Capitolo 24

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«Tu cosa?» Paulo spalancò gli occhi e si mise a sedere. Annuii debolmente e lui ancora incredulo si passò la mano trai capelli.
«Ricordi tutto? Proprio tutto?» chiese lui e io annuii nuovamente. Istintivamente mi abbracciò.
«Già, e ora non dovresti essere qua con me.» dissi io con un tono di voce talmente basso che quasi non lo sentii nemmeno io.
«Rosie perchè, io...» non lo lasciai finire di parlare che lo fermai.
«È tutto okay, ricordo tutto, ma ciò non mi impedisce di continuare ad amarti. Perché stanne pure certo che continuerò a farlo. Ma dovremmo dividerci io e te.. tu hai una nuova vita con Antonella, ed è giusto che quel bambino cresca insieme a te. Con una figura paterna accanto. E voglio che il bambino abbia due genitori uniti, non che si vedono due volte all'anno. E in più io non voglio prendere le parti della terza incomodo sappilo. Continuerò ad amarti Paulo. Ma lo farò da lontano, da dietro le quinte, osservando la tua vita andare a gonfie vele. E mi passerà il tutto prima o poi, prima o poi riuscirò a dimenticarti, ad avere anche io una vita come l'ho sempre desiderata. Ma si sa che è impossibile dimenticare qualcuno che ha fatto così tanto per te.» dissi io e mi meravigliai di me stessa per le parole dette, era giusto così infondo, e avremmo dovuto accettarlo entrambi.
Amare è anche saper lasciare andare no? E forse era arrivato il momento di mollare la corda.
«Ora mi fai parlare?» chiese lui scocciato. Annuii.
«Non sono io il padre.» disse e per poco non caddi dal letto. Spalancai gli occhi. Avevo sentito bene?
«Cosa?» dissi con gli occhi spalancati. Nel frattempo era notte fonda, la piccola luce sul comodino era accesa e anche in penombra, Paulo era sempre bellissimo.
I suoi occhi brillavano, e i miei ancora di più, a guardare i suoi.
Lui annuì sorridendo e senza pensarci due volte gli saltai addosso abbracciandolo. Lui mi tenne stretta a sè.
«Tu, come fai a sapere che non è tuo? Antonella aveva detto il contrario.»
«Una volta io e Antonella al telefono abbiamo discusso, tu eri fuori con i tuoi genitori, e nel discutere lei mi ha sbattuto in faccia la verità, dicendomi che non è mai stata innamorata di me, e alla fine ha ammesso che il bambino era di Thomas, e che aveva detto che era mio solo per far si che ci lasciassimo.» disse lui e io rimasi colpita ma non meravigliata da quelle parole.
«Che stronza.» commentai e Paulo scoppiò a ridere.
«Dai andiamo a dormire adesso, buonanotte amore mio.» mi lasciò un delicato bacio sulle labbra e poi si sdraiò nuovamente sotto le morbide coperte.
«Aspetta, quindi siamo tornati insieme?» chiesi io ripensando al bacio appena dato e dal nomignolo, amore mio.
«Infondo, non ci siamo mai lasciati, anche quando avevi perso la memoria io sapevo che eravamo ancora fidanzati, non perdevo le speranze.» disse lui e sospirò.
«Ma se non vuoi, possiamo continuare ad essere amici?» si girò dall'altra parte, così da essere faccia a faccia.
«Io e te amici? No mai.» dissi io soffocando una risata.
Lui mi guardò in modo investigativo, non capendo la mia risposta.
«Paulo, ti amo. E non voglio essere una tua amica, ma, la tua fidanzata.» gli lasciai un bacio sulle labbra e gli sorrisi. Lui mi abbracciò e poggiai la testa sul suo petto, ascoltando il ritmo dei battiti del suo cuore.
Ma quella non fu l'unica cosa che facemmo quella notte.
Come se fosse la prima volta, facemmo di nuovo l'amore. Amore si, per noi non è dello stupido sesso che fanno gli adolescenti nel pieno delle loro crescite ormonali, per noi era amore, era sentirci più vicini. Era passione.
L'avevamo fatto per la prima volta insieme un paio di mesi prima, nel pieno della nostra storia.
Ma la sensazione era sempre la stessa, se non più passionale e accesa. Amavo quel ragazzo, amavo tutto di lui.

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«E quindi hai ripreso la memoria?» mia madre quasi urlò, mi corse incontro e mi strinse forte tra le sue braccia. Mio padre sentì le nostre urla e venne verso di noi allarmato. Dopo aver capito il motivo di quelle urla un sorriso fece capolinea sul suo volto. Mi abbracciò anche lui e mi riempirono di baci.
«Siamo così felici!» esclamò contento.
«Andiamo?» chiesi a Paulo e lui annuì, salutammo i miei e andammo a Vinovo, alla partita di Paulo, quella contro l'Atletico Madrid. Oh dio è vero. Griezmann.
«O mio dio.» mio zio quasi svenne quando gli dissi che avevo ripreso la memoria. Mi abbracciò forte e una volta arrivati tutti in campo, il Mister Allegri, li fece riunire tutti a semicerchio intorno a lui e a me.
«Rosie ha una grandiosa notizia da darvi.» mi intimò di parlare. Sorrisi ai ragazzi di fronte a me, quanto mi erano mancati, sopratutto Alvaro, il mio migliore amico.
«Mi siete mancati tutti quanti.» dissi e alcuni si guardarono intorno spaesati. Alvaro guardò Paul e poi si girarono di scatto verso di me.
«Hai ripreso la memoria?» chiese Pogba, gli sorrisi e annuii.
«Oh Dio!» urlò Alvaro e mi corse in contro, mi prese in braccio e mi abbracciò. Lo strinsi a me e un anche Paul ci saltò addosso per abbracciarci.
Rimasi tra le braccia dei miei migliori amici per almeno due minuti.
«Non ci credo, che bella notizia!» Alvaro era felicissimo. Mi lasciò un bacio sulla guancia e poi altri della squadra vennero verso di me per abbracciarmi.

Il riscaldamento pre-partita iniziò e io mi sedetti in tribuna, dove mio zio si offrì di lasciarmi un posto. Sbloccai il telefono, leggendo qualche messaggio non letto di qualche ora prima.

Griezmann💕: "Ehi tesoro, ci vediamo oggi"

Ah si, Antoine, se solo avessi avuto la memoria non mi sarei lasciata andare così con lui.
Anche se era davvero un bel ragazzo, aveva due occhi meravigliosi. Non come quelli di Paulo, quelli di Antoine non sono niente a confronto ai suoi.
Non volevo problemi con Paulo adesso che eravamo tornati insieme e che non avevamo più problemi, così decisi di non rispondergli, tanto comunque sia non l'avrebbe letto di certo ora il messaggio. Non avrei chiuso i rapporti con lui, non sarebbe stato gentile, solo che non ci sarei più uscita insieme così frequentemente.
Guardai nel campo avversario e cercai Griezmann con lo sguardo. Quando mi vide alzò la mano in segno di saluto e mi sorrise. Ricambiai il sorriso, e quando mi girai vidi Paulo guardare me, e poi Griezmann.
Scosse la testa e tornò con lo sguardo sul pallone.
La partita iniziò e molti cori si alzarono per tutto lo stadio.

Quando la partita finì, 4 a 2 per l'Atletico Madrid i calciatori si salutarono, e vidi Paulo guardare male il numero 7 dell'Atletico, Antoine. I calciatori rimasero a bordo campo per qualche intervista e qualche parola sulla partita da parte del mister.
Scesi in campo e corsi incontro a Paulo.
«Oggi pomeriggio devo uscire con lui.» dissi e lui capì subito e annuì.
«Non arrabbiarti Paulo. Te lo avevo detto.» dissi e lui annuì di nuovo. Poi finse un sorriso.
«Non sono arrabbiato, solo, chiamami appena finisci che ti vengo a prendere. E se succede qualcosa chiamami che corro subito.» disse lui e mi lasciò un dolce bacio sulle labbra.
Neanche il tempo di staccarci che fummo raggiunti dai giornalisti.
«Paulo possiamo intervistarti?» chiese uno bassino e anziano, e Paulo annuì sorridendo.
«È la tua ragazza?» chiese un altro.
Io feci per andarmene ma lui mi prese la mano.
«Stai con me, poi vai.» mi sussurrò all'orecchio. Annuii e poi fui schiava di tutte quelle domande da parte dei giornalisti che volevano sapere di più sulla nostra relazione.

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SPAZIO AUTRICE
Spero vi piaccia il capitolo, stiamo arrivando alla fine della storia :c
Votate e commentate il capitolo miraccomando. Un bacio.
-Fede

Mi Joya //Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora