitolo 13

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Un attimo dopo aver tagliato il filo rosso la luce si spense, e dopo qualche secondo sentii scattare un allarme. Non sapevo se fosse partito a causa mia o di qualche altra situazione, ma decisi di sbrigarmi a finire il mio lavoro, non sapevo se sarebbe sceso qualcuno nel seminterrato per controllare. Al buio non si vedeva niente, per cui ripresi la torcia e per farmi luce la misi in bocca, tenendola stretta tra i denti. Armeggiai per qualche secondo con i fili cercando di trovare quello giallo, e tagliai anche quello. L'allarme smise di suonare. Sentii delle voci e dei passi scendere le scale, per cui chiusi il quadro elettrico e mi guardai intorno alla ricerca di un posto dove nascondermi. Vidi un grosso armadio malandato e mi ci buttai dentro, senza considerare le ragnatele che si impigliavano nei capelli. Feci giusto in tempo a spegnere la torcia e a chiudere le ante, lasciandole leggermente socchiuse per sbirciare fuori, che una guardia arrivò alla fine dei gradini e iniziò a perlustrare il seminterrato. Trattenni il fiato e pregai in silenzio che non notasse il quadro elettrico, visibilmente rovinato dopo essere stato forzato. Ovviamente però lo notò subito, e io maledissi mentalmente la mia proverbiale sfiga. Lo sentii parlare alla ricetrasmittente. Non riuscii a captare l'intera conversazione, ma lo sentii dire 'mandate qualcuno nel seminterrato... qualcuno è stato qui e ha manomesso i fili elettrici...'. Dopo aver chiuso la conversazione continuò a ispezionare la stanza. Rimasi a guardarlo, finchè non punto la torcia dritta verso l'armadio. Essendomi ormai abituata alla penombra, la luce mi accecò, e indietreggiai fino a sbattere la testa contro la parete dell'armadio. Se prima non si era accorto di me, ora era certo che ci fosse qualcuno dentro l'armadio. Lo vidi avvicinarsi a passo deciso nella mia direzione, mi guardai intorno alla ricerca disperata di qualcosa con cui difendermi, e in un angolo vidi una mazza da baseball, un po' impolverata, ma sembrava resistente. Avevo smesso di stupirmi da un pezzo ormai, perciò neanche mi chiesi cosa ci facesse una mazza da baseball in un armadio nel seminterrato di un manicomio. La presi e basta, preparandomi allo scontro. Sentii le ante aprirsi e una voce stupida esclamare: 'Dottoressa Quinzel!? Che ci fa lei qui?' Il fatto che mi conoscesse non cambiò le mie intenzioni. Gli diedi una mazzata in testa e quello cadde, non so se morto o svenuto. Non pensavo di averlo ucciso, ma sinceramente non mi importava. Gli diedi un'occhiata veloce e poi corsi fino al quadro. Qualche secondo dopo aver tagliato l'ultimo filo, quello blu, sentii un boato. Non capivo cosa potesse essere, per cui salii le scale, portando la mazza con me. Man mano che mi avvicinavo all'uscita il rumore diventava sempre più forte, sembravano grida. Esitai prima di aprire la porta ed uscire, quelle urla strazianti mi laceravano le orecchie, non sapevo cosa aspettarmi. Con mani tremanti abbassai la maniglia ed uscii. Lo spettacolo che mi si parò davanti mi mozzò il fiato.

Angolo autrice:
Un po' di sana suspence non guasta mai muahahaha. Vi ringrazio ancora per visualizzazioni voti e commenti, davvero grazie, non immaginavo che la mia storia potesse piacere a così tante persone.
Invece avrei bisogno di un consiglio da parte vostra. Mi piacerebbe tanto scrivere un'altra storia, avevo in mente delle idee e mi piacerebbe che voi mi aiutaste a scegliere. Io avevo pensato a:
-una storia fantasy
-un libro del tipo 'sputtanando le ff'
-un giallo
Se volete consigliarmi potete scrivere sia in un commento qui sotto oppure in bacheca o in chat privata. Ovviamente se avete altre idee riguardo a cosa potrei scrivere accetto qualsiasi tipo di consiglio.
Grazie ancora!❤

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