«Tu chi sei?»
Guardai la ragazza davanti a me, ferma immobile sul suo lettino.
«Rosie, io...come chi sono? Sono Paulo.» le lacrime iniziarono a scendere automaticamente sul mio viso, mi sembrava surreale tutto quello che stava succedendo.
«Io, non ricordo, non ti conosco.» disse e altre lacrime scesero lungo il mio viso.
«Come non ti ricordi, Rosie, io sono Paulo, il tuo fidanzato.» le presi le mani e lei cercò in tutti i modi di divincolarsi dalla mia presa.
«Lasciami stare per favore. Va' via.» disse e per poco non svenni. Mi stava cacciando, non mi aveva riconosciuto. Feci come richiesto ed uscii da quella stanza.
«Si è svegliata.» dissi ancora piangendo e la madre tirò un urlo, per poi alzarsi di scatto e correre all'interno della stanza. Non le dissi che lei non ricordava niente di me, non avrei voluto demoralizzarla.Io mi sedetti fuori dalla stanza e mi presi la testa fra le mani, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, mi lasciai abbandonare ad un pianto nervoso. Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla e alzai lo sguardo, trovando Alvaro e Patrice di fronte a me a guardarmi.
«Che succede Pau?» si sedettero affianco a me. Mi asciugai le lacrime e scossi la testa.
«Lei non si ricorda di me.» dissi e guardai verso la stanza, che nel frattempo era chiusa.
«Cavolo, mi dispiace tantissimo.» Alvaro mi abbracciò e mi feci abbracciare, e le lacrime continuarono a scendere sul mio viso, ero distrutto. Patrice si aggiunse all'abbraccio e mi trovai bene lì tra i miei due migliori amici.«Vedrai che ricorderà tutto, dalle tempo.» disse Patrice.
«E se non lo fa? E se si fosse dimenticata per sempre di me?» entrai nel panico.
«No Paulo, tranquillo. Si ricorderà di te, così come si ricorderà di tutti noi. Dobbiamo solo aspettare, per ora il consiglio che posso darti é di starle accanto.» disse lui e io annuii.
Il dottore uscì seguito da Natalie e subito mi alzai.
«Allora, lei non ricorda nulla, si ricorda solo di sua mamma al momento. Quello che posso dirvi è di parlare con lei e di includerla nelle vostre uscite e nelle vostre chiacchiere, senza andare troppo di fretta! Con calma, riuscirà a ricordare. Bisogna solo avere fiducia in lei e attendere.» ci disse il dottore.
«Domani potrà essere dimessa.» disse infine e se ne andò.
«Paulo.» sua mamma mi venne affianco e mi abbracciò, ricambiai la stretta e poggiai la testa sulla sua spalla, lasciandomi abbandonare a qualche lacrima.
«Mi dispiace così tanto! Vedrai che si ricorderà.» mi rassicurò. Io annuii.
«Prima ha chiesto di te.» mi disse e il mio cuore fece un salto.
«Di me?» alzai le sopracciglia sorpreso.
«Si! Mi ha chiesto chi fosse quel ragazzo nella sua stanza e perché fosse li. Io le ho detto il tuo nome, che eri un suo amico, e mi ha detto che sei carino.» disse ridacchiando.
«Quando mi ha chiesto come facessi a conoscerla non sapevo bene cosa rispondere, le ho detto che sei un giocatore di calcio, e che era venuto a trovarti perchè non ti vedeva da un po'. Le ho detto che vi conoscete da qualche anno.» disse sua mamma e sorrisi a quella parole.
«Non le ho detto che state insieme, il dottore ha detto di non ricordarle cose che potrebbero in qualche modo agitarla, ha detto che se sarà forte, col tempo ricorderà lei stessa le cose.» disse e io annuii. Con calma, avrei fatto tutto con estrema calma.
«Posso vederla ora?» chiesi e lei annuì.
«Buona fortuna.» mi fece l'occhiolino e sorrisi.
«Ehi.» la salutai entrando. Lei fece un cenno con la mano, e mi sembrò fredda, forse prima l'avevo spaventata.
«Scusa per prima, mi presento di nuovo. Sono Paulo, ho ventidue anni. Gioco a calcio nella Juventus, una squadra che c'è qui a Torino, vedrai ti piacerà molto questa città! Tu invece?» le porsi la mano e lei l'afferrò sorridendo. Bhe dai, già un passo in più.
«Sono Rosie piacere.» le sorrisi.
«Domani verrai dimessa, ti va di uscire a fare una passeggiata? Il tempo è molto bello in questi giorni.» le chiesi e lei aspettò un po' prima di rispondere.
«Mh..okay.» accettò l'invito.
«Posso farti conoscere altri miei due amici? Sono miei compagni di squadra, sono molto simpatici.» le dissi e lei annuì, avevo paura di spaventarla, ma volevo comportarmi nel modo più neutrale possibile.
Chiamai Alvaro e Patrice, che entrarono subito in stanza sorridendo.
«Ehi Rosie, che bello vederti, io sono Alvaro.» le porse la mano che lei afferrò sorridendo.
«Io sono Patrice, sono quello bello della squadra.» disse e Rosie sorrise nuovamente. Era così tenera e spensierata.
«Probabilmente i vostri cognomi non li ricorderò più.» disse e fece una risatina nervosa.
«Noi ora andiamo! Ti lasciamo qui con Paulo, buona giornata Rosie, ci vedremo sicuramente in giro.» Alvaro e Patrice ci salutarono e poi uscirono da quella stanza.
«Mi piacciono i tuoi occhi.» ad interrompere il momento di silenzio fu Rosie, con quella sua inaspettata affermazione. Mi girai verso di lei e la vidi arrossire, poi le sorrisi.
«Anche a me piacciono molto i tuoi.» le sorrisi. Lei arrossì e poi rise.
«Ma sono marroni! Non sono per niente belli.» esclamò ridendo. Risi anche io.
«A me piacciono.» dissi e lei alzò le spalle.
«Paulo posso chiederti una cosa?» mi chiese dolcemente e le sorrisi.
«Come mai sono in ospedale? Ho chiesto a mia mamma e mi ha detto che dovevo fare delle analisi del sangue, ma non mi sembrava la verità.» disse. Mi bloccai per un attimo.
«Si Rosie, è la verità. Eri qui per fare qualche controllo, ma non ti preoccupare.» la rassicurai e lei annuì.
«Vuoi qualcosa? Una cioccolata, un the caldo?»le chiesi e lei mi sorrise timidamente.
«Una cioccolata, grazie.» disse e arrossì un po.
«Vado e torno allora.» le dissi e le sorrisi. Uscii dalla stanza e andai alla macchinetta a prendere due cioccolate calde.«Ecco a te.» le diedi la sua tazza e lei mi ringraziò.
«Ciao, ora Rosie dovrebbe riposare un po' Paulo, domattina verrà dimessa.» disse e io annuì. Salutai Rosie con la mano e lei fece lo stesso.
«Paulo.» mi richiamò. Mi fermai sui miei passi e mi girai verso di lei.
«Ci vediamo domani?» mi chiese e le sorrisi.
«Certamente.» lei sorrise e annuì. La salutai nuovamente e uscii da quella stanza.
Mi faceva male vederla così, ma stava andando molto bene fin'ora. Eravamo riusciti a parlare e scherzare insieme, anche se lei non si ricordava di me.
Avrei dato tutto me stesso per riaverla indietro, ma in un certo senso così sarei riuscito a ricominciare da capo, rimediando ai miei errori.----
SPAZIO AUTRICE
Buonaseraaaa. Ho aggiornato, spero vi piaccia questo capitolo! A me piace molto devo ammetterlo. Votate e commentate miraccomando. Un bacio.
-Fede
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Mi Joya //Paulo Dybala
FanfictionIn un piccolo paesino dell'Argentina, Laguna Larga, vivono due bambini, Paulo e Rosie, che condividono la stessa passione: il calcio. Ogni giorno i due giocano a calcio insieme, e si divertono. Ma cosa succederà se un giorno Paulo sarà costretto ad...