Paulo mi accompagnò a casa e mi chiese se volevo andare da lui per stare un po' insieme, come i bei vecchi tempi. Entrai in casa per avvisare mia madre e lei mi disse che era felicissima che l'avessi ritrovato, e che non si sarebbe mai immaginata la coincidenza di incontrarlo di nuovo qui. Salutai lei, mio padre e mio zio, che mi fece qualche domanda, e mi diressi a casa di Paulo.«E sai una cosa?» mi chiese lui. Eravamo sdraiati sul suo letto ed eravamo abbracciati, io avevo la testa sul suo petto, e mi stavo concentrando sui battiti del suo cuore. Alzai la testa verso di lui e lo guardai, inutile dire quanto bello fosse diventato.
«Per un po' di tempo pensavo tutti i giorni a te, non volevi proprio andare via dalla mia testa. E quando quella volta, all'età di sedici anni, ti dissi che forse era meglio se rimanevamo amici, li capii di aver fatto un grosso sbaglio. Ero ancora ingenuo per capire che quello che provavo per te ormai era molto di più di una semplice amicizia. Non avrei mai voluto lasciarti quel giorno... eravamo cresciuti insieme e c'eri sempre stata per me. Ti ricordi a cinque anni? Quando ci dammo il "primo» fece le virgolette ridendo, «bacio" per sbaglio? Un bacio privo di significato per noi che eravamo così piccoli, era un bacio innocente, di quello che si danno due fidanzatini dell'asilo. Ma pensandoci ora quello fu un bacio pieno di significato. Quel bacio fu l'inizio di tutto.» disse e mi guardò negli occhi. I suoi occhi verdi, trasmettevano tutto ciò che di bello c'era a questo mondo. Ero persa a guardare i suoi occhi e non mi accorsi che le sue labbra si erano posate sulle mie. Un bacio a stampo che diventò poi più passionale. Le sue labbra, quasi non me le ricordavo più. Ci staccammo e non riuscii a smettere di sorridere, lo stesso lui. Timidamente appoggiai di nuovo la testa sul suo petto, stringendolo e me.
«E questo, è l'inizio di un altro tutto.» disse ridendo. Non potrei proprio dire di aver smesso di amarlo, mentirei a me stessa. E pensai che, forse, quando ero triste a pensare a lui in ogni momento, lui stava facendo lo stesso. Gli sorrisi anche io. Dopo un po di minuti ci addormentammo così, abbracciati, come i vecchi tempi.---
«Svegliati dormigliona.» sentii Paulo scuotermi e ancora assonnata mi alzai. Le vecchie abitudini non muoiono mai.
«Mh?» farfugliai.
«È pronta la colazione.» disse mentre mi diede un bacio sulla guancia. Mi alzai e lo seguii di sotto. Appena arrivai in cucina sentii un odore di pancake invadermi le narici. Adoravo i pancake e Paulo lo sapeva bene. E inoltre li sapeva cucinare benissimo.
«Hai fatto i pancake, quanto mi sei mancato.» dissi e lo abbracciai, lui rise assieme a me.
«Ti sono mancato io o i miei pancake?» chiese lui e scoppiai a ridere.
«Decisamente i pancake.» borbottai mentre mangiavo il mio cibo.
«A mia madre piacerebbe tantissimo rivederti, non se lo immaginerebbe mai.» disse poi e io annuii.
«Magari un giorno di questi passo a trovarla.»«Oggi vieni con me agli allenamenti?» chiese lui e io gli feci cenno di sì con la testa.
«Mi stanno simpatici i tuoi compagni di squadra.» confessai e finii i miei pancake.
«Sì, ma chi è il tuo preferito?» chiese lui facendo gli occhi dolci. Scossi la testa e scoppiai a ridere.
«Non tu Paulino.» gli scompigliai i capelli e lui mise il broncio. Scoppiai a ridere e lui mi guardò male. Sembra un bambino.
«Avevo fatto bene ad andarmene lasciandoti lì da sola allora.» disse e di colpo mi bloccai. Diventai subito seria e distolsi lo sguardo da lui.
«Ehi scherzavo...» disse, venne vicino a me. Annuii ancora un po' triste, non volevo che tirasse in mezzo quel discorso per fare battutine.
«Dai fiorellino.» disse lui e mi riempì la faccia di baci. Faceva sempre così quando mi offendeva; mi chiamava fiorellino e mi riempiva di baci. Lo faceva a sette anni, ed evidentemente anche ora a venti. Sapeva che così non riuscivo ad essere arrabbiata con lui. Sorrisi e lui anche. «Ah, ha ancora effetto.» disse lui e mi sorrise.
«Mi ha sorpreso te ne ricordassi.» mi fece l'occhiolino facendomi ridere.
«Sei ancora più bella quando sorridi lo sai?» chiese e sentii le mie guance tingersi di rosso. Reagivo sempre così ai complimenti.
«Andiamo a casa tua? Così saluto tua mamma, e ti ridò alla tua famiglia dopo averti tenuta in ostaggio una notte.»
Se i rapinatori fossero tutti così, spererei più spesso di essere tenuta in ostaggio.
Mi vestii e misi il cappellino di Paulo.
«Com'era? Il lupo perde il pelo ma non il vizio?» ridendo mi diede un bacio sul naso. Amavo quando lo faceva. Risi e lui fece lo stesso. Una volta pronti andammo a casa dei miei genitori.
«Paulo che bello rivederti!» esclamò mia mamma abbracciando Paulo.
«Come sei cresciuto figlio mio, sei davvero un bell'uomo adesso.» disse mia madre e vidi Paulo un po' in imbarazzo, scoppiai a ridere e lui anche.
«Vi conoscete quindi?» chiese mio zio e Paulo annuii.
«Siamo cresciuti insieme in Argentina.» disse e mi guardò dolcemente. Sorrisi.
«Se sapevo che la nipote del mister eri tu l'avrei tormentato tutti i giorni per portarmi da te.» disse lui. Andammo su in camera e ci sedemmo sul letto. Mentre stavamo chiacchierando gli suonò il cellulare. Controllò i messaggi e lo vidi irrigidirsi sul posto, poi si affrettò ad alzarsi.«Mh devo andare ora..» disse, mi salutò con un cenno della mano e uscii da camera mia.
Non capii perché quella sua reazione. Chi era di così importante da fallo correre via. In quel momento un attacco di gelosia prese il sopravvento nella mia testa."Forse, non è mai stato innamorato davvero di me.." pensai. Mi sdraiai sul letto e rimasi tutti il giorno lì, ascoltando la musica, canzoni mie e di Paulo di quando eravamo bambini. E rimasi lì ad aspettarlo... ma ancora una volta lui non arrivò.
SPAZIO AUTRICE
Hi everyone, sto correggendo la storia quindi spero che per chi la sta leggendo ora sia più chiara e in un certo senso meno "infantile" ahahah.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
STAI LEGGENDO
Mi Joya //Paulo Dybala
FanfictionIn un piccolo paesino dell'Argentina, Laguna Larga, vivono due bambini, Paulo e Rosie, che condividono la stessa passione: il calcio. Ogni giorno i due giocano a calcio insieme, e si divertono. Ma cosa succederà se un giorno Paulo sarà costretto ad...