Flashback
-Maria...Svegliati piccola mia.
La bambina aprì gli occhi. Quella voce angelica sembrava il canto di piccoli uccelli sul ramo fuori dalla finestra della stanza. Faceva freddo ma il calore di quella scena scaldava gli animi da sé.-Ditemi madre!
Rispose con un filo di voce. Quanto era graziosa nonostante la sua giovane età: lunghi capelli scuri, occhi grandi e un sorriso dolce e cordiale stampato sul piccolo volto coperto da leggere lentiggini.-Oggi partirete verso una nuova casa. Starete bene lì e un giorno vi verrò a trovare e tutto si sistemerà, la nostra famiglia sarà riunita. Te lo prometto.
-Ma dopo la morte di mio padre è già spezzata e questa mia partenza non cambierà i fatti, madre.
Una lacrima scese sul viso stanco della donna, si vedeva la disperazione negli occhi e quel sorriso malinconico. Non era facile ma sapeva dentro di sé che era la cosa giusta per salvare sua figlia dal mondo al di fuori che stava crollando sotto i loro piedi.-Non piangere madre. So che lo fate per me. Non importa, io vi voglio bene.
Quel abbraccio era un'immagine spettacolare, così unite ma anche lontane. La figlia in balia delle decisioni e la madre doveva sopportare di aver fallito la sua missione. Mantenere un regno in combattimento con quello vicino e avere truppe scarse e tutte contro di lei era la rovina.-Tu un giorno dovrai scegliere il bene. Dipenderà da te e nonostante dentro il tuo cuore un odio, anche piccolo, si cela verso la mia persona non importa. Alla fine voi mi comprenderete. Scegliere cosa sia giusto o no per una nazione, un popolo, una cultura e un'insieme di tante vite è praticamente un'impresa impossibile.
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Qualcosa la fermò.
Le parole non uscivano più di bocca, la gola secca e la corde vocali sembravano essere fuori servizio per quell'arco di tempo.
Maria lo guardò obliquo, non sapeva se far finta di nulla o rispondere a quella fatidica domanda. Ci teneva troppo a tutto e tutti, questo stava danneggiando la sua capacità di pensare, di ragionare sul da farsi. Ma nulla le impediva di distrarsi, era sempre sotto il mirino delle domande che la chiudevano in una gabbia troppo stretta per lei.Cosa doveva fare?
Non lo sapeva nemmeno lei, nonostante tutti quei giorni a pensare e ripensare sulla risposta. Una risposta troppo importante e determinante per il castello e le genti al suo interno.
Se avesse scelto Francesco, lui si sarebbe innamorato o no? Lei non sapeva che provava per lui, ma era legata in qualche modo. Forse solo una sensazione.
Caterina l'avrebbe strangolata con le sue mani candide, il trono di suo figlio non poteva essergli portato via così ma era Maria a decidere.La musica cessò di riempire la stanza in cui si trovavano ma la mano del Re non la lasciava andare. Era evidente, troppo ansioso ma anche curioso. Diciamo che non era una notizia da tutti i giorni in Francia ma così anche in altre nazioni. Enrico voleva un erede.
-Posso parlare con il cardinale? Ho bisogno di tempo.
Lui scosse la testa. Non c'era tempo ed entrambi ne erano più che coscienti ma Maria voleva sempre negoziare qualche giorno, anche se sapeva che non fosse così rilevante. Anzi, più scorreva il tempo e più entrambi i fratelli le facevano confondere le idee. Era un rebus, un rompicapo assillante. Ma lei amava i problemi da risolvere però in questo caso c'era solo confusione.
- Per stasera dovrete dirmi il futuro re di Francia.
Annuì. Poco convinta ma lo fece lo stesso. Quanto era diventato un nemici assillante il tempo che scorreva?
Sentiva molta pressione ma
dentro di sé aveva già scelto, il suo cuore apparteneva già ad uno di loro. Era così.
Bastava solo decidere il suo bene e quello di due nazioni, due popoli. Facile, giusto?No. Non lo era affatto.
La sua mente era carica di ricordi con entrambi i fratelli che non sapeva chi sarebbe stato il fortunato. Erano così belli, affascinanti, perfetti e terribilmente complicati. Pensava che scegliendo, tutto ciò che aveva passato con quello non scelto si sarebbe cancellato.
Troppi rimpianti.
La paura.
Paura di non rivedere più quella persona.
Paura di dover perdere uno di loro.Lei voleva entrambi.
Già la felicità era un lusso troppo grande per lei, figuriamoci avere due uomini al proprio fianco. Nessuno glielo avrebbe permesso e nemmeno il suo cuore poteva.
Sarebbe stato come usarli.
Ma in fondo aveva la risposta giusta, non aveva il coraggio o forse la voce per dirla ad alta voce. Non era nulla lasciato al caso ma ciò che voleva era chiaro agli occhi di tutti.Eppure quella sua riluttanza nella decisione aveva scatenato polemiche in tutta la corte francese. Sembrava quasi un gioco in pieno momento di scommesse quando non c'era proprio nulla su cui scherzare.
-Aspettate, Enrico.
Calò il silenzio più totale. A Maria sembrava di aver parlato normalmente ma a quanto pare era un urlo di disperazione, quasi una richiesta di aiuto per togliersi via quel peso. Troppo tempo a tormentarla e ora aveva la possibilità di tornare alla normalità.
Una nuova "normalità" ma scelta da lei.Lei e basta. Se avesse sbagliato tutto, ne avrebbe pagato le conseguenze a testa bassa e consapevole di ciò che aveva fatto. Tutto era un rischio.
-Spero che abbiate tempo per un viaggio a Roma perché Bash senza la legittimazione non potrà diventare mio marito.
Un sorriso ricco di soddisfazione apparve sul volte di Re Enrico, entusiasta e favorevole al cento per cento a quel nome.
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Spazio autrice :
Spero vi sia piaciuta la storia!
Mi dispiace finirla così ma ho poco tempo per creare nuovi capitoli...quando avrò l'occasione vorrei fare un sequel.
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Fino A Consumarsi - ||Reign||
FanfictionMaria, Regina di Scozia. Finalmente era giunta alla corte di Francia, dopo anni in convento. Un'alleanza, un patto tra nazioni la costringeva a scegliere tra due uomini che amava. Ma la corte francese era misteriosa, piena di spiriti maligni, vent...