capitolo 4

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Ciao ragazze oggi metto qui lo spazio autrice. So che vi avevo detto che avrei aggiornato stanotte ma mi sono addormentata haha. E niente, vi lascio al quarto capitolo!
Vi voglio bene,

-Marta🌸

"Ciao zia." la salutai cercando di essere il più affettuosa possibile.
"Ciao zia? Davvero ?! Ti sembra il modo di sparire così Skyler?!" mi rimproverò lei.
"No zia perdonami, sono solo andata ad una festa.- feci una pausa - e mi era passato di mente. Avrei dovuto avvisarti e chiedere , lo so."
"Sky, non mi devi chiedere il permesso: non sono tua madre, mi fa piacere che dopo tanto tu esca da casa a divertirti: vorrei solo che mi avvisassi." mi confidò.
"Scusa zia.- mormorai nelle sue braccia e poi continuai - non ho fame stamattina. Mi butto nel letto okay?" la informai.
"Va bene tesoro, ricordati di informarti per quello che hanno fatto oggi a scuola." sorrisi e salii le scale. Mi buttai sul letto e afferrai il cellulare.
Salvai il numero di Ian e gli mandai un sms in modo che anche lui potesse fare lo stesso.
Passai il resto della mattinata a guardare 'Le pagine della nostra vita'.
Okay, lo ammetto, sono una sentimentale in fondo in fondo: mi piace fantasticare sull'amore.
Fantasticare, si. Perché io non avrò mai l'amore, chi mai potrebbe amare il casino che sono? chi mai potrebbe amare qualcuno, quando quella persona non sa amare  nemmeno sé stessa? E poi amare, cosa vuol dire amare? Cos'è l'amore?
Nessuno di noi lo sa, noi assegniamo il significato di 'amore' alla persona della quale siamo innamorati.
Ahh tutti questi pensieri mi hanno fatto venire mal di testa. Decisi di iniziare a studiare un po' dato che Sharon mi aveva già passato gli argomenti.
Raggruppati tutti i libri, iniziai a studiare latino: materia che odio.
Alla prima materia, tanto per cambiare, il mio telefono vibrò.
Ian Fleming: ciao Sky, come stai?
Risposi velocemente e, spenta la suoneria dell cellulare, mi rimisi al lavoro.
Ero la classica ragazza menefreghista, la quale va male a scuola, non studia, insomma penso abbiate capito il genere della persona che ero. E no, non ne andavo fiera se ve lo state chiedendo.
Già stanca di studiare, decisi di uscire un po': dell'aria fresca era tutto ciò che necessitavo.
Senza accorgermene ero sulla strada che portava al cimitero della città, cercai la parte dove era sepolta la mia famiglia. Andai prima da mamma:
"Ciao mamma, come stai ? Io bene, credo. Sai mi manchi tanto; non fraintendere , stare con la zia è bellissimo, ma non è più lo stesso, non sono più la stessa.
La scuola? Beh come al solito, ieri è stato il mio primo giorno del penultimo anno di liceo... Ti ricordi quando mi promisi che per i miei  diciassettenne anni avremmo fatto la festa più bella di sempre? Ricordo ancora le tue parole :'credo che siano quasi più importanti dei 18, i 17 anni: insomma , ultimo anno da minorenne!'
Ah! Come dimenticarlo...- feci una pausa e una lacrima fuoriuscí - ora vado mamma, vengo a trovare papà e Zara più tardi."
Baciai le punte delle mie dita e successivamente le posai sulla foto di mamma che era sulla lapide.
Che bella donna, pensai. Occhi verdi e capelli neri; avevo preso tutto da lei, apparte per il carattere: ero tutta papà .
Sorrisi alla visione della foto: gliel'avevo scattata io mentre le stavo insegnando ad usare il suo nuovo iPhone. Aveva un sorriso a trentadue e si intravedeva sullo sfondo la torta che stava preparando.
Decisi di andarmene, non ce la facevo più. La ferita era ancora aperta e di sangue ne usciva ancora tanto nonostante siano passati ormai 3 mesi dall'accaduto.
Aprii la porta di casa e mi fiondai in cucina a mangiare qualcosa: che fame!
Spalancai lo sportello del freezer e un sorriso nacque spontaneo appena vidi una confezione intera di gelato all'oreo.
Dopo pochi minuti, avevo già ingurgitato metà vaschetta e successivamente non ne era rimasto più nulla, se non la confezione di plastica.
E ora che faccio? Ero a casa da sola e l'unica cosa che mi venne in mente fu questa: musica a palla e libro.
Voi ora sarete piuttosto confusi: non ero mica quella che odiava tutto ciò che riguardava un impegno mentale? Beh era così effettivamente, eccetto per i libri; non so, ho sempre amato leggere e scrivere, nonostante i miei scarsi voti in italiano. Mio padre diceva che avevo molto talento e un giorno, a mia insaputa, presentò un romanzo che avevo appena scritto. Dopo pochi giorni mi confidò la bella notizia: la casa editrice da cui era andato lo chiamò, complimentandosi per ciò che avevo scritto. E così decisero di pubblicarlo. Ero felicissima, per una volta nella vita sentivo di aver fatto qualcosa di giusto.
Furono vendute molte copie ed ero molto orgogliosa del mio lavoro.
Poi, la mia unica forza che manteneva vivo il mio sogno, morí e da quel giorno in poi scrissi sempre e solo per me stessa.
Mia zia disse che oggi avrei avuto un ragazzo del quarto anno che mi avrebbe dovuto dare delle ripetizioni.
Lei mi spiegò che questo tipo, era figlio di un suo grande amico e mi pregò di comportarmi decentemente.
Io alzai gli occhi al cielo e la rassicurai che avrei fatto del mio meglio per non farlo scappare.
Scoppiammo entrambe in una calorosa risata che si interruppe al suono del campanello.
Mia zia accorse ad aprire la porta.
"Oh caro, ecco ti presento subito mia nipote; entra pure."
Sentii dei passi verso la cucina, dove ero seduta a leggere il mio libro.
Alzai lo sguardo dal libro e mai avrei potuto immaginare di trovare quella persona davanti ai miei occhi.

So che non è un granché raga però vi giuro che il prossimo sará un po' più lungo. Vi sta piacendo la storia?
Prometto che aggiorno presto!
Chi sarà mai quella persona ?
Al prossimo capitolo
Un bacione,
-Marta🌸

Kiss Me Now, FoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora