«Ehi Ros.» mi salutò Raffaella appena mi vide, la abbracciai.
«Come stai?» le chiesi e lei mi prese a braccetto, sorridendo.
«Non c'è male, ho visto te e il numero 21 prima in campo, state insieme?» chiese e il mio cuore per poco non perse un battito.
Dopo tutto ciò che era successo tra noi, dire di essere fidanzati era come un trionfo. Come un traguardo, che finalmente era stato raggiunto.
«E Antoine?» già. E lui? Mi guardai le mani, trovandole vagamente interessanti.
«Glielo devi dire Rosie. Anto è il mio migliore amico, e non voglio che soffra. Penso che tu gli piaccia, quindi è giusto che ne parliate.» Raffaella mi mise una mano sulla spalla e io annuii, ringraziandola.
Io piacevo a Griezmann?
Vedemmo i due ragazzi uscire dagli spogliatoi e venirci incontro.
«Ehi.» Griezmann mi lasciò un bacio sulla guancia e posso giurare che se ci fosse stato Paulo lo avrebbe ridotto in mille pezzi.
Fortunatamente era già andato via da un po'.
«Andiamo?» chiese quest'ultimo e io annuii, non sapevo il perché ma mi sentivo stranamente a disagio. Forse per le occhiate di Raffaella, o forse per Griezmann che continuava a sorridermi in modo dolce.
Yannik non faceva nulla, camminava per conto suo, tenendo la mano alla sua ragazza.
«Antoine devo parlarti.» dissi poi, Raffaella mi guardò e annuì, era la cosa giusta da fare.
Yannik alzò la testa verso di me e poi l'abbassò, strano il ragazzo.
«Dimmi.-»
«Da solo.» gli sussurrai e lui si allontanò dai due fidanzatini, lo seguii e ci sedemmo su una panchina.
«Io sono fidanzata con Dybala.» arrivai dritta al punto. Sapevo cosa voleva dire essere rifiutati, e non era per niente una situazione piacevole, mi dispiaceva per Antoine, in una settimana neanche eravamo riusciti a raggiungere un bel rapporto.
A differenza di chi si conosce da anni, e si riduce ad un semplice 'ciao' se lo si incontra per strada.
Lui alzò le sopracciglia sorpreso.
«Okey, e?»
«Mi sembrava giusto avvisarti, non volevo ti facessi strane aspettative. Mi dispiace perché con te avevo raggiunto un bel rapporto di amicizia, e anche con Raffaella, e con Yannik, che per quanto non parli, mi sta ugualmente simpatico.» lui annuì e scrollò le spalle. Poi tornò dagli altri che nel frattempo stavano origliando la nostra conversazione, o almeno, ero abbastanza sicura di ciò.
«Non voglio che ciò cambi la nostra amicizia Anto.» lo presi per un polso e lui annuì nuovamente, per poi incamminarsi a testa bassa.
«Mh, prendiamo una pizza?» chiese Yannik fermandosi davanti ad un ristorante.
«Noi stasera torniamo a Madrid.» mi disse poi Antoine, in modo menefreghista. Forse non l'aveva presa così bene come pensavo.
«Io torno a casa infatti, devo fare le valige,» ci salutò frettolosamente, «ciao.» mi disse poi prima di incamminarsi nella direzione opposta, provai a fermarlo, ma Raffaella mi disse di lasciarlo stare.
«Non è un tipo che accetta le sconfitte, diciamo così.» disse lei.
«Scusate, ho rovinato tutto.» abbassai la testa e Yannik, stranamente mi venne vicino e mi mise un braccio attorno alle spalle.
«Tranquilla, non hai rovinato niente, Antoine è fatto così. Si riprenderà. Era già scosso per via della partenza, in più penso proprio che la tua notizia lo abbia ucciso definitivamente.» spiegò. Mi sciolsi dall'abbraccio e annuii, poi entrammo in quel ristorante per mangiare.«Grazie per la giornata, e scusate ancora per come è andata con Antoine. Avrei voluto ci fosse pure lui.» loro mi abbracciarono e mi salutarono, dicendomi di non preoccuparmi.
Appena rientrata in casa sorrisi alla vista di Paulo sdraiato sul divano, stava dormendo. Misi la borsa sul tavolo e andai vicino a lui.
Gli lasciai un bacio sulla guancia e mi sedetti sulla poltroncina affianco al divano.
Lui si mosse, si stropicciò gli occhi e si mise seduto.
