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Dove cazzo stai Ariana?
Dove? Dove??
Ho provato a chiamarla, ma non riesco, probabilmente mi avrà bloccato per quale motivo, non si sa.
Ho cercato in casa sua senza farmi vedere e sentire. Ma niente. Non la trovo. Non ho trovato né le sue borse né lei né la scia del suo profumo che lasciava ogni dove passasse. Cazzo, ora che devo fare?!! Sto andando in panico, ho paura, sono terrorizzato, non ce la posso fare. Los Angeles è così grande, ci metterò settimane a trovarla. Si riesce a intravedere tra le case l'aurora, segno che fra poco sarebbe sorto il sole. Appena la trovo gliene dico quattro ... Se la trovo.

***
Ariana

Un trillo mi sveglia dalla mia dormita, sono le 6 del mattino. Chi mi chiama alle 6 del mattino? Lo lascio suonare, coprendomi le orecchie col cuscino. Finalmente si interrompe e io mi rilasso. Rilasso i muscoli delle spalle e faccio un respiro profondo. Bene, si torna a dormire. Il trillo ricomincia, e sto iniziando a innervosirmi. Ma anche tanto. MIO DIO! COSA DEVE FARE UNA RAGAZZA PER DORMIRE IN SANTA PACE???? Guardo e sullo schermo vedo scritto il nome di Alexander. Preoccupata rispondo subito

Ariana: pronto?? Alexander tutto bene?

Alexander: stavo per chiedertelo io. Come stai?

Ariana: bene bene, ma ... perché mi chiami a quest'ora? È successo qualcosa???

Alexander: no niente niente, volevo solo sapere se andava tutto bene ... si insomma come va.

Ariana: ah okay ... si diciamo che va tutto bene

Alexander: come 'diciamo'? È successo qualcosa??? Ariana dimmelo subito se è successo qualcosa di grave!

Ariana: (sospiro) ... no no n-non è successo niente, non preoccuparti

Alexander: Ariana non mentirmi, dimmi tutto quello che è successo

Ariana: niente, non è successo davvero niente

Alexander: aspetta Ariana ho una chiamata in entrata, rimani ferma alla cornetta

Metto in viva voce e attendo una sua risposta. Nel frattempo inizio a guardare in giro per la stanza, guardo i mobili e i segni che le persone avevano lasciato prima di me. Sotto alla poltrona intravedo un preservativo. Le tende rovinate della finestrella accanto alla porta, sembra che abbiano ... degli schizzi sbiaditi sopra. In più solo ora sento una puzza da far vomitare provenire da dietro il comodino. Non oso indagare oltre. Ho perso la concezione del tempo, da quanto sono qui? Uno/due giorni? Forse anche meno di 24h. Non ne ho la più pallida idea.

Alexander: Ariana sei ancora lì?

Prendo subito il telefono, togliendo il viva voce e rispondo

Ariana: si si .. sono qua

Alexander: be dimmi che avete fatto in questi giorni

Sapessi...

Ariana: niente di che, volevo sapere più che altro che hai fatto tu

Alexander: pure io, solo lavoro e lavoro ...

(...)

Ariana: va bene, poi fammi sapere come va la riunione

Alexander: va bene, ah ariana. Per favore qualche volta prova a chiamare tua madre okay?

Ariana: si si lo farò, ciao.

Finalmente chiudo la chiamata, e guardando l'orologio sarebbe ora di lavarsi e vestirsi. Pigramente mi cambio e quando sono in bagno non oso guardarmi neanche nello specchio. Mi lavo i denti, e raccolgo i capelli in una cipolla. Metto la giacca di jeans e prendo le chiavi della stanza, e col telefono in tasca esco alla ricerca di un bar. Stranamente c'è un sole pazzesco, così abbasso gli occhiali da sole. Mi dirigo all'uscita, ma una voce mi ferma

John: ehi, siamo mattinieri qui

Ariana: già, in realtà non lo sono affatto, solo che ... ehm ... non riuscivo a dormire

John: è tutto a posto? Ci sono problemi con il letto?

Ariana: no no è tutto ... perfetto.

Dico l'ultima parola pensando alla mia camera, facendomi venire i brividi lungo la schiena.

John: davvero? Ah bene. Vai a fare colazione?

Ariana: ehm si ... vuoi venire?

John: no

Dice serio. All'improvviso mi sento ancora più in imbarazzo, e non so neanche perché. Poi inizia a ridere e mi dice

John: stavo scherzando, si si vengo sto morendo di fame.

Ariana: ah okay, tu sai dove andare?

Mi si affianca e risponde mentre usciamo

John: si vieni, bisogna prendere però la macchina visto che siamo un po' un periferia

Ariana: ah già è vero. Si siamo vicino all'autostrada praticamente

John: proprio un bel posto ho scelto eh?

Ariana: no dai ... non è male

John: non mentire. Fa schifo

Trattengo a stento una risata, che divento mano a mano sempre più rossa

Ariana: insomma non è così male ...

John: sul serio? Dai elencami 5 cose di questo motel che non cadono a pezzi e hanno un aspetto decente, o comunque qualcosa che ti facesse dire 'caspita se non fosse che devo partire, vorrei rimanere qui. Ottimo lavoro ragazzo'

Ariana: ma cos'avrei? 80 anni?

John: shh, tu dimmi

Ariana: pfff ... be fammi pensare

John: prego prego hai tutto il tempo che vuoi

Saliamo in macchina e partiamo.

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