Capitolo tre

33 4 4
                                    

Il ricordo della felicità, non è più felicità; il ricordo del dolore, è ancora dolore
- George Gordon Byron

La luce era opaca nella stanza. La illuminava come se fosse una stanza angelica, una in cui ti trovi quando come me sei una via di mezzo. Come una sala d'attesa per decidere se andrà in inferno o paradiso. Abbastanza comica come cosa.
Una goccia mi bagna la guancia. L'asciugo, solo che non è acqua, è nera, come il colore della pece. All' improvviso tutta la stanza viene inondata di quella sostanza, io essendo al centro della stanza vengo soffocata. O almeno pensavo di...
"Signorina? .... SIGNORINA?" Apro gli occhi velocemente e scatto in piedi, cosa che non posso fare visto che do una testata al tettuccio sopra i sedili; non mi ero accorta di quelli, guardò un po' in giro e poi mi torna in mente tutto. Il viaggio ah sì vero

Ma quanto cazzo puoi essere ritardata da dimenticarti una cosa del genere ?

Shh... Ti sta zitta me-idiota

Come mi hai..

Ti ho detto di stare zitta.
Mi accorgo solo ora di essere rimasta, ancora sopra l'aereo a litigare con me stessa e ad essere l' ultima. O quasi, c'è un ragazzo che sta dormendo proprio come me prima

È un gran bel pezzo di...

L' hostess cerca di svegliare anche lui, io nel frattempo sistemo le mie borse sulle spalle. Sto per uscire quando vengo quasi spinta. Ma che cazz..?
" ti vuoi muovere? Non ho tutta la giornata per aspettare che tu e il tuo bel cubetti scendiate da questo aereo" di cattivo umore il ragazzo.
Però che ragazzo, come stavo dicendo prima è un gran bel pezzo di ..
Può essere tutto quello che vuoi, ma è un coglione di alti livelli " mi sa che la hostess non ti abbia svegliato dolcemente, cosa succede ciglione la luna storta?" non aspetto una sua risposta è scendo dall' aereo. Immaginavo che non sarebbe venuto nessuno a prendermi, menomale che ci sono io a pensare a me stessa; prendo un taxi e gli dico l'indirizzo di casa mia, la zia mi aveva già detto che l'indirizzo non era quello di quando era bambina, ne sono rimasta un po' delusa, mi mancherà quella casa piena di nostri ricordi ma devo ammettere che sono anche felice di non stare più là, i ricordi mi avrebbero distrutta. Il taxi scorre veloce sulle strade di Manhattan, questa città è così bella, così grande e luminosa, ma ai miei occhi è così dannata e sporca in ogni angolo

Ma ora al posto di pensare alla città perché non pensi un po' anche a quel gran ...

Madonna quanto sei pallosa, non ci voglio pensare a quel coglione, si pensa il re del mondo quando è a malapena una formica come tutti no. È un cretino

Finiscila di interrompermi, allora va bene che è un ciglione, ma è anche un gran figo, cioè l'hai visto? Capelli castano-ramati occhi verdi e grigiastri. Oddio quegli occhi mi fanno impazzire

Non dirmi che ti stai prendendo una cotta per un cretino del genere, tieni a bada gli ormoni

Se ancora non hai capito li hai anche tu gli ormoni in subbuglio per quello

Ma non sparare cazzate a me..

Cara vedi che...

Non mi interrompere quando ti contraddico, allora stavo dicendo che a me...

Cara ti ho detto che...

Ho detto che non mi devi interrompere

Ma se non l'hai ancora capito ti sto avvertendo che è da mezz'ora che il conducente ti chiama per farti scendere e tu stai facendo la figura della demente

Ah giusto
Mi giro verso l'autista, gli accenni un sorriso di scuse, gli porgo i soldi del viaggio e scendo scaricando tutto i miei bagagli

Abbiamo un piccolo problema a proposito dei bagagli

Ah sì? Quale?

Beh la valigia dei vestiti non è la tua

Cosa?!

Beh genia se leggi la targhetta non c'è scritto Cara Black

Si vero! La valigia appartiene a un certo Josh Scwazer, spero che i miei genitori lo conoscono così da potergliela riportare

Ora fatti forza e comincia ad entrare

Ormai che sono qui, tagliamo le palle al toro

My HellWhere stories live. Discover now