Era adorabile mentre si stiracchiava, sembrava un bambino. I suoi bellissimi occhi verdi si puntarono sui miei e sorrise. Non disse nulla, aprì le sue braccia e da lì capii.
M avvicinai a lui e mi rannicchiai sul suo petto. Mi lasciò un bacio tra i capelli e ci sdraiammo insieme sul divano.
Prese il telecomando della TV, che aveva lasciato accesa, e girò tra i canali, finché non si fermò su un canale, che trasmetteva tutte le notizie e partite della Juventus.
Trasmetteva la partita di oggi contro l'Atletico Madrid.
«Tra non molto ci sarà la replica della mia intervista di oggi.» disse e io annuii. Aveva ancora la voce impastata dal sonno, mi faceva tenerezza.
Dopo vari minuti vidi sullo schermo il faccino di Paulo che sorrideva alle telecamere, inquadrarono affianco a lui e c'ero io.
Paulo continuava a sorridere davanti alle telecamere, e io facevo lo stesso, visibilmente più agitata.
«Paulo! Paulo! È la tua ragazza?» chiese un giornalista, e la sua voce era esattamente come quella di tempo prima. Solo la mia cambiava drasticamente nelle registrazioni.
«Sì.» lui sorrise e mi inquadrarono. Sorrisi e mi presentai a loro.
Faceva uno strano effetto vedersi in tv. Guardai il ragazzo sdraiato affianco a me che mi lasciò un bacio sulle labbra.
«Non eri fidanzato con Antonella?» chiese un altro giornalista. Il mio bellissimo fidanzato scosse la testa.
«No, non più, preferirei non parlare del passato, io ora sto con lei, è l'unica cosa che conta.» disse quelle parole che mi colpirono, la stessa reazione che mi fecero poche ore prima.
«Perché me l'hai fatta rivedere?» chiesi riferendomi all'intervista a cui avevamo appena assistito.
«Volevo farti vedere quanto sei bella. E specialmente quanto sei bella nella vesti della mia fidanzata.» disse e mi lasciò un bacio sulle labbra. Gli sorrisi e lui ricambiò il sorriso.
«Bene! Grazie Dybala! Alla prossima!» l'intervista si chiuse qua. Paulo spense la televisione e tornò con l'attenzione su di me.
«Ti amo da morire lo sai vero?» mi chiese e mi lasciò un altro bacio sulle labbra. Annuii e mi accoccolai a lui.«Com'è andata oggi?» mi chiese poi e feci una smorfia.
«Poteva andare meglio,» sospirai, «ho detto ad Antoine che io e te siamo fidanzati, e che tra me e lui non ci sarebbe potuto essere altro se non un'amicizia. E lui l'ha presa decisamente male, se n'è andato.» dissi e Paulo trattenne una risata, gesto che non mi sembrò comunque molto corretto.
«Perché ridi?» gli chiesi e lui scosse la testa.
«Che reazione, ha decisamente una bella cotta per te.» disse Paulo e si aggiustò il ciuffò scompigliato. Gli tolsi la mano dai capelli e presi a giocarci io.
«So che non dovrei toccarteli perché sono tipo sacri e robe varie, ma essendo la tua ragazza ho il permesso di farlo.» dissi e continuai a giocherellare con le ciocche dei suoi capelli.
Lui prese una ciocca dei miei e cominciò ad arrotolarla tra le sue mani.
Sorrise, e per poco non ebbi un mancamento. Il suo sorriso, vederlo da così vicino, mi rendeva mentalmente instabile. Questo ragazzo era meraviglioso, persino da appena sveglio.
«Ah Paulo, ho una cosa importante da dirti.» tornai subito seria, e lui sembrò preoccupato e incuriosito da quelle mie parole.
E ora, dovevo prendere coraggio, e digli la verità.----
SPAZIO AUTRICE.
Sono vivaaa.
Spero vi piaccia questo capitolo, e si lo so, mi diverto a farli finire sul più bello.
Ma spero vi piaccia, votate e commentate miraccomando.
Un bacio.
-Fede
STAI LEGGENDO
Mi Joya //Paulo Dybala
FanfictionIn un piccolo paesino dell'Argentina, Laguna Larga, vivono due bambini, Paulo e Rosie, che condividono la stessa passione: il calcio. Ogni giorno i due giocano a calcio insieme, e si divertono. Ma cosa succederà se un giorno Paulo sarà costretto ad